Il caldo anomalo che uccide e fa impazzire il mondo
Secondo le Nazioni Unite 2,4 miliardi di persone nel mondo sono minacciate da “ondate di calore sempre più gravi, causate in gran parte da una crisi climatica indotta dai combustibili fossili”
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Secondo le Nazioni Unite 2,4 miliardi di persone nel mondo sono minacciate da “ondate di calore sempre più gravi, causate in gran parte da una crisi climatica indotta dai combustibili fossili”
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Secondo le Nazioni Unite 2,4 miliardi di persone nel mondo sono minacciate da “ondate di calore sempre più gravi, causate in gran parte da una crisi climatica indotta dai combustibili fossili”
Un “killer silenzioso”. Così i medici hanno definito le ondate di calore perché mietono molte più vittime di quanto la maggior parte delle persone si renda conto. E hanno impatti sui corpi e sulla salute mentale.
Uno studio pubblicato recentemente su Nature Medicine ha rilevato che nel 2023 – l’anno più caldo mai registrato anche se gli scienziati prevedono che il 2024 prenderà presto il suo posto – le ondate di calore, aggravate dall’inquinamento da anidride carbonica, hanno ucciso quasi 50mila persone in Europa. E il tasso di mortalità sarebbe stato dell’80% più alto se le persone non si fossero adattate all’aumento delle temperature negli ultimi due decenni. Questo significa che gli sforzi compiuti per adattare le società alle ondate di calore sono efficaci, spiega al Guardian Elisa Gallo, epidemiologa ambientale presso ISGlobal e autrice principale dello studio. “Ma il numero di decessi legati al caldo è ancora troppo alto e l’Europa si sta riscaldando a un ritmo doppio rispetto alla media globale: non possiamo dormire sugli allori”.
Come già rilevato dall’ultimo rapporto del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC) delle Nazioni Unite, le ondate di calore in Europa stanno diventando più intense, più lunghe e più frequenti. Entro il 2050, prosegue il rapporto, circa la metà della popolazione europea potrebbe essere esposta a un rischio elevato o molto elevato di stress da ondate di calore durante l’estate.
“L’adattamento all’aumento delle temperature ha svolto un ruolo cruciale nella prevenzione della mortalità in Europa, ma rimane insufficiente”, ha aggiunto Dominic Royé, ricercatore presso la Climate Research Foundation, che non ha partecipato allo studio.
“Il caldo estremo sta avendo un impatto estremo sulle persone e sul pianeta. Il mondo deve raccogliere la sfida dell’aumento delle temperature”, ha affermato il mese scorso il Segretario generale dell’ONU, António Guterres, esortando a una maggiore cooperazione internazionale. Guterres ha chiesto di intervenire in quattro aree:
1) Prendersi cura delle persone vulnerabili;
2) Proteggere i lavoratori;
3) Utilizzare i dati e le ricerche scientifiche per incrementare la capacità di adattamento;
4) Limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5°C sostituendo i combustibili fossili con le energie rinnovabili.
Gli scienziati sostengono che i governi possono proteggere le persone dalle ondate di calore progettando città fresche con più parchi e meno cemento, istituendo sistemi di allerta precoce per avvertire le persone del pericolo imminente e rafforzando i sistemi sanitari in modo che i medici e gli infermieri non siano costretti a sovraccaricarsi quando le temperature salgono.
Ma anche le azioni individuali, come stare in casa e bere acqua, hanno un forte effetto sul numero di morti. Controllare i vicini e i parenti anziani che vivono da soli può fare la differenza. Il dottor Santi Di Pietro, assistente alla cattedra di medicina d’urgenza dell’Università di Pavia, ha affermato che i suoi colleghi curano più pazienti al giorno di quanti ne curassero all’inizio di gennaio durante la stagione influenzale.
“Il cambiamento climatico deve essere considerato un problema di salute”, spiega ancora Gallo. Anche sui luoghi di lavoro.
Secondo un rapporto dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), oltre il 70% della forza lavoro mondiale è a rischio di morte o malanni a causa del caldo estremo. Quasi 23 milioni di infortuni sul lavoro in tutto il mondo sono causati dal caldo eccessivo.
