La nave dei folli – Una bazzecola di letame e di letizia
Con la stessa origine etimologica, due termini si spendono e si spandono nel mondo e sui campi del mondiale qatariota appena concluso
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Con la stessa origine etimologica, due termini si spendono e si spandono nel mondo e sui campi del mondiale qatariota appena concluso
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Con la stessa origine etimologica, due termini si spendono e si spandono nel mondo e sui campi del mondiale qatariota appena concluso
Letizia prende la radice dal latino laetus, che significa: letame. Pochi lo sanno, molti lo praticano: sarai lieto se sarai “alletamato”. Ora, tutti vorrebbero la letizia in casa, nessuno il letame. Ma è un errore. La congiunzione dell’una all’altro ha una sua ragion d’essere. Il letame, sparso, feconda, porta frutti, fa nascere fiori. Attira e nutre anche le mosche e gli scarafaggi, è vero, ma è effetto secondario.
La letizia, che ne deriva, è considerata come il concime nei campi: affinché arrivino abbondanti frutti non basta arare il campo (lavoro e talento), c’è bisogno d’altro: di “joie de vivre” o di apparire e consumare, di mostrare quanto vali e quanto spendi. Non si può essere lieti da soli: ci vuole qualcuno che ci faccia lieti o o dobbiamo renderci lieti assieme. Si chiama ripartizione per i compagni, cooperativismo per i camerati.
Si è scoperta una sintesi straordinaria: il denaro (già sterco del demonio dall’antichità) si fa letizia in orto politico e subito fruttifica. (Purché non arrivi qualche incompetente a rovinare tutto perché non ha capito che si tratta di concime che ha richiesto tempo lavoro e talento).
La sintesi più straordinaria è però la seguente. Non si ha ancora una cifra precisa (si hanno letizie varie sparse qua e là nelle case di parlamentari) su quanto il Qatar abbia versato in denaro ed altre elargizioni “per influenzare le decisioni politiche ed economiche del Parlamento europeo” ai fine di farsi un’immagine di paese presentabile, rispettoso dei diritti.
Da quel che è emerso sinora, si superano abbondantemente i due milioni di euro. L’aspetto paradossale è che pare lecito pensare, a rigor di logica e di finanza, che la somma per la corruzione se l’è pagata non il corruttore (il Qatar), ma il corrotto (l’Europa). E… fors’anche noi. Basterebbe pensare che metà (47.7 per cento) dei finanziamenti e investimenti per i mondiali di calcio in Qatar, più di 200 miliardi di dollari, è arrivata da banche (anche svizzere), fondi pensione e compagnie assicurative europee. 2 milioni su 200 miliardi: una bazzecola percentuale di letame e di letizia.
Nell’immagine: l’iconico stadio di Lusail (Qatar), lietamente alletamato
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