Oligarchie über alles
Svuotare la democrazia, obiettivo sempre perseguito e raggiunto da una minoranza che opera a proprio vantaggio e del liberismo anti-ambientalista
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Svuotare la democrazia, obiettivo sempre perseguito e raggiunto da una minoranza che opera a proprio vantaggio e del liberismo anti-ambientalista
• – Lelio Demichelis
Il 24 febbraio e il 7 ottobre hanno aperto una nuova era, dominata da un linguaggio apocalittico medievale. Ci culliamo nell’illusione che nessuno userà mai l’atomica e gli ideologi della carneficina prendono campo
• – Redazione
Di cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah da parte di Tel Aviv non se ne parla neppure. «Andremo avanti fino il vittoria», dice Netanyahu
• – Redazione
Una proposta in cui si vuole tutto e di più, ma non si dimentichi che secondo l'ultima rilevazione internazionale (PISA) la scuola ticinese vanta ottimi risultati
• – Aurelio Sargenti
A 30 anni dalla scomparsa, il ricordo di Yeshayahu Leibowitz (influente filosofo, scienziato ed ebreo osservante ): coniò l’espressione “Judeo-nazi”, alludendo alla disumanizzazione della società israeliana a causa dell’occupazione dei territori palestinesi
• – Sarah Parenzo
Un meccanismo collaudato, per nascondere le difficoltà alza il tiro. Ma ha armi spuntate: è appena fallito il test del suo missile più potente
• – Redazione
Dai film di Jocelyn Saab alle nuove generazioni, la «prima persona» di una memoria collettiva. Beirut è un laboratorio in cui prendono corpo i conflitti del nostro tempo
• – Redazione
Due tra i più importanti politologi si confrontano sulle sfide di un Occidente in crisi di identità. Che deve riscoprire la lotta contro le diseguaglianze
• – Redazione
Contemporaneamente al dibattito sull’iniziativa relativa alla biodiversità, ecco un libro di Christian Bréchot chiarificatore: "gli Stati possono sopravvivere a guerre e colpi di Stato, ma non alla perdita del loro suolo”
• – Silvano Toppi
Si militarizza la sicurezza dei centri federali affidandola a società private con agenti senza formazione, e si continua a costruire strutture troppo grandi con un affollamento eccessivo che creano più tensioni
• – Aldo Sofia
Svuotare la democrazia, obiettivo sempre perseguito e raggiunto da una minoranza che opera a proprio vantaggio e del liberismo anti-ambientalista
Dunque: in Francia, le sinistre vincono le elezioni, salvando il paese dal fascismo lepenista, ma l’oligarca neoliberale Macron rovescia il risultato elettorale e produce un governo che più a destra non si potrebbe e che, soprattutto, ha bisogno della benevolenza interessata di Marine Le Pen. Ovvero, il neoliberalismo – l’ideologia delle oligarchie capitaliste – salva nuovamente se stesso dal rischio di dover subire le politiche redistributive e sociali delle sinistre del Nuovo Fronte Popolare. Un neoliberalismo impersonato e personificato da Macron, che pur di non allentare o modificare le sue politiche neoliberali e pro-ricchi e pro-business – ma bocciate dalla maggioranza dei francesi – non esita ad allearsi (ma non lo si deve dire esplicitamente, meglio farlo in modo soft) appunto con i neo-fascisti. Nessuna novità, in realtà, in questo comportamento di Macron: questo sono stati (pro-capitalismo) il fascismo e il nazismo, il golpe di Pinochet in Cile, il Washington Consensus, le riforme strutturali del Fondo monetario, il Wto e la nuova Commissione europea. Il capitalismo, con le sue oligarchie, appena ha potuto ha tirato fuori da sotto il tappeto la polvere lì nascosta – nei decenni dal 1945 agli anni Settanta, quando il compromesso tra capitale e lavoro aveva illuso di una democratizzazione del capitalismo – del suo strutturale fascismo o autoritarismo, perché – come sosteneva l’oligarchia capitalista della Trilaterale negli anni Settanta – la democrazia era diventata troppa e andava ridotta con ogni mezzo, legale e/o illegale, importante era l’obiettivo da raggiungere, appunto contenere la democrazia, svuotarne la sostanza senza cancellarne la forma – e soprattutto garantire il potere dell’oligarchia capitalista.
A sua volta, l’oligarca ordoliberale Mario Draghi ha presentato recentemente un Rapporto sulla competitività dell’Europa che paventa il declino (l’agonia, addirittura) dell’Europa – ma non per la crisi climatica e ambientale, bensì perché poco competitiva capitalisticamente; e quindi ha predisposto un piano (smentendo ancora una volta la tesi per cui il capitalismo si baserebbe sul libero mercato, in realtà è pianificatore come pochi altri regimi politici), finalizzato a rilanciare appunto la produttività (non la sostenibilità) dell’economia del vecchio continente, insieme nascondendo il green sotto gli imperativi della competitività industriale globale e della urgenza della transizione digitale (non di quella ambientale, che sarebbe da porre invece come priorità assoluta e a cui tutto il resto dovrebbe essere semmai sub-ordinato), dicendo nulla o quasi sulle fonti alternative e chiedendo ancora più mercato e soprattutto chiedendo che “tutte le politiche siano allineate: le politiche climatiche con le politiche industriali, quelle industriali con quelle commerciali, e così via” – allineate e cioè funzionali – questo è il neoliberalismo – al capitale, come sostiene l’economia mainstream e tutti i governi del mondo.