L’Africa (93%) e la penisola arabica (83%) sono le aree dove la forza lavoro è maggiormente esposta alle ondate di calore. Europa e Asia centrale sono invece le regioni dove il rischio di caldo estremo sta aumentando più rapidamente che in qualsiasi altra parte del mondo, con un incremento di oltre il 17% dal 2020. Il rapporto prevede che le ondate di calore provocheranno circa 1,6 milioni di vittime a livello globale entro il 2050 e che il Sud-Est asiatico potrebbe essere tra le regioni più colpite.
A lungo termine, i lavoratori sviluppano malattie croniche gravi e debilitanti, che colpiscono il sistema cardiovascolare e respiratorio e i reni. Sempre secondo l’ILO, 26,2 milioni di persone soffrono di malattie renali croniche a causa dello stress da caldo sul posto di lavoro.
Le categorie più a rischio sono, in particolare, i vigili del fuoco, i panettieri, gli agricoltori, gli operai edili, i minatori, gli addetti alle caldaie, gli operai di fabbrica. I lavoratori d’età pari o superiore a 65 anni, in sovrappeso, affette da malattie cardiache o da ipertensione arteriosa, sono maggiormente a rischio.
Uno degli aspetti meno dibattuti è quello relativo, infine, agli impatti delle ondate di calore sulla salute mentale. Negli ultimi anni, le discussioni sull’impatto dei cambiamenti climatici sulla salute mentale si sono concentrate sull’eco ansia, un termine che indica la preoccupazione, la paura o l’ansia cronica legata al destino del pianeta a per via di gravi eventi climatici.
Meno si parla di alcuni filoni di ricerca che stanno cercando di comprendere meglio gli effetti dei cambiamenti climatici, in particolare il caldo estremo, sulla salute mentale. Tra questi, anche l’ultimo rapporto dell’IPCC, secondo il quale l’aumento delle temperature globali ha “influenzato negativamente” la salute mentale nelle regioni di tutto il mondo.
In generale, il caldo e il disagio possono influire sull’umore di una persona, portandola a sentirsi più irritabile e stressata con effetti a catena sul comportamento. Un numero crescente di ricerche collegano il caldo estremo a un aumento dei comportamenti violenti.
Il caldo estremo può avere implicazioni ancora più significative sul sonno. Le ricerche dimostrano che il riscaldamento notturno sta peggiorando la qualità e le ore di sonno a livello globale. Giorni o settimane di sonno in stanze troppo calde possono non solo aggravare condizioni croniche come il diabete e le malattie cardiache, ma anche influenzare negativamente i disturbi psichiatrici
Tutti questi aspetti sono esacerbati per chi ha problemi di salute mentale. In questi casi, le ricerche hanno individuato un aumento dei ricoveri in ospedale di persone con problemi di salute mentale e anche un rischio maggiore di morire durante i periodi di alte temperature.
Tuttavia, restano ancora tante le lacune nella comprensione delle interazioni biologiche, psicologiche, sociali e ambientali tra salute mentale e calore, spiega Alessandro Massazza, project advisor su cambiamento climatico e salute mentale presso Wellcome, una fondazione che si occupa di salute mentale, malattie infettive e clima. Le ricerche sono ancora sporadiche e limitate e, con esse, anche le politiche dei governi: la salute mentale è a malapena presente negli impegni relativi al clima in tutto il mondo.
Attualmente, solo il 3% degli impegni climatici presentati dai governi nazionali nell’ambito dell’Accordo di Parigi menziona la salute mentale, prosegue Massazza. L’Australia Meridionale è uno dei pochi Stati che prevede un supporto mirato per i gruppi a rischio, compresi quelli di persone affette da patologie mentali. Anche le politiche basate sulla natura, che migliorano l’accesso agli spazi verdi e blu, e le politiche dei trasporti che incoraggiano l’uso di mezzi di locomozione lenti, come le biciclette, hanno dimostrato di avere benefici per la salute mentale e l’ambiente.
“Una migliore comprensione di come e perché il caldo estremo ha un impatto negativo sulla salute mentale – conclude Massazza – sarà essenziale per realizzare un mondo in cui nessuno sia bloccato da problemi di salute mentale, anche nel contesto di un clima che cambia”.
Nell’immagine: sempre più caldo (da Climate Reanalyzer)
Il problema è che hanno ragione tutti e due. E proprio per questo la faccenda è complicata