Di Pier Luigi Pisa, La Stampa
xAI, l’azienda di Musk che sviluppa intelligenza artificiale, ha appena aggiornato Grok, il chatbot simile a ChatGpt e Gemini che imita la creatività umana. La nuova versione di Grok può creare immagini a partire da un testo: vuol dire che in un attimo si possono ottenere foto realistiche. Basta solo descrivere ciò che si ha in mente. Con risultati talvolta devastanti, soprattutto se l’IA consente di generare immagini inappropriate. E Grok sembra non avere filtri, in un periodo delicatissimo per l’America e il futuro della democrazia
Sulle elezioni presidenziali Usa si sta abbattendo la tempesta perfetta.
Elon Musk, uno dei più accaniti sostenitori di Donald Trump, ha appena aggiornato la sua IA, Grok, capace per la prima volta di generare immagini a partire da un testo.
Praticamente senza filtri.
I primi risultati sono devastanti e mostrano come si può creare disinformazione in un attimo. Basta un semplice prompt, l’istruzione che viene data all’IA sotto forma di testo, per generare in un attimo una foto realistica in grado di ingannare gli elettori.
È diventata virale, per esempio, l’immagine fake creata con Grok in cui un uomo che somiglia a Donald Trump e una donna che sembra Kamala Harris si baciano appassionati, è una delle tante immagini fake – e inappropriate – condivise nelle ultime ore dagli utenti del social X, un tempo noto come Twitter, anche questo di proprietà di Musk.
Sebbene le regole di utilizzo di Grok vietino la generazione di immagini offensive, violente, oscene e diffamatorie, gli utenti che stanno testando la nuova IA di Musk riferiscono che non ci sono limiti a ciò che si può generare.
Una veloce ricerca di “Grok 2” su X restituisce le seguenti immagini:
*Obama che sniffa cocaina
*Trump che spara con due pistole
*Trump abbracciato a K Harris incinta
*Taylor Swift in lingerie
*Hitler che mangia una fetta di anguria
*Un UFO con lo stemma nazisti
La testata The Verge è addirittura riuscita a creare una foto falsa di Barack Obama che tenta di accoltellare Joe Biden.
In alcuni casi i protagonisti delle immagini somigliano vagamente agli originali in carne e ossa. In altri sono praticamente identici.
Chi ci guadagna da un’ondata di scatti fake è proprio Donald Trump, che rispetto a Kamala Harris è indietro nei sondaggi ed è pronto a giocare sporco per recuperare terreno (come quando, qualche giorno fa, ha scritto che la folla in attesa della vicepresidente americana all’aeroporto di Detroit era stata creata con l’IA).
Elon Musk, invece, si trova in una posizione paradossale riguardo a Grok, l’intelligenza artificiale generativa attualmente accessibile solo agli utenti premium della piattaforma X.
Da un lato Musk dovrebbe essere responsabile della regolamentazione e del controllo di questa potente tecnologia. Dall’altro, il fervido sostegno dell’imprenditore a Donald Trump solleva dubbi sulla sua volontà di imporre limiti rigorosi all’uso di Grok.
La sua tendenza a cavalcare le controversie e a sfidare le convenzioni suggerisce che Musk potrebbe utilizzare la sua IA per alimentare la disinformazione, attaccare Kamala Harris e potenzialmente influenzare l’opinione pubblica durante la corsa alla Casa Bianca.
Proprio Musk, recentemente, ha condiviso sul suo account X, seguito da più di 190 milioni di follower, uno spot che critica Kamala Harris in cui è stata utilizzata la voce della vicepresidente Usa clonata dall’intelligenza artificiale.
Il “caso Grok” solleva importanti questioni etiche sull’uso dell’IA nei social media e sul peso che hanno le big tech – e i ricchi uomini d’affari che operano nel settore dell’intelligenza artificiale generativa – nei processi democratici.