E ricordiamo che l’oligarca del mercato e della finanza Mario Draghi è anche l’autore nel 2011, con Claude Trichet , della famosa lettera al governo italiano con cui, in nome dei mercati, si dettava/imponeva l’agenda politica ed economica al paese. A dimostrazione ulteriore che un banchiere oligarca è più potente della democrazia. E oggi si replica, posto che l’Europa ha chiesto all’oligarca Draghi di delineare appunto il suo futuro, non lo ha chiesto certo a papa Francesco con la sua Laudato si’ e meno che meno agli scienziati del clima, che devono essere anzi silenziati in ogni modo, altrimenti addio produttività e profitti sempre di più per l’oligarchia. Per la quale – utile ricordarlo – è più facile immaginare la fine della Terra che la fine del capitalismo. E la oligarchica Svizzera ne sa qualcosa, se andiamo al salvataggio del Credit Suisse deciso in un week-end, mentre si contesta la sentenza della Corte europea per i diritti umani (Cedu) sulla denuncia delle Anziane per il clima, che sanziona la Svizzera per inadempienze nel contrasto alla crisi climatica – e il popolo vota contro la tutela della biodiversità, perché sempre prima viene l’economia capitalistica, mai l’ecologia.
Ancora due notizie. Le Nazioni Unite hanno approvato nei giorni scorsi un apparentemente ambizioso Patto per il Futuro che vuole agire su aree e ambiti decisivi come lo sviluppo sostenibile, la pace e la sicurezza, la tecnologia e la cooperazione digitale (colmando “il vuoto morale e regolatorio in cui avanza l’intelligenza artificiale”), con la governance globale da ripensare insieme con la riforma delle istituzioni finanziarie internazionali e dello stesso Consiglio di Sicurezza. Il Patto chiudendosi con una Dichiarazione sulle Generazioni Future, che non dovranno più essere escluse dai processi decisionali nazionali e internazionali. Tutto ottimo.
Peccato che poi il Patto – come ha ricordato Nicoletta Dentico sul manifesto del 24 settembre – “riesuma la crescita economica come traguardo, l’esaltazione della proprietà intellettuale contro ogni evidenza empirica, il rilancio della finanza privata e del settore privato tout court, con i suoi soluzionismi di mercato privi di regole del gioco. Il Patto somministra per l’ennesima volta le sgualcite formule neoliberali, con il solo correttivo di superare la logica del Pil per misurare la performance economica, senza intaccare le insostenibili meccaniche di potere in un’economia che produce disuguaglianza e insicurezza”. L’oligarchia capitalistica e neoliberale ha cioè vinto ancora una volta, come si appresta a vincere (anche) alla prossima COP sul clima.
E poi: Amazon, Tesla, Meta, ExxonMobil, Blackstone, Vanguard e Glencore sono le multinazionali messe sotto accusa da un Report della Ituc (Confederazione di sindacati che rappresenta oltre 190 milioni di lavoratori in 170 nazioni del mondo) in quanto considerate delle minacce per la democrazia, per la libertà e per la tutela della biosfera (cioè della casa comune di tutti noi). Messe sotto accusa per le emissioni di CO2, per le pessime condizioni di lavoro e per attività antisindacali e anti-democratiche, per il sostegno a leader autoritari (da Trump a Milei e Modi), e per l’ostruzionismo e il lobbismo praticato contro i regolamenti sulla privacy e sulla tutela dell’ambiente. Imprese che stanno cercando di “svuotare a ogni livello il potere della democrazia”, perché il loro interesse è “massimizzare la propria influenza, il loro potere estrattivo e i profitti”.
E svuotare la democrazia in nome dell’oligarchia era appunto l’obiettivo della Trilaterale. Cui si aggiunge ora l’obiettivo – il neoliberalismo ponendo l’impresa auto-cratica come modello virtuoso non solo economico ma anche politico – di sostituire lo stato con il governo diretto da parte delle imprese; qualcosa in realtà di già compiuto se pensiamo al potere pervasivo che le multinazionali del Big Tech (ma non solo loro) hanno ed esercitano per modificare, influenzare, orientare, guidare, la nostra vita h24, senza lasciarci mai soli a pensare – e a prescindere da ogni valutazione e decisione democratica sul loro operato.
Last but not least: l’oligarca Elon Musk – sodale dell’oligarca Trump – ha conferito a Giorgia Meloni il premio annuale dell’Atlantic Council, un think tank statunitense di ultra-destra, il cui scopo è “promuovere la leadership americana e promuovere accordi internazionali basati sul ruolo centrale della comunità atlantica nell’affrontare le sfide del XXI secolo”. Come a dire: tra oligarchi e fascisti…
Nell’immagine: Come a dire: tra oligarchi e fascisti…
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Scriviamo mentre ancora non si sa dove sia la salma di Navalny; il Cremlino forse teme che funerali e sepoltura possano oltretutto trasformarsi in manifestazioni contro Putin;...