Di Paolo Mastrolilli, La Repubblica
Donald Trump resta il favorito nella corsa alla Casa Bianca. Almeno secondo il modello di previsione delle elezioni elaborato dall’esperto di statistiche Nate Silver, che gli dà 61,5% di possibilità di conquistare il collegio elettorale, e quindi la presidenza, contro il 38,3% di Kamala Harris. Va detto che altri modelli sostengono il risultato opposto, ma non c’è dubbio che la sfida sia ancora tutta in salita per la candidata democratica, come ha ammesso la stessa direttrice della sua campagna Jen O’Malley Dillon, che in una recente nota inviata ai giornalisti l’ha definita la “underdog”, ossia la sfavorita. In parte era pretattica e propaganda, ma in parte era anche realtà.
Silver era diventato famoso con il suo sito FiveThirtyEight perché nel 2008 aveva previsto la vittoria di Obama quasi alla perfezione. Nel 2016 aveva puntato su Clinton, dando però a Trump un terzo di possibilità di vittoria, ossia la stima più alta fra tutte. Poi aveva trasferito FiveThirtyEight dal New York Times alla Abc, lasciandolo in seguito per fondare il suo Silver Bulletin. Non produce sondaggi, ma analizza quelli degli altri usando un modello statistico per le previsioni. Secondo le sue ultime valutazioni, Harris è ancora avanti del 3% nella media dei rilevamenti nazionali, ma questo non le basterà a conquistare la Casa Bianca.
Negli stati chiave infatti Trump ha recuperato e ora ha il 61,5% di probabilità di vittoria, al netto di rimbalzi significativi generati dalla Convention di Chicago, che però finora non si sono materializzati in maniera molto consistente. Questo significa che la “luna di miele” che aveva aiutato Kamala Harris dopo la sua candidatura al posto di Biden è finita, oppure ha esaurito il proprio effetto. Ha riaperto la corsa, perché Joe era molto più indietro nei sondaggi e praticamente già sconfitto, rianimando i democratici e riportando a casa voti che sembravano persi. Però non ha cambiato, e probabilmente non poteva cambiare la fisionomia politica degli Usa, che restano profondamente divisi.
Gli elettori di Trump sono rimasti tali, così come il vantaggio in generale offerto ai repubblicani dal collegio elettorale, che consente loro di conquistare la Casa Bianca anche se sono minoranza nel Paese. L’esito della sfida quindi continua a dipendere dalle scelte di poche migliaia di indecisi in 7 stati, Pennsylvania, Michigan, Wisconsin, Georgia, Arizona, Nevada e North Carolina, ma con Donald in vantaggio e Kamala all’inseguimento.
Non tutti condividono questa analisi. Ad esempio proprio FiveThirtyEight, ora gestito dalla Abc, pubblica un modello secondo cui Harris ha il 55% di probabilità di vincere contro il 44% di Trump. Di sicuro c’è che i distacchi sono molto ravvicinati, e la campagna di Kamala sa di dover rincorrere, a partire dal dibattito decisivo di martedì.
Nell’immagine: Harris – Trump. Pennsylvania e Georgia potrebbero determinare la scelta del prossimo presidente americano