Era giusto un anno fa, cinquantesimo anniversario del golpe fascista in Cile dell’ 11 settembre 1973, inizio di una delle più sanguinarie dittature militari dell’America Latina.
“Naufraghi/e” casualmente scoprì e subito segnalò che dal “Giardino dei Giusti”, al Parco Ciani di Lugano, era scomparsa una delle targhe commemorative sistemate dalla Città (opera meritoria) per ricordare alcune figure di rilievo fra chi, nel nostro paese, si è attivato in diversi tragici contesti storici e internazionali per la difesa dei perseguitati e dei diritti umani: “il meglio di noi”, aveva scritto Gabriele Nissim, l’ispiratore di un’esperienza, appunto l’allestimento dei “Giardini dei Giusti”, oggi presenti un po’ ovunque nel mondo.
Fu assai spiacevole scoprire, appunto un anno fa, che dal prato di Lugano era stata divelta e fatta sparire (unicamente quella, da parte di chi aveva fatto una scelta ideologicamente ben mirata) la targa in memoria di Guido Rivoir, attorno al quale, dopo il putsch di Pinochet, si era mobilitato un gruppo di attivisti che nel cantone, così come avveniva nel resto della Svizzera, diedero vita con successo all’“operazione posti liberi”, per l’accoglienza dei civili cileni in fuga perché minacciati dalla dittatura e dai suoi metodi criminali, inclusa la drammatica pagina di migliaia di ‘desaparecidos’. Non fu un’operazione senza problemi quella di mezzo secolo fa. Bisognò convincere il Consiglio federale, e ci fu chi rischiò provvedimenti penali.
Ebbene, dodici mesi dopo la nostra denuncia, nulla è cambiato. Quella targa non c’è, non è stata ancora sostituita, e anche un nostro successivo appello è caduto nel vuoto (insieme ad un paio di interventi di eletti in consiglio comunale).
Oggi la dedica è finalmente riapparsa sotto l’alberello di Guido Rivoir. Ce l’abbiamo rimessa noi, la piccola redazione di Naufraghi/e, per un senso di giustizia e di rispetto nei confronti di un Giusto che merita di essere ricordato; e anche nell’ulteriore tentativo di avere attenzione e risposte concrete da parte di un Municipio che, con l’allora sindaco Marco Borradori, si era impegnato a fare di quel piccolo angolo del Ciani (in realtà oggi assai trascurato) un luogo di Memoria.
Piccolo gesto di ‘obbedienza civile’ per sottolineare, in quest’altro anniversario della tragedia cilena, quanto prezioso sia stato, anche rispetto alle tragedie dei nostri tempi, l’insegnamento di Guido Rivoir e di chi con lui collaborò.
Nell’immagine: la targa ‘riapparsa’