Da mps-ti.ch
Il prossimo giovedì 17 ottobre 2024, Matteo Pronzini dovrà comparire davanti alla Presidente della Pretura Penale per essere processato.
Sulla sua testa pende un decreto d’accusa per il reato d’ingiuria emesso dal procuratore pubblico Roberto Ruggeri. Il procuratore propone una multa di 4’000 franchi (20 aliquote giornaliere) e l’iscrizione al casellario giudiziario per un periodo di 10 anni della condanna a cui si aggiungono 3’500 franchi che il Municipio di Bellinzona, accusatore privato, chiede quale risarcimento civile.
Qual è la colpa di Matteo Pronzini? Quella di avere denunciato, durante una seduta del Consiglio Comunale, il tentativo del Municipio di Bellinzona di voler imbavagliare e intimorire la stampa e più precisamente due giornaliste RSI.
Durante la prima ondata della pandemia, nella primavera del 2020, alla casa anziani di Sementina almeno 21 residenti su 80 morirono di Covid. I decessi a Sementina superano di 10 volte la media cantonale. La procura pubblica aprì un’inchiesta e indagò su tre dirigenti per omicidio colposo. Due giornaliste della RSI svolsero un approfondito servizio giornalistico. La qualità di quelle inchieste fu tale che le due giornaliste sono state insignite di diversi premi tra cui quello dell’Associazione Ticinese Giornalisti e il Swiss Press Award. Quegli eccellenti servizi giornalistici non andarono però a genio al Municipio di Bellinzona che tentò in tutti i modi di intimorire le giornaliste mettendo in dubbio l’oggettività del lavoro svolto e arrivando addirittura a ricorrere al Tribunale Federale. Inutile dire che tutti i ricorsi sono stati respinti.
In più occasioni, Matteo Pronzini, in quel momento capogruppo MPS-Verdi in Consiglio Comunale, aveva denunciato il tentativo di ostacolare la libertà della stampa da parte del Municipio. Denunce che si sono scontrate sistematicamente con un muro di gomma eretto dal Municipio e dai partiti che lo sostengono.
In occasione di una di queste denunce Matteo Pronzini, per esemplificare l’atteggiamento del Municipio, affermava che lo stesso era responsabile di “azioni temerarie di intimidazione di stampo mafioso”, cioè di un atteggiamento il cui unico scopo è quello di intimidire e, possibilmente, zittire la stampa.
La denuncia contro Matteo Pronzini per questa sua affermazione non è altro che la continuazione di quella persecuzione giudiziaria e il tentativo di imbavagliare la libertà della stampa e di chi la difende da parte del Municipio.
Matteo Pronzini, con la determinazione e l’impegno che lo contraddistinguono, ha difeso la libertà della stampa e di espressione delle giornaliste RSI e il rispetto verso le persone decedute a Sementina ed i loro famigliari. Ora tocca a tutte e tutti noi dimostrare sostegno e solidarietà nei confronti di Matteo Pronzini e di tutti coloro che difendono la libertà e criticano giustamente il potere.