Quel patto pericoloso Musk-Trump, assalto al potere
L’intervista al tycoon su X lancia il social in una nuova dimensione. L’oligarca tech lo vuole trasformare nella «casa online» dei sovranisti
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L’intervista al tycoon su X lancia il social in una nuova dimensione. L’oligarca tech lo vuole trasformare nella «casa online» dei sovranisti
• – Redazione
Che nesso c’è tra l’offensiva di Kiev in territorio russo e l’attesa rappresaglia iraniana contro Israele?
• – Redazione
E pensare che ci sono governi che vorrebbero addirittura tassarti per i tuoi peti inquinanti…
• – Silvano Toppi
Non passa giorno che non si parli di crisi della sanità nel nostro paese
• – Carla Ferrari
Il popolo aggredito è colpevole di difendersi, o comunque dovrebbe farlo altrimenti
• – Redazione
Imane Khelif è medaglia d’oro
• – Redazione
Stampa / Pdf
• – Franco Cavani
Vincitori e vinti secondo Pindaro, Paolo di Tarso e De Coubertin: qual è il traguardo essenziale nello ‘sport’ e nella vita?
• – Libano Zanolari
Intervista a “Naufraghi/e” di Vladimir Kara-Murza, il più importante oppositore politico, condannato a 25 anni di detenzione, scarcerato nel recente scambio di prigionieri fra Occidente e Russia
• – Yurii Colombo
Di Monica Perosino, La Stampa Tra tutte le invenzioni dell’uomo concepite per distruggere, mutilare, martoriare e uccidere un altro essere umano ce ne sono alcune che, nella loro...
• – Redazione
L’intervista al tycoon su X lancia il social in una nuova dimensione. L’oligarca tech lo vuole trasformare nella «casa online» dei sovranisti
Tentativo preventivo di minimizzare: per quanto abbiano colonizzato vite e cervelli di buona parte dell’umanità, i broligarch della Silicon Valley in certe elezioni fanno pena. In quelle di Midterm due anni fa, per dire, sono riusciti a eleggere quasi solo J.D. Vance. Gli altri loro candidati erano troppo ultradestri e assurdi (uno aveva come pensatore di riferimento Unabomber). E Vance, raccomandato dai bros a Donald Trump, pare il candidato vicepresidente più controproducente di sempre, forse verrà ricordato per le fake news su di lui che fa sesso coi divani.
Obiezione realistica: il broligarch, oligarca tech bro, più noto e pubblicamente strano, Elon Musk, possiede X, il social network più usato per dibattiti e notizie. E lo ha riempito di bufale, estremismi e complotti, a volte da lui proposti e condivisi. E appoggia Trump, e lo ha intervistato stanotte. E vuole influenzare le elezioni americane.
E se a volte le elezioni lo deludono, sulle rivolte Musk va fortissimo. Non solo per l’innocentismo/negazionismo sull’assalto al Campidoglio del 6 gennaio. Per aver fatto di X ex Twitter una “casa online” degli estremisti di destra. E per aver contribuito a scatenare i disordini degli ultimi giorni in Gran Bretagna; partiti con le fake news sull’accoltellatore di tre ragazzine, indicato come musulmano ma non lo era. Il premier laburista Keir Starmer ha accusato Musk di essere un fomentatore, con le sue condivisioni e i suoi commenti. Soprattutto quel suo «Civil war is inevitable», la guerra civile è inevitabile, che fa paura detto dall’uomo almeno sulla carta più ricco del mondo (questo mese 241 miliardi di dollari, stima di Forbes), tra i più seguiti (su X ha 193 milioni di follower) e tra i più svalvolati. Ma niente. Quando molti partecipanti alla civil war sono stati presi, Musk ha condiviso un’altra notizia falsa, che gli arrestati per scontri saccheggi e discorsi d’odio sarebbero stati internati alle Isole Falkland.
Lontano dalle Falkland, negli Stati Uniti, si dedica a Trump. Gli aveva promesso 45 milioni al mese per la campagna, poi ha cambiato idea. Fa da se’, col suo America Pac pieno di broligarchi, che lavora a fianco della campagna di Trump, senza limiti di spesa. Tra loro ci sono Peter Thiel di PayPal, Joe Lonsdale cofondatore della società di analisi e sorveglianza Palantir (nome dal Signore degli anelli) e i gemelli Winklevoss nemici di Mark Zuckerberg, ora nelle criptovalute. Tra loro, dicono, “l’eccitazione è in calo, i soldi no”. Non si sa molto delle prossime mosse del Pac. Che è già indagato per un sito che aiuterebbe gli elettori incerti a registrarsi per votare. Per gli elettori degli Swing States c’è un link che non registra, incamera i dati personali, come se il padrone di X non ne avesse abbastanza.
Ma il problema è quello, Musk, i suoi bros e altri miliardari trumpiani non hanno mai abbastanza e non vogliono limiti. Musk è contrarissimo e non se ne pone, neanche nell’uso rivendicato e dicono tutti costante di droghe: Lsd, cocaina, ecstasy, funghi allucinogeni, e ketamina per cui ha una prescrizione. O meglio: vuole, come tutta la destra perché è facile e d’effetto, dei limiti per le persone trans. Ha attaccato pubblicamente la figlia ventenne Vivian e si è lamentato perché l’hanno convinto ad autorizzare la sua transizione quando era minorenne (dalla risposta di lei pare una delle più intelligenti tra i suoi dodici figli).
Intanto cinque segretari di Stato, di Stati in bilico, hanno scritto a Musk perché Grok, il chatbot artificialmente intelligente di X, produce informazioni false sulle scadenze per registrarsi come elettori. Intanto Musk annuncia piani per “robot umanoidi” e ritarda il lancio dei robot taxi. Ha qualche problema con la Tesla e con l’overclass globale che dovrebbe comprare le sue macchine: giorni fa il Financial Times ha pubblicato un pezzo con il titolo “Perché non desidero più una Tesla”, e come sommario “Le buffonate di Elon Musk stanno allontanando i naturali clienti delle sue auto”. E gira per diffondere il suo pensiero. Venerdì prossimo parlerà all’accademia di West Point.
Sarà una “Chiacchiera accanto al caminetto”, parte di una serie di conferenze su “L’umano e la macchina: leadership nei campi di battaglia emergenti”. Come direbbe il vice di Kamala Harris, Tim Walz, good luck with that, auguri ma vi voglio vedere (l’arrivo di questo arciamericano non post-umano non e’ piaciuta a Musk e amici; come risposta al divano di Vance, su X sono partiti i meme di Walz con un cavallo; non funziona tanto, sempre perché sono estremi e assurdi, ma non si sa ancora che altro faranno quindi chissà).
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