Lo sciopero del tifo? Una bravata da giovinastri, nei confronti di quanto successo al Meazza di Milano il 12 aprile 2005 in un derby valido per la Coppa dei Campioni sospeso per 20’ e poi definitivamente interrotto a causa dei petardi piovuti in campo dalla Curva Nord interista.
Quel match era toccato a me. La posizione della TSI era defilata, più vicina alla porta di Nelson Dida, transitato anche da Lugano, che al centro del campo. Non era ideale, ma si sarebbe rivelata tale per ragioni che con il calcio non hanno nulla a che fare: mi permise di vedere chiaramente un corpo infuocato colpire Dida alla spalla, e il brasiliano alzare il braccio a protezione dell’occhio destro: questione di pochi centimetri, una ventina, e l’avrebbe perso. L’Inter fu punita con un 3 a 0 a tavolino, due giornate a porte chiuse e relativo grave danno economico.
I commenti furono i soliti, basati sulle intemperanze dei tifosi che non accettano la sconfitta.
Pochi giorni dopo Giacinto Facchetti, reduce dalla sede dell’Uefa di Nyon dove avevacercato di difendere la società, si trova accanto e me sul volo Ginevra-Agno.
Mi spiega che la Curva Nord dell’’Inter (da sempre con una forte componente fascista) era in mano a Duilio Tilgher di ‘Terza Posizione’. A un certo punto l’Inter di Moratti non accetta piú il ricatto dei biglietti in continuo aumento da consegnare ai ‘tifosi’ agli ordini di Tilgher. Con le conseguenze descritte. Le ultime intercettazioni del procuratore capo di Milano Marcello Viola fanno testo di una evoluzione dalla propaganda fascista all’economia di mercato, al business.
I capi lo dicono chiaramente. Se ne fregano del tifo, delle bandiere, di chi vince e di chi perde, al punto che i capi-popolo dell’Inter e del Milan stringono un patto per dividersi il malloppo, che va dai biglietti comprati a 80 dollari, venduti a 600 a un intermediario e maggiorati a 800 per una finale di Champions League, alle tangenti sui parcheggi, allo spaccio di droga, al ‘pizzo’ imposto a qualsiasi commercio, dal panino alla bibita, bancarelle legali e ambulanti compresi.
Chi non paga viene pestato.
In soli due anni il tifo interista perde i due capi della Curva Nord: Vittorio Bolocchi, ucciso nell’ottobre del 2022, e poco dopo, il 4 settembre dell’anno scorso, il suo successore Antonio Bellocco, esponente della ‘ndrina’ di Rosarno, ucciso a coltellate da Andrea Beretta, un altro esponente di spicco degli ‘ultrà’ che aveva subito un qualche ‘sgarro’ nella spartizione del potere e soprattutto degli incassi.
Ora sul trono degli ‘ultrà’ siede Marco Ferdico, intercettato mentre parla con l’allenatore Simone Inzaghi e pretende un aumento di 200 biglietti dai 1000 che il club assegna alla Curva. Ferdico, che fa modificare da un carrozziere suo amico il fondo di un bus dei tifosi per nascondere mazze, bastoni, petardi ecc. arriva al punto da voler imporre al ‘mister’ la scelta dei giocatori: nel caso di espulsione di un giocatore, Inzaghi non deve togliere un attaccante per mettere un difensore, ma ‘giocare con due punte, come Berlusconi’.
Ferdico contatta anche la bandiere dell’Inter Zanetti e convoca lo slovacco Skriniar che vuol passare (passerà) al Paris S. Germain. “Tremava dalla paura’ comunica a un compare.
Ma per la Giustizia, al momento, Inzaghi e l’Inter sono ‘parte lesa’, in aperta contrddizione con il codice sportivo che vieta alle Società di finanziare i gruppi organizzati. Inoltre ‘durante le gare o in situazioni collegate, ai tesserati (Inzaghi e giocatori o ex giocatori come Zanetti e Materazzi) ‘ è fatto divieto di avere interlocuzioni con i sostenitori o di sottostare a manifestazioni e comportamenti degli stessi che costuiscono intimidazione, offesa o denigrazione’.
In caso di violazione di queste norme, sono previste multe, in casi gravi squalifiche oltre le 4 giornate, e inibizione temporanea dei dirigenti (sospendere Inzaghi?).
‘Affaire a suivre’, come dicono i francesi, senza troppe illusioni su eventuali punizioni per chi è chiaramente ostaggio della malavita e si fa ricattare.
Sull’altro fronte Luca Lucci, condannato per traffico di droga, immortalato assieme a Salvini, tifoso del Milan (‘sono indagato anch’io, in curva ci sono elementi positivi’) segue un percorso di rieducazione. Va allo stadio con la famiglia e con la psicologa d’ufficio e viene intercettato mentre di fa beffa delle autorità ed esclama ‘ho sete di sangue’.
A questo punto, qualcuno di voi (quorum ego, anca mì) ha magari avuto la tentazione di acquistare la ‘Rosea’, Gazzetta che più milanese di così non si puó, per vedere come è stata presa .la faccenda (la mazzata). Il titolone è dedicato alla Champions: ‘INTER E MILAN A CACCIA DI EUROGOL’. Quindi: ‘Inzaghi cambia per vincere’ (cambia interlocutore fra gli ultrà, senno le marionette della curva non cantano ma insultano?). Il giorno precedente il titolo era ‘Europa nostra’. Mare nostrum.
Si, ma ci sarà un editoriale sul caso all’interno. O no? No: Sacchi analizza il Napoli di Conte, si parla del Pisa capolista della B, e di Luna Rossa. Il comportamento del giornale ‘sportivo’per eccellenza, dice più di mille pagine d’inchiesta e di giudizio finale: lo sport come sostituzione della religione, come nuovo oppio. Non se ne puó fare a meno. Fino a ieri, forse. Perché questa è troppo grossa.
E forse qualche tifoso non aspetterà più la domenica per vedere la squadra del cuore.
La squadra contesa da capi-popolo legati a verie mafie che usano il popolo per i loro loschi affari.
E si ammazzano per essere l’unico boss dei boss.