La Repubblica
Barriera Corallina Australiana a rischio estinzione. La causa, naturalmente, è da ricercarsi nel cambiamento climatico, nel riscaldamento delle temperature marine che aumenta la frequenza degli eventi di sbiancamento di massa dei coralli, minacciando di distruggere la straordinaria ecologia, la biodiversità e la bellezza della più grande barriera corallina del mondo.
La conferma del rischio catastrofico – uguale e complementare a quello che corrono nella terraferma i ghiacciai in ogni angolo del pianeta – arriva da una ricerca guidata da Benjamin Henley, docente dell’Università di Melbourne, pubblicata su Nature. I risultati forniscono nuove prove dell’impatto che l’aumento delle temperature superficiali del mare hanno avuto e continueranno ad avere sul gioiello ecologico dell’Australia.
Il pronunciamento Unesco
La ricerca ripercorre 400 anni di temperature estive della superficie del mare nelCoral Sea del Pacifico meridionale. I risultati evidenziano come l’estremo calore oceanico recente abbia portato allo sbiancamento di massa dei coralli sulla Barriera. La scorsa settimana, il Comitato del Patrimonio Mondiale dell’Unesco ha emesso la sua decisione finale sullo stato del reef australiano, rifiutando di inserire la barriera nell’elenco dei siti in pericolo. Una querelle che va avanti da un decennio, e che vede il gruppo di scienziati aussie sul fronte opposto.
Henley e la sua squadra hanno combinato le ricostruzioni della temperatura superficiale del mare con dati geochimici provenienti da carote di corallo precedentemente raccolte nella regione. Poi, hanno analizzato le simulazioni dei modelli climatici delle temperature della superficie del mare con e senza cambiamenti climatici, scoprendo che i cambiamenti climatici causati dall’uomo sono responsabili dell’aumento delle temperature nella regione. I recenti eventi di sbiancamento di massa coincidono con cinque dei sei anni più caldi dell’arco dei 4 secoli.
Temperature oceano stabili fino a inizio ‘900. Poi…
I ricercatori hanno osservato temperature oceaniche relativamente stabili prima del 1900. Nel periodo 1960-2024, al contrario, è stato rilevato un riscaldamento medio annuo di 0,12 gradi centigradi nel periodo gennaio-marzo (che nel calendario australe corrisponde a luglio-settembre boreali). Negli anni 2024, 2017 e 2020, il Coral Sea ha raggiunto i massimi da 400 anni a questa parte, con il 2024 che è stato il più caldo del record con un ampio margine. I recenti eventi di calore del 2016, 2004 e 2022 sono stati i tre anni più caldi mai registrati. L’impatto sull’impareggiabile ecologia e biodiversità della Grande Barriera Corallina in sequenze ripetute di sbiancamento di massa dei coralli è devastante.
“Spaventoso il confronto con appena sette anni fa”
“Quando ho tracciato il dato del 2024, ho dovuto controllare tre volte i miei calcoli: era fuori scala, di gran lunga superiore al precedente record del 2017: non riuscivo quasi a crederci – ha detto Henley – tragicamente, anche quest’anno si è verificato uno sbiancamento di massa dei coralli. In assenza di un’azione globale rapida, coordinata e ambiziosa per combattere i cambiamenti climatici, probabilmente assisteremo alla scomparsa di una delle meraviglie naturali più spettacolari della Terra. Quando si mettono insieme tutte le prove che abbiamo, è l’inevitabilità degli impatti sulla barriera corallina, che avverrà nei prossimi anni, che mi colpisce davvero”.
“Ritengo sia necessario intervenire con urgenza per evitare la devastazione di uno degli ecosistemi più importanti del mondo – ha aggiunto Helen McGregor, dell’University of Wollongong, seconda autrice dello studio – le temperature oceaniche durante questi eventi di sbiancamento non hanno precedenti negli ultimi quattro secoli. La Grande Barriera rischia la catastrofe se non si interviene immediatamente sui cambiamenti climatici di origine antropica. Gli stessi coralli che hanno vissuto per centinaia di anni e che ci hanno fornito i dati per il nostro studio sono a loro volta seriamente minacciati”.
“La nostra analisi dei modelli climatici conferma che l’influenza umana sul sistema climatico è responsabile del rapido riscaldamento degli ultimi decenni – ha evidenziato Henley – senza un intervento urgente, la nostra iconica Grande Barriera Corallina è a rischio di sbiancamento quasi annuale a causa delle alte temperature oceaniche. Sono in gioco l’integrità ecologica fondamentale e l’eccezionale valore universale della barriera corallina. Abbiamo molte delle soluzioni chiave per fermare il cambiamento climatico; ciò di cui abbiamo bisogno è un cambio di passo nel livello di azione coordinata a livello nazionale e internazionale per passare a un livello netto zero. Non possiamo mai perdere la speranza: ogni frazione di grado di riscaldamento che eviteremo porterà a un futuro migliore per i sistemi umani e naturali del nostro pianeta. Speriamo che il nostro studio fornisca ai responsabili politici ulteriori prove per perseguire tagli più profondi alle emissioni di gas serra a livello internazionale”.