La Confederazione continua a trascurare il controllo dei sistemi di telefonia mobile
I controlli per verificare che siano rispettati i valori limite sono insufficienti, e in ballo c'è la salute della popolazione
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I controlli per verificare che siano rispettati i valori limite sono insufficienti, e in ballo c'è la salute della popolazione
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I controlli per verificare che siano rispettati i valori limite sono insufficienti, e in ballo c'è la salute della popolazione
L’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) dovrebbe garantire il rispetto dei limiti nelle emissioni degli impianti di telefonia mobile, ma lo fa in modo incompleto e poco efficace. Il Tribunale federale gli ha già ordinato due volte di verificare il rispetto dei valori limite di installazione su tutto il territorio svizzero, conformemente all’ordinanza sulla protezione dalle radiazioni non ionizzanti (ORNI) – una volta in una sentenza del 2019 e un’altra in una sentenza del 2023.
Recentemente il Tribunale federale gli ha anche imposto di ispezionare gli impianti di telefonia mobile sul posto, per verificare se gli impianti fossero stati installati secondo quanto previsto dalla licenza edilizia, e per esaminare l’impatto di eventuali irregolarità sull’esposizione della popolazione alle radiazioni. L’UFAM ha quindi elaborato un progetto pilota di ispezioni in loco. Tuttavia una scheda informativa pubblicata in primavera dimostra che i controlli sono stati estremamente cauti.
Il problema è che l’UFAM concentra la sua attenzione su parametri strutturali, come l’altezza delle antenne o la direzione di trasmissione. L’esposizione effettiva alle radiazioni nei cosiddetti luoghi sensibili, dove le persone trascorrono lunghi periodi di tempo – come case, ospedali o scuole – è considerata secondaria.
Inoltre l’ufficio ha semplicemente richiesto i dati agli operatori di telefonia mobile. Non ha misurato le radiazioni effettive sul posto. E, fatto clamoroso, due settimane prima delle verifiche l’autorità ha comunicato agli operatori di telefonia mobile quali sistemi sarebbero stati ispezionati. L’UFAM giustifica questa prassi affermando che l’annuncio era necessario affinché gli impianti di telefonia mobile potessero essere resi accessibili al personale degli uffici di misurazione – le antenne sono solitamente in posizioni isolate – e spenti per motivi di sicurezza.
L’ufficio si è astenuto dall’effettuare ispezioni in loco degli impianti in cui le misurazioni avevano rivelato livelli eccessivi. In risposta a una richiesta di Infosperber, ha affermato che le ispezioni venivano considerate necessarie solo se le previsioni matematiche mostravano che più dell’80% dei valori limite dell’installazione, come definiti nell’Ordinanza sulla protezione, erano stati superati.
Su un totale di 76 stazioni di base per la telefonia mobile ispezionate nella Svizzera tedesca e romanda, il 37% presentava difetti, in particolare nella direzione orizzontale di trasmissione. Se si considerano le stazioni di base dei singoli operatori, la distribuzione è la seguente: il 10% delle stazioni di base di Salt, il 43% delle stazioni di base di Sunrise e il 21% di quelle di Swisscom presentavano anomalie nei parametri strutturali.
Secondo l’UFAM i calcoli hanno dimostrato che le deviazioni non hanno comportato un’esposizione eccessiva alle radiazioni in nessuno degli impianti. Interpellati, gli uffici stampa di Swisscom e Sunrise hanno dichiarato di aver sempre rispettato i limiti di installazione.
Inoltre gli operatori di telefonia mobile dovevano correggere le deviazioni documentate, se possibile, direttamente in loco presso l’antenna, ma a volte possono essere necessari mesi per correggere tali difetti. Lo dimostra un rapporto del Dipartimento Edilizia del Cantone di Zurigo, secondo il quale possono essere necessari fino a sette mesi per i lavori necessari.
L’UFAM afferma che i responsabili delle ispezioni presso gli impianti sono i Cantoni, ma in seguito alle ripetute pressioni del Tribunale federale sta esaminando i sistemi di garanzia della qualità in tutta la Svizzera, per verificare gli impianti in loco e confrontare le informazioni contenute nella banca dati. Tuttavia sottolinea la limitatezza delle risorse finanziarie e umane e i numerosi altri progetti in corso nel settore della telefonia mobile. Ad esempio, l’Istituto di medicina di famiglia dell’Università di Friburgo ha creato una rete di consulenza su incarico dell’UFAM. L’obiettivo è quello di fungere da punto di contatto per le persone che associano i loro disturbi all’esposizione alle radiazioni. Ma queste circostanze non giustificano un’applicazione così blanda di due sentenze del Tribunale federale.
Traduzione e adattamento a cura della redazione
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