Di Monica Perosino, La Stampa
Tra tutte le invenzioni dell’uomo concepite per distruggere, mutilare, martoriare e uccidere un altro essere umano ce ne sono alcune che, nella loro semplicità, implicano una componente di crudeltà raccapricciante. Tra queste ci sono quelle che il ministro della Difesa russa – con un chiaro intento di terrorismo psicologico – ha detto di aver usato oggi contro uno “stazionamento di mercenari alla periferia meridionale di Sudzha, nel Kursk”, ovvero dei missili con testate termobariche. La prima volta che Mosca ha usato armi termobariche in Ucraina è stata il 28 febbraio 2022, 4 giorni dopo l’invasione su larga scala.
Le bombe termobariche (dalle parole greche caldo e pressione), note anche come bombe a combustione o bombe a vuoto, sono armi non convenzionali che sfruttano gli effetti combinati della pressione e della temperatura per causare danni distruttivi sull’uomo. Quando un’arma termobarica viene sganciata o lanciata, la prima carica detona per disperdere le particelle di carburante. La seconda carica accende il carburante disperso e l’ossigeno nell’aria, creando un’onda d’urto di pressione e calore estremi che ha il potenziale di riverberare e creare un vuoto parziale in uno spazio chiuso.
Queste bombe contengono una carica di propellente che, al momento dell’esplosione, crea una nuvola di particelle e gas incandescenti. La reazione di combustione consuma rapidamente l’ossigeno nell’aria, provocando una bassa pressione temporanea (il cosiddetto “effetto a vuoto”) che aspira all’interno tutto ciò che si trova nelle vicinanze. L’onda d’urto generata dalla detonazione è inizialmente meno potente di quella di una bomba convenzionale, ma la successiva onda di depressione causa danni devastanti, specialmente all’interno di spazi confinati come edifici, fortificazioni, tunnel o bunker. Gli effetti distruttivi delle bombe termobariche sono particolarmente letali per gli esseri umani, causando traumi mortali ai polmoni e ad altri organi interni.
In caso di esposizione a un attacco con arma termobarica, le vittime subiscono innanzitutto l’impatto dell’onda d’urto iniziale, che causa gravi danni ai polmoni e al sistema cardiovascolare. La repentina compressione dei fluidi corporei provoca emorragie interne e perforazioni degli organi vitali.
Successivamente, l’onda di depressione aspirante aspira l’ossigeno dall’ambiente circostante e dalle vie respiratorie delle vittime. Questo porta al collasso dei polmoni e a una rapida asfissia. Se si viene investiti da una testata termobarica si muore soffocati con gravi lesioni ai polmoni. In questo caso, meglio morire subito, visto che chi rimanesse in vita l’esplosione, sarebbe gravemente ustionato dalla nube incandescente di gas e particelle. Le ustioni di terzo grado ricoprirebbero ampie porzioni del corpo, causando danni irreversibili ai tessuti e un’agonia straziante.
In sintesi, la morte causata da un’arma termobarica è estremamente dolorosa e violenta, particolarmente crudele e disumana.
Le prime armi termobariche furono sviluppate durante la Seconda Guerra Mondiale dalla Germania nazista, che le impiegò sul fronte orientale. Successivamente, anche Stati Uniti e Unione Sovietica lavorarono allo sviluppo di questa tecnologia bellica, utilizzandola in numerosi conflitti a partire dalla Guerra del Vietnam fino alle più recenti campagne militari in Afghanistan e Siria.
Diversi strumenti internazionali proibiscono o regolamentano le armi che generano gas asfissianti o tossici, armi chimiche e armi progettate principalmente per essere incendiarie. Le armi termobariche, tuttavia, sono progettate principalmente per l’esplosione e non sono specificatamente incluse o escluse dall’applicazione di questi strumenti. Tuttavia, i principi generali consuetudinari del diritto internazionale umanitario che determinano la legalità dell’uso di tutte le armi, comprese le armi termobariche, proibiscono di causare lesioni superflue e non necessarie.
Il diritto internazionale, insomma, non proibisce l’uso di munizioni termobariche, dispositivi esplosivi aria-combustibile o bombe a vuoto contro obiettivi militari. Nel marzo 2024 tutti i tentativi regolamentare o limitare le armi termobariche sono falliti.
Nell’immagine: la bomba termobarica russa ODAB-500PMV