Le Olimpiadi dei ‘sani’, degli ‘abili’ e quelle dei ‘malsani’, dei ‘disabili’, a distanza di un mese ci hanno (forse) aperto gli occhi e calato molte lezioni, la prima data dalla straordinaria voglia di vivere, di cavare il massimo da se stessi. Abbiamo visto prodezze inimmaginabili, in primo luogo un uomo-siluro, il cinese Jincheng Guo, che senza braccia, in apnea, percorre con il solo battito frenetico delle gambe 50 metri a nuoto in 29”33: Noè Ponti li fa in 22”45. Nel salto in alto il polacco Lukasz Manczarz si presenta con le stampelle, le getta e su una sola gamba, simile a un canguro che però salta su entrambe, supera 1 metro e 74 centimetri (li trovate in rete). Anche Lukasz non dovrebbe più essere tra noi, due volte soppresso: in quanto ‘lebensuntüchtig’, incapace, indegno alla vita, e in quanto polacco, secondo il progetto dei nazisti che in 20 anni volevano sterminare l’intero popolo polacco, salvo i bambini con gli occhi azzurri, e i capelli biondicci, rapiti e cresciuti in ambito tedesco-ariano. Uno dei capi-progetto, presidente della Camera dei medici tedeschi, era il ticinese Leonardo Conti, di padre luganese e madre tedesca, emigrato a Berlino dopo la separazione della coppia, catturato dagli statunitensi, impiccatosi a Norimberga un mese prima del processo (vedi ‘Un medico ticinese alla corte di Hitler’, Flavio Maggi, Dadò).
Il pensiero va all’Olimpiade greca, nella quale gli elleni celebrano il loro corpo di fronte alla statua del Padre di tutti gli dei, Zeus – Giove Ottimo Massimo. Il ‘barbaro’ Anacarsi, siriano, uno dei 7 Sapienti dell’Antichità (non ama i greci e il loro culto del corpo – ma solo maschile!) chiede perché dovrebbe assistere, come tutti i grandi filosofi, ai Giochi Olimpici. Luciano di Samosata gli risponde per bocca del saggio Solone: “vedresti forme umane meravigliose, corpi capaci di ogni prodezza”. Lo stesso grande legislatore ateniese non si oppose mai apertamente all’eugenetica ante litteram (2700 anni prima della nostra) del suo collega spartano Licurgo, citato da Plutarco (‘Le vite’) all’inizio della nostra Era: ‘i genitori spartani non avevano diritto di allevare i figli, ma dovevano portarli in un luogo chiamato “tesche”, dove gli anziani li esaminavano: se li vedevano sani e robusti ne disponevano l’allevamento e gli assegnavano in anticipo una porzione di terreno demaniale; se invece li trovavano gracili e malfatti, ordinavano che fossero gettati in una voragine del monte Taigeto, detta Apotete. Non conveniva infatti né alla polis (alla città), né al bambino stesso che fosse lasciato crescere per restare sempre debole nel fisico infelice’ – (non avrei avuto scampo: alla nascita pesavo kg 1.870).
La moderna archeologia, non avendo rintracciato scheletri di bambini (molti però venivano semplicemente ‘esposti’ e morivano per fame o perché azzannati dai lupi) nella voragine del Taigeto, mette in dubbio Plutarco, ma è smentita da un editto di Tebe che proibisce l’infanticidio.
La nostra eugenetica parte dalla selezione del bestiame per renderlo più resistente alle malattie e più redditizio, e la trasporta agli umani, inizialmente per scopi considerati nobili (la migliore salute), ma poi con chiari intenti razzisti: la selezione di una razza superiore, concetto non solo nazista.
Queste tesi sono smentite non solo dalle prodezze che la maggioranza di noi ‘abili’ si sogna, ma dalla straordinaria gioia di vivere che emana dai pori rimasti nei loro corpi mutilati o dagli arti troppo deboli per reggerli: pori che valgono due volte almeno i nostri se paragoniamo il nostro malcontento, le nostre perenni turbe esistenziali, il nostro esaurimento, alla loro contagiosa energia: il portabandiera brasiliano ‘Gabrielzinho’ Araujo, oro nei 50 m dorso, nei 100 (in 1:53”67) e nei 200 stile libero, è nato focomelico: non ha le braccia, le gambe e i piedi sono due vaghe protuberanze del tronco, ma il suo volto è raggiante come quello di un dio dell’Olimpo al banchetto con una dea, o anche con un’umana: qualcuno lo deve aiutare a nutrirsi e a lavarsi, chissà la gioia che prova a vedersi accudito, o anche semplicemente a respirare, a godere del sole, delle stelle, del vento, della pioggia, dei fiori, dei colori, di qualsiasi forma di vita umana o animale.
La meccanica, le sedie a rotelle, ma soprattutto le protesi che sostituiscono gambe e piedi, danno agli amputati una nuova, e anche spettacolare dimensione: il tedesco Markus Riehm è talmente in sintonia con la protesi da saltare in lungo 8m72 a pochi centimetri dal mondiale di Mike Powell (8m95, Tokyo, 1991). Al punto da essere escluso dalle gare degli “abili”.
Forse vale di più il getto del peso degli umani che superano a malapena il metro di altezza e che gettano il peso poco al di là della punta dei loro piedi (se li hanno).
Un solo centimetro di primato personale in più scatena una gioia sublime, irrefrenabile, contagiosa. Sono liberi da molti pregiudizi, anche grazie alla rivoluzione del cristianesimo, della sua pietas in opposizione alla cultura spartana e greca, ma anche nazi-fascista. Con una lacuna rispetto ai nostri tempi: i cristiani li salvano ma li nascondono. Quante orribili storie abbiamo sentito da bambini sui mostri nascosti nel ‘Cottolengo’ di Torino. Erano una vergogna, ora a vederli all’opera dovremmo essere noi a vergognarci.
Chiudiamo citando il Botswana dell’olimpionico nei 200m Letsile Tebogo che assegna la bandiera a un albino, uno dei numerosi africani nati con la cute bianca per un difetto genetico. Il 98% muore prima dei 40 anni, l’80% per tumori alla pelle.
Ma questo è il meno, perché gli stregoni africani promettono ogni tipo di fortuna e miracolo con pozioni tratte dal loro sangue, dalla loro carne e dalle loro ossa, e molti, anche ad altissimo livello, se ne servono a caro prezzo, tant’è vero che il corpo di un albino, rapito e ucciso, vale 70-80’000 dollari.
Ma ora qualcosa si muove: anche il Mali fa spingere la carrozzina della portabandiera a un albino. Si organizzano persino concorsi di bellezza per albini. Ma siamo lontani dal risolvere il caso, tanto è profonda la superstizione di troppi africani. La Tanzania fa molto grazie anche a Mariamu Staford, una donna albina alla quale i trafficanti di carne umana hanno tagliato entrambe le braccia. Miracolosamente sopravvissuta, sta lottando con grande efficacia per la loro causa. Nel 2010 la Tanzania ha nominato un albino vice-ministro.
Nell’immagine: il nuotatore cinese Jincheng Guo