Kamala Harris mette Donald Trump all’angolo e lo sfida già a un secondo dibattito: “Io non sono Biden”
La cronaca del confronto. L’instant poll della Cnn: per il 63% degli spettatori la candidata democratica è andata meglio del rivale
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La cronaca del confronto. L’instant poll della Cnn: per il 63% degli spettatori la candidata democratica è andata meglio del rivale
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La cronaca del confronto. L’instant poll della Cnn: per il 63% degli spettatori la candidata democratica è andata meglio del rivale
Di Paolo Mastrolilli, La Repubblica
Philadelphia – Kamala Harris ha parlato del futuro, Donald Trump del passato. La principale differenza nel dibattito di ieri sera a Philadelphia è stata tutta qui, ma potrebbe bastare a convincere i pochi elettori indecisi rimasti che rimandare alla Casa Bianca il vecchio tycoon non sarebbe bell’interesse degli Stati Uniti. Persino la cantante Taylor Swift si è convinta, annunciando alla fine del dibattito il suo appoggio per la vicepresidente: “Abbiamo bisogno di una persona come lei, che combatta per le nostre esigenze”.
La sensazione che Harris sia andata meglio rispetto a Trump è stata ampiamente confermata dal sondaggio realizzato dalla Cnn immediatamento dopo la fine del dibattito: per il 63 per cento degli intervistati è stata lei a prevalere, contro un 37 per cento che ha dato la vittoria al candidato repubblicano. Da notare che, prima del dibattito, le aspettative per l’esito della sfida erano significativamente diverse, con il pubblico diviso esattamente a metà, 50 a 50, alla domanda su chi pensavano che sarebbe andato meglio.
Harris ha presentato una visione per migliorare l’America, dall’economia alla politica estera, mentre Trump ha ripetuto le false lamentele sulle elezioni rubate nel 2020 e gli attacchi per gli errori dell’amministrazione Biden. A un certo punto è finito a parlare pure della balla secondo cui gli immigrati illegali in Ohio rubano gli animali domestici per mangiarli, dimostrando in una maniera quasi ridicola quanto non ci sia fondo al pozzo delle sue bugie.
La candidata democratica ha iniziato il dibattito con un gesto inusuale, di questi tempi, andando verso l’avversario per tendergli la mano: “Piacere, Kamala Harris”. Da quel momento in poi però lo ha messo sulla difensiva, costringendolo quasi sempre a reagire. Lui ha evitato di dare il peggio di sé, tipo gli insulti, ma non è riuscito a nascondere la propria rabbia. Harris ha attaccato sull’economia: “Trump ci ha lasciato la disoccupazione più alta dalla Grande Depressione. Quello che abbiamo fatto è stato mettere a posto il pasticcio che lui ha creato”, ricordando anche le sue politiche fallimentari sul Covid.
Così ha distolto l’attenzione dal problema dell’inflazione, che doveva essere il cavallo di battaglia di Donald, insistendo invece sul suo piano per costruire “un’economia delle opportunità”, attraverso le agevolazioni fiscali per le famiglie e le piccole imprese, gli aiuti per comprare la prima casa, la sanità. Sull’immigrazione, altro argomento centrale per Trump, gli ha rimproverato di aver bloccato la legge già negoziata con i repubblicani per garantire la sicurezza del confine, “perché preferiva avere un problema su cui basare la sua campagna elettorale, invece di risolverlo”.
Lui ha tirato fuori la storia dei cani mangiati dagli immigrati in Ohio, smentita dalle autorità locali, e ha rimproverato a Kamala l’impennata della criminalità, che in realtà secondo l’Fbi è diminuita in tutto il paese. Quindi lei ha contrattaccato così: “È singolare che a parlare di criminalità sia lui, condannato e incriminato”. Harris ha attaccato anche sulla politica estera, accusando Trump di “aver venduto gli Stati Uniti alla Cina” con la sua politica dei chips. Quindi lo ha rimproverato di essere amico di dittatori come Vladimir Putin e Kim Jong Un, che “fanno il tifo per lui perché lo possono manipolare”.
Donald dice che se fosse stato alla Casa Bianca la guerra in Ucraina non sarebbe mai cominciata, ma Kamala ha risposto che “se fosse presidente, Putin sarebbe seduto a Kiev con gli occhi puntati sull’Europa”. Lo ha incalzato sulla mancata difesa della democrazia, provocandolo così: “I leader stranieri gli ridono dietro. Sei amico di Putin, un dittatore che ti si mangerebbe a colazione”. Lui l’ha accusata di voler distruggere Israele.
Sull’aborto è stata molto decisa: “Il governo, e soprattutto Donald Trump, non dovrebbero dire a una donna cosa fare con il suo corpo”. Ha ricordato le ragazze che per colpa sua non possono abortire neanche quando sono vittime di stupro o incesto. Lui ha risposto affermando che i democratici vogliono consentire l’aborto nel “nono mese o uccidere i bambini dopo che sono nati”, ma nessuno ha mai parlato di proposte del genere. Quindi lei lo ha sfottuto anche sulle folle ai comizi, un tema a cui Trump è molto sensibile: “La gente va via dai tuoi rally per noia ed esasperazione”.
Donald ha usato le accuse abituali, dicendo che Harris “è una marxista che ha distrutto il paese con politiche che sono folli”. Ha cercato la battuta quando l’ha fermata, dicendole “sto parlando io”. Un riferimento alla stessa frase famosa usata da Harris con il suo vice Mike Pence nel dibattito del 2020. Quando gli è stato chiesto della questione della “razza” di Harris, che l’avrebbe cambiata per convenienza politica, ha detto che “non me ne potrebbe fregare di meno. Qualunque cosa voglia essere, per me va bene, decida lei”. Ma il danno ormai è fatto.
Trump ha provato a mettere in difficoltà la sua avversaria sul ritiro dall’Afghanistan, ma Harris ha risposto ricordando che fu lui a “concludere un accordo disastroso, invitando persino i talebani a Camp David, luogo sacro degli Usa”. Quindi ha concluso così: “Non sono né Biden né Trump, sono la leader di una nuova generazione. È il momento di voltare pagina da questa politica del risentimento. Il mio piano è una nuova strada per il futuro”. E qui c’è stato l’appello forse più forte agli americani, affinché guardino al futuro, quando andranno alle urne il 5 novembre.
Lui dopo il dibattito è comparso nella “spin room”, dove in genere vanno i surrogati per sostenere i candidati. Ha detto che “è stato il miglior dibattito della mia vita”, ma la sua apparizione è stata un chiaro segno delle difficoltà, perché si è reso conto che il dibattito è andato male e ha sentito la necessità di correggere e rafforzare il messaggio. Harris infatti lo ha sfidato, invitandolo a fare un secondo dibattito: “Vedremo”, ha risposto lui laconico.
Nell’immagine: Kamala Harris porge la mano a Donald Trump all’inizio del dibattito
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