Cosa si giocano in tv Trump e Harris
Il confronto potrebbe essere seguito da oltre 100 milioni di americani
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Il confronto potrebbe essere seguito da oltre 100 milioni di americani
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• – Redazione
Il confronto potrebbe essere seguito da oltre 100 milioni di americani
Il dibattito tra i candidati alla presidenza Kamala Harris e Donald Trump di stasera, alle 21 locali, potrebbe essere il dibattito più seguito nella storia americana. Il numero dei telespettatori potrebbe avvicinarsi a circa il doppio dei 51 milioni che il 24 giugno hanno assistito al dibattito tra Joe Biden e Trump. Quel faccia a faccia ha cambiato il corso della Storia, costringendo Biden a ritirarsi e ha dato luogo all’operazione di sostituzione di Biden orchestrata perlopiù da Nancy Pelosi (ex speaker della Camera dei rappresentanti e stratega politica agguerrita e astuta).
Questa sera alle 21 (le 3 di mercoledì notte in Italia), i due candidati si incontreranno per la prima volta presso il National Constitution Center di Filadelfia. Potrebbe trattarsi dell’unico dibattito tra loro, perché non hanno ancora concordato se prenderanno parte a un secondo in ottobre. Le poste in gioco sono alte.
Il dibattito di 90 minuti potrebbe avere un impatto considerevole sia su Trump sia su Harris. Il Washington Post dice che «potrebbe determinare il resto della campagna». Potrebbe e non potrebbe. Se uno dei candidati inciamperà malamente, il dibattito potrebbe rafforzare l’altro e fargli vincere l’incontro. Se nessuno di loro incespicherà, il dibattito potrebbe avere un effetto trascurabile e non cambiare il fatto che Trump e Harris sono testa a testa, in pratica alla pari nei sondaggi.
Kamala Harris è passata in vantaggio nelle ultime settimane, e adesso è sullo stesso piano di Trump nella maggior parte dei sei o sette “swing States”, gli Stati in bilico decisivi nelle elezioni del 5 novembre. Le medie dei sondaggi in Arizona, Nevada, Wisconsin, Michigan, Georgia, Pennsylvania e Carolina del Nord mostrano che la corsa è molto serrata, un testa a testa.
Per Donald Trump, il dibattito televisivo è un’occasione per riprendere l’iniziativadopo la recente ascesa di Kamala Harris nei sondaggi di opinione. Negli ultimi tempi non sta andando molto bene, e vi sono segni evidenti che il team Harris-Walz sta facendo passi avanti. La strategia di Trump consisterà senza dubbio nel cercare di collegare Harris all’impopolare Joe Biden, dando a lei la colpa per l’inflazione, gli alti tassi dei mutui, le idee “woke” e di “estrema sinistra” a proposito della società, e per non essere riuscita – nel suo ruolo di vicepresidente – a ridurre il flusso degli immigrati dalla frontiera con il Messico.
Né Harris né Biden sono responsabili per l’inflazione o i tassi dei mutui, ma Trump lo afferma in ogni caso e tanti americani – privi degli strumenti necessari a capire o giudicare – ci credono. È vero che a capo dell’immigrazione Harris è stata invisibile, ma è anche vero che sei mesi fa una riforma bipartisan dell’immigrazione è stata fermata da Trump che ha preferito lasciar marcire il problema per usarlo nella sua campagna contro Biden e adesso contro Harris. Tra le idee woke di Harris c’è quella secondo cui una donna dovrebbe essere libera di decidere cosa fare del proprio corpo e non essere soggetta a draconiani divieti d’aborto.
Per Kamala Harris il dibattito è l’occasione per scuotere e pungolare Trump, come soltanto una ex procuratrice di alto grado sa fare. In questa narrazione, Kamala è la procuratrice, la crociata della verità e della giustizia, e Trump è il criminale condannato, il pregiudicato, l’uomo che vari tribunali hanno giudicato responsabile di molteplici frodi fiscali e bancarie e anche di aver molestato sessualmente numerose donne e addirittura di averne violentata una. Kamala deve spingere Trump a implodere e a perdere la compostezza, e ricorrerà a ogni espediente possibile per fargli perdere le staffe. Quando cercherà di prendere le distanze da Biden, però, Harris avrà un problema e il suo punto debole principale saranno le menzogne di Trump sull’inflazione e l’immigrazione.
La vicepresidente rivolgerà anche un appello speciale alle minoranze etniche, alle donne e alla classe lavoratrice americana: cercherà di contrapporsi a Trump, che ha promesso esplicitamente maggiori sgravi fiscali ai miliardari e di nominare Elon Musk tra i ministri del suo governo.
Da quattro giorni Kamala Harris alloggia in un albergo di Pittsburgh, dove si sta preparando con i suoi consiglieri, ognuno dei quali recita una parte diversa. Trump viene aggiornato dal suo staff, ma non gli piace esercitarsi. Preferisce esibirsi come in un reality show.
Per il dibattito di 90 minuti, l’emittente americana ABC News ha fissato regole di base simili a quelle del dibattito sulla CNN di Atlanta del giugno scorso tra Donald Trump e Joe Biden. Dopo qualche confronto, di cui ancora non si sa molto, la rete ha annunciato che silenzierà i microfoni. (La campagna di Harris avrebbe preferito che restassero accesi, così che il pubblico potesse vedere e sentire Trump urlare).
In studio non potrà essere presente il pubblico. Inoltre, sul podio i candidati non potranno avvalersi di appunti o parlare con i collaboratori della loro campagna durante le pause. A decidere come dovranno sistemarsi e in quale ordine fare la prima e la seconda dichiarazione conclusiva sarà il lancio di una monetina.
Dall’ascesa nei sondaggi, Kamala ha raggiunto e mantenuto in pratica un periodo di stabile e alta invariabilità. Se tale periodo dovesse protrarsi per un mese o più, può darsi che le elezioni di novembre saranno decise, come molte altre elezioni per la presidenza degli Stati Uniti, da un solo punto percentuale o due. Vale la pena ricordare anche che, poiché l’elezione è determinata dal Collegio elettorale, Harris potrebbe vincere il voto popolare e perdere la Casa Bianca.
Per il momento, c’è soltanto un ulteriore dibattito programmato prima del voto di novembre, ed è quello tra i candidati alla vicepresidenza, il governatore del Minnesota Tim Walz, e il senatore dell’Ohio JD Vance. A ospitare il dibattito, previsto il primo ottobre a New York City, sarà CBS News.
Non fatevi ingannare, però: il momento della verità è martedì sera/stasera. Trump cadrà a pezzi? Manterrà la calma? Kamala assesterà un «colpo decisivo»? Renderà meno del previsto? Un momento cruciale del dibattito diventerà virale? E a vantaggio di chi? Tenete bene a mente le mie parole: nelle presidenziali americane di questi tempi può accadere di tutto. E senza dubbio accadrà.
Traduzione di Anna Bissanti
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