Di Paolo Mastrolilli, La Repubblica
Chiuso nella “war room” allestita a Pittsburgh, Elon Musk lavora con l’abituale intensità per riportare Trump alla Casa Bianca. Si è trasferito nel cuore dello stato in bilico più decisivo, per gestire di persona le operazioni e bussare alle porte degli elettori incerti. E non si tratta solo di colore per i salti sul palco del comizio a Butler, perché Donald ha confessato agli amici che la mobilitazione del fondatore di Tesla per finanziare la sua campagna ha raggiunto i 500 milioni di dollari. Lo scrive il New York Times, con un’inchiesta che rivela dettagli inediti sulla parabola politica di Musk.
Musk e i fondi raccolti per Trump
Elon, che non può ambire alla Casa Bianca di persona essendo nato in Sudafrica, era irritato con Biden perché lo snobbava. Quindi aveva puntato sul governatore della Florida DeSantis, ospitando sull’ex Twitter il lancio della sua campagna elettorale. Allora considerava Trump «un perdente», consigliandogli di «navigare verso il viale del tramonto». Donald aveva risposto ricordandogli quando «elemosinava i sussidi statali», ma i due non aveva mai rotto. Quando DeSantis era imploso, Musk aveva confidato agli amici che intendeva aiutare segretamente Trump. Quindi aveva organizzato due cene, all’inizio dell’anno e ad aprile, dove aveva invitato miliardari come Nelson Peltz, John Paulson, e poi David Saks, Rupert Murdoch, Peter Thiel, l’ex segretario al Tesoro Mnuchin, sollecitandoli a mobilitarsi con lui. L’idea non era organizzare grandi eventi o puntare sulla pubblicità televisiva, ma una campagna porta a porta affinché ogni elettore già schierato ne convincesse almeno un altro paio. Aveva fondato l’America PAC, finalizzato ad aiutare dall’esterno la campagna di Donald, per fargli guadagnare almeno un milione di voti negli stati chiave.
Il porta a porta di Musk in Pennsylvania
L’operazione ora è partita, con una strategia su diversi fronti. Il primo è investire sulla macchina “grassroots”, ossia bussare alle porte, convincere gli elettori uno per uno, e poi assicurarsi che votino via posta o portarli ai seggi. Su questo Elon è impegnato di persona, si è trasferito a Pittsburgh ed è pronto a girare la Pennsylvania per andare a trovare i sostenitori. Poi c’è X, che con la scusa della libertà di informazione ha trasformato in piattaforma di propaganda trumpista. Nei giorni scorsi ha scritto che i democratici vogliono imporre l’accelerazione della cittadinanza per gli immigrati illegali, in modo da ottenere i loro voti, e il messaggio è stato visto da 34 milioni di persone. Le notizie favorevoli ad Harris invece vengono censurate, come è successo al giornalista Ken Klippenstein, sospeso perché aveva pubblicato un dossier sul vice Vance. Musk pensa che sia una battaglia esistenziale. A Butler ha detto che «le prossime elezioni saranno le ultime, se non vincerà Trump». E scherzando col giornalista Tucker Carlson, si è chiesto: «Se perderà, a quanti anni di prigione mi condanneranno?».
Nell’immagine: Musk scatenato sul palco del comizio elettorale di Trump a Butler In Pennsylvania