Premi cassa malati. Cambiare rotta, e subito!
Per un’assicurazione malattia sociale sul modello AVS, con contributi in base al salario o al reddito e con la partecipazione dei datori di lavoro - Di Giuseppe Sergi
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Per un’assicurazione malattia sociale sul modello AVS, con contributi in base al salario o al reddito e con la partecipazione dei datori di lavoro - Di Giuseppe Sergi
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Per un’assicurazione malattia sociale sul modello AVS, con contributi in base al salario o al reddito e con la partecipazione dei datori di lavoro - Di Giuseppe Sergi
Senza ricorrere ad approfondite analisi, basta un colpo d’occhio per alcune brevi considerazioni.
Costi del sistema sanitario nei Paesi OCSE NEL 2022 in percentuale del prodotto interno lordo
Nemmeno in un’ottica di più lungo periodo si può parlare di “esplosione” dei costi sanitari. Certo vi è stato un aumento; ma se prendiamo l’evoluzione del rapporto costi della salute/evoluzione PIL vediamo come, da ormai vent’anni, esso si muova, pur con fasi di leggera progressione, in una forchetta tra il 10 e il 12% del PIL. Una evoluzione da considerarsi tutto sommato stabile, proprio alla luce dell’evoluzione dei determinanti socio-demografici che abbiamo qui sopra richiamati. Ecco l’evoluzione di questo rapporto:
Quella dell’esplosione dei costi è quindi una narrazione che va rifiutata, perché tutta tesa a giustificare l’aumento dei premi (da parte delle casse malati) oppure la necessità di razionamento delle prestazioni e risparmio. Su questo ultimo aspetto ormai la campagna è lanciata, sia attraverso modifiche di legge che vanno in questa direzione (a cominciare da EFAS, in nuovo sistema di finanziamento del sistema sanitario, sul quale voteremo il prossimo mese di novembre), sia attraverso una propaganda sistematica sulla necessità di razionare l’offerta sanitaria (pensiamo alle ormai sistematiche dichiarazioni degli assicuratori sulla necessità di “chiudere un ospedale su due”).
In realtà, come ci pare di aver dimostrato, in Svizzera il problema principale in materia di assicurazione malattia non è l’ampiezza delle spese che il sistema indurrebbe e che sarebbero ormai eccessive, addirittura “insopportabili”; no, i nostri problemi, i problemi della maggioranza delle famiglie di questo paese, sono causati dal modo in cui questi costi vengono finanziati. In particolare perché a finanziare quasi tutto (con i premi, le partecipazioni, le franchigie o la fiscalità generale) è la stragrande maggioranza dei cittadini e delle cittadine. Le casse malati, lo ricordiamo di passata, non “pagano” di tasca propria assolutamente nulla. Sono strumenti di organizzazione del pagamento del sistema sanitario (prelevano dagli assicurati e pagano i premi – dedotti i finanziamenti pubblici: una funzione di per sé assolutamente inutile).
Di fronte a tutto questo appare evidente la necessità di un cambiamento radicale di sistema. Un cambiamento che deve essere proposto subito attraverso il lancio di un’iniziativa popolare per un’assicurazione malattia sociale sul modello AVS, con contributi in base al salario o al reddito e con la partecipazione dei datori di lavoro.
In attesa di un cambiamento radicale di sistema e nel contesto di una situazione di emergenza, sono necessarie misure urgenti che impediscano ulteriori aumenti per i prossimi anni (d’altronde già preannunciati con la stangata del 2025).
Per questo il Consiglio Federale dovrebbe decidere un intervento d’urgenza che decreti una moratoria di tre anni sui premi di cassa malati e imponga alle casse malati questa soluzione.
Senza interventi di questo genere restano solo chiacchiere in politichese, “comprensione” per i destini dei poveri pagatori di premi e generiche condanne per la politica dei premi praticata dalle casse malati; un teatrino insopportabile poiché, lo sappiamo tutti, gli assicuratori malattia possono contare, da sempre, su un vasto sostegno tra la classe politica federale e cantonale.
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