Affossata la riforma della LPP. Una batosta per la destra
2-0. Due a zero! Le votazioni sulle pensioni svizzere danno un risultato rassicurante per la sinistra, per il sindacato e per la popolazione
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2-0. Due a zero! Le votazioni sulle pensioni svizzere danno un risultato rassicurante per la sinistra, per il sindacato e per la popolazione
• – Fabio Dozio
Bocciata l’iniziativa sulla biodiversità, ma un giorno (si spera non troppo tardi) sulle questioni ambientali dovranno pur trovare un punto di incontro il mondo rurale e quello urbano
• – Rocco Bianchi
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• – Redazione
Per rendersene conto basta segnalare alcuni esempi: eccoli
• – Silvano Toppi
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• – Franco Cavani
La Germania (in testa nel settore con oltre 750.000 impiegati) simbolo di questa crisi: Volkswagen prospetta il licenziamento di 13.000 lavoratori e la chiusura di due o tre fabbriche nel paese. Non era mai successo
• – Aldo Sofia
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• – Spartaco Greppi e Christian Marazzi
Rintracciato in ospedale, è stato ucciso durante un summit con altri comandanti dell’unità Radwan. Così crolla il mito della segretezza del partito armato di Nasrallah
• – Redazione
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• – Redazione
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• – Redazione
2-0. Due a zero! Le votazioni sulle pensioni svizzere danno un risultato rassicurante per la sinistra, per il sindacato e per la popolazione
Un risultato chiaro, una batosta! La proposta di riforma è stata respinta dal 67,12% dei votanti. L’iniziativa per la 13esima AVS aveva ottenuto, in marzo, il 58,25% di consensi e la doppia approvazione, di popolo e cantoni. Il risultato di oggi è ancora più chiaro, una maggioranza netta, data non solo dagli elettori di sinistra, che non lascia dubbi. In Ticino i contrari alla riforma sono il 61,65% dei votanti.
È la terza volta che il tentativo borghese di indebolire il secondo pilastro fallisce in votazione popolare. Governo e parlamento devono farsene una ragione e correggere il tiro.
La riforma era cervellotica. Chi la difendeva sottolineava che si offrivano miglioramenti alle donne e ai lavoratori più fragili, ma dimenticava di spiegare che questo miglioramento costava parecchio a tutti gli assicurati. Si tralasciava l’inganno: si sarebbe pagato di più per ricevere meno. Lapalissiano: se sono necessari più soldi per rafforzare il pilastro traballante (“le rendite non sono più finanziate adeguatamente” scrive il Consiglio federale), è evidente che si chiede di più per offrire di meno! Una volta tanto è bastato un concetto semplice, ma concreto e misurabile sulla pelle di ognuno, per permettere ai cittadini di affossare una riforma insoddisfacente.
La 13esima AVS e la bocciatura della LPP sono decisioni importanti che rappresentano una sconfitta del fronte borghese che sta attaccando lo stato sociale. Decreto Morisoli in Ticino, freno all’indebitamento a livello federale, con tagli di 5 miliardi proposti dalla commissione di esperti diretta dall’ex sindacalista Serge Gaillard. Sono marchingegni che indeboliscono e paralizzano lo Stato!
La Svizzera è un pase ricco, bisogna contrastare chi sostiene che non ci sono soldi. I soldi ci sono: il debito pubblico svizzero è pari al 17,8% del prodotto interno lordo (PIL). L’Italia veleggia attorno al 140%, la Francia al 112%, gli Stati Uniti al 123%. Ma che economisti sono quelli che ci propinano la favoletta dello Stato che è come un padre di famiglia? Sanno benissimo che è un paragone insensato, usato unicamente per spaventare cittadine e cittadini.
La Svizzera può aumentare il proprio debito per investire a favore della qualità di vita dei suoi abitanti, invece si propone di tagliare: i sussidi agli asili nido, il sostegno alla ricerca, gli stanziamenti della Confederazione a favore di AVS e all’assicurazione malattia. E intanto si promettono miliardi all’inutile esercito. Una politica di austerità vergognosa che finisce per aumentare le disuguaglianze sociali e penalizza gli strati più fragili del paese.
Se vogliamo riformare il secondo pilastro bisogna riorientarne i flussi finanziari. L’economista Sergio Rossi propone, per esempio, che i capitali della previdenza professionale abbandonino i mercati finanziari e immobiliari, per investire nelle imprese e nelle aziende che possono sostenere e favorire i giovani che non riescono a ottenere capitali dalle banche. Investire insomma nel sistema produttivo creando ricchezza.
Il punto cruciale rimane un altro. Andrebbe riformato tutto il sistema dei tre pilastri.
Il terzo pilastro è una finzione. Vale ed esiste solo per una minoranza della popolazione. Il Consiglio federale ha rivelato recentemente che solo il 10% dei contribuenti può permettersi di depositare 7 mila franchi all’anno su un conto del terzo pilastro.
Il secondo pilastro traballa perché è in balia degli speculatori e dei mercati azionistici e immobiliari, con rischi di perdite enormi, come è avvenuto dopo la crisi del 2008. In proposito, rimane sempre valido il monito espresso dalla ex consigliera federale Ruth Dreifuss: “Il vizio di forma è di avere in sostanza affidato la gestione dei fondi di un’assicurazione sociale a delle assicurazioni private”.
Bisogna rafforzare il primo pilastro, l’Assicurazione vecchiaia e superstiti, vero gioiello del sistema previdenziale elvetico e dello stato sociale. L’AVS è più robusta perché ciò che viene incassato viene subito distribuito. Per ogni 100 franchi di contributi versati all’AVS, 99,50 diventano rendita, mentre per la LPP solo 75 franchi. Invece di migliorare l’AVS, Consiglio federale e fronte borghese cercano di indebolirla. Sul finanziamento della tredicesima è in atto un gioco perverso e ostruzionista. Si fa di tutto per sabotare il finanziamento e anche la decisione di ricorrere solo all’aumento dell’IVA, come propone il Governo, va in questo senso. Bisognerà votare e quindi la misura è a rischio. Ci sono altre possibilità di finanziamento? Certo: una tassa sulle transazioni finanziarie, per esempio.
Un recente sondaggio della SUP di Lucerna (Hochschule) rivela che la maggioranza degli interpellati è a favore di una migliore redistribuzione in ambito pensionistico fra ricchi e poveri. La maggioranza (54%) ritiene che ciò possa avvenire grazie al primo pilastro e non grazie al secondo (42%).
Le due vittorie recenti non devono indurre a dormire sugli allori. Il confronto sullo Stato sociale è più aperto che mai e bisogna che la sinistra unisca le forze per reagire. In Svizzera con questo Governo e questo Parlamento le forze progressiste sono perdenti. Bisogna lavorare con iniziativa e referendum, ma con molta attenzione e massima cura.
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