Cospito non è un anarchico
Ai giovani che scendono in piazza contro il 41 bis dico: fermatevi prima che sia troppo tardi. Fermatevi prima che il nome dell’anarchia venga associato a quello della mafia - Di Gianluigi Bellei
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Ai giovani che scendono in piazza contro il 41 bis dico: fermatevi prima che sia troppo tardi. Fermatevi prima che il nome dell’anarchia venga associato a quello della mafia - Di Gianluigi Bellei
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• – Redazione
Ai giovani che scendono in piazza contro il 41 bis dico: fermatevi prima che sia troppo tardi. Fermatevi prima che il nome dell’anarchia venga associato a quello della mafia - Di Gianluigi Bellei
Vorrei fare una breve premessa. Chiunque può dichiararsi anarchico dato che non ci sono tessere associative o moduli da compilare. Ricordiamo che si dichiaravano anarchici personaggi di destra come Prezzolini o qui alle nostre latitudini soggetti come Bignasca. Per di più molti artisti si dichiarano anarchici per compiacere o solleticare l’immaginazione di dame danarose. Negli anni Settanta frequentavano la piazza fiorentina individui squallidi che si autodefinivano anarchici-nazisti.
Detto questo facciamo un passo indietro per contestualizzare il tutto. L’ideologia comunista prevede che un manipolo di coraggiosi, la cosiddetta avanguardia, possa indirizzare la massa verso l’insurrezione contro lo Stato per prendere il potere. Sempre negli anni Settanta le Brigate Rosse impugnavano la teoria dell’avanguardia proletaria che può spingere attraverso atti destabilizzanti lo Stato a capitolare. Contemporaneamente frange di Lotta Continua saldano la lotta dei sottoproletari con quella dei detenuti, definiti i “dannati della terra”.
Nel 1971 arrestano a Firenze Luca Mantini. Luca è un bravo ragazzo, molto religioso. Legge Brunetto Latini. Trascorre le giornate in carcere più con i detenuti comuni che con i compagni. Alla fine i “dannati della terra” lo fagocitano. Esce e fonda i nuclei armati proletari che compiono rapine per autofinanziarsi. Verrà ucciso anni dopo durante una rapina in uno scontro a fuoco con la polizia.
Il carcere è un mondo a parte, totalizzante, all’incontrario. Non c’è quasi mai redenzione né salvezza, ma solo l’incantesimo di doversi adattare e riconoscere questo mondo come l’unico possibile. Immagino che non abbiate conosciuto il “biondino della spyder rossa”. Io sì. Era elegante, discreto, di buona cultura e buone maniere. Ma era un assassino. Lorenzo Bozano aveva ucciso Milena Sutter. In carcere i rapporti sono alterati da una realtà parallela e alla fine si perde il senso delle proprie azioni per entrare in un altrove sconosciuto.
Dopo la nascita delle Brigate rosse, nel movimento anarchico avviene qualcosa di simile. Alfredo Maria Bonanno è un fine intellettuale. Scrive nei suoi libri di arte, discetta di Stirner e di rivoluzione egualitaria postindustriale. Fonda una rivista: Anarchismo, che dà alla luce diversi libri. Ancor oggi tengo sottolineato come una bibbia Estetica dell’anarchismo edito dalla Fiaccola.
Poi l’involuzione. Bonanno critica l’organizzazione classica della struttura anarchica (oltre all’individualismo) e ne sostiene una creata per affinità di intenti basata su specifici eventi. Un’organizzazione informale, appunto. Scrive “L’organizzazione informale anarchica è quindi un’organizzazione specifica che si raccoglie intorno ad affinità comuni. Queste non possono essere identiche per tutti, ma i diversi compagni avranno infinite sfumature di affinità, tanto più varie quanto più ampio sarò lo sforzo di approfondimento analitico che si è raggiunto”. E poi: “Da ultimo c’è da dire che l’elemento che tiene insieme un’organizzazione informale di questo tipo è senz’altro l’affinità, ma il suo aspetto propulsivo è l’azione”. Insomma, nel 1997 viene arrestato per diverse rapine e per essere l’ideologo dell’Organizzazione Rivoluzionaria Anarchica Insurrezionalista.
Oggi Alfredo Cospito, appartenente alla Federazione anarchica informale (sic), fa lo sciopero della fame contro il 41 bis a cui è stato sottoposto. Come Bonanno forse ritiene che le affinità che tengono assieme i carcerati al 41 bis siano superiori ai concetti ideologici. Ma si sbaglia. E questo dimostra la pochezza di un’organizzazione camaleontica basata su compagni di viaggio che le persone sagge vogliono evitare. Dai tempi delle stragi i mafiosi tentano di far togliere il carcere duro. Affiancarsi a loro e a stragisti come Pietro Rampulla condannato per la strage di Capaci del 1992 ed ex fascista di Ordine nuovo non fa altro che rendere Cospito come uno di loro.
Ai giovani che scendono in piazza contro il 41 bis dico: Fermatevi, fermatevi prima che sia troppo tardi. Per voi. Perché il Sistema non collasserà per questo. Fermatevi prima che il nome dell’anarchia venga associato anche a quello della mafia. Fermatevi, perché Cospito è una persona disturbata che crede di essere un anarchico. Lasciate la piazza, non è il luogo dove difendere la criminalità organizzata e i mafiosi.
Nell’immagine: Alfredo Cospito
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