Israele, lo spettro dell’attacco da Nord con tremila missili al giorno: “Hezbollah armato dall’Iran ora può bucare l’Iron Dome”
Gli esperti stimano che le milizie siano pronte ad attaccare con sciami di droni
Filtra per rubrica
Filtra per autore/trice
Gli esperti stimano che le milizie siano pronte ad attaccare con sciami di droni
• – Redazione
Secondo i sindacati italiani e svizzeri, la "tassa sulla salute", che dovrebbero pagare i vecchi frontalieri per partecipare al finanziamento del servizio sanitario nazionale italiano, sarebbe incostituzionale
• – Redazione
Sembrava un gruppo raccogliticcio di sbandati e mercenari da strapazzo diretti da un capitano di ventura incompetente e privo di polso. E invece...
• – Libano Zanolari
In futuro l’Unione Europea si potrebbe trovare non più con il problema di come tenere fuori i migranti, bensì di come attirarne abbastanza
• – Redazione
Se l’Europa non è più considerata un “popolo” unico
• – Redazione
I fanatici di Kabul stanno per rientrare all’Onu, gli Usa si appellano a Sinwar. Quando toccherà allo Zar?
• – Redazione
In Italia la tragica morte di un immigrato irregolare fa “scoprire” la tragedia della schiavitù nell’agricoltura; una vergognosa farsa politica, a destra e a sinistra
• – Aldo Sofia
“Attento a te Ps, ti stai scavando la fossa!”. In termini coloriti ed esagerati, è questo il messaggio che l’editorialista de laRegione (Scarinci, 13.6.24) lancia al partito...
• – Martino Rossi
Il Madagascar è oggi il principale fornitore di zaffiri per le marche svizzere di gioielli e orologi, come Cartier o Gübelin. Ma lo Stato malgascio e le decine di migliaia di piccoli minatori che li estraggono difficilmente beneficiano di questa preziosa risorsa
• – Roberta Bernasconi
Ieri manifestazioni in tutta Israele per un accordo sugli ostaggi e contro il governo. E lo scrittore avverte: “Ora o mai più”
• – Redazione
Gli esperti stimano che le milizie siano pronte ad attaccare con sciami di droni
In caso di guerra aperta con Hezbollah, nei primi dieci giorni Israele potrebbe essere colpita da tremila lanci al giorno di missili, razzi e colpi di mortaio. E se la guerra continuasse, nei successivi due mesi le milizie sciite sarebbero in grado di riversare su Israele una media di almeno mille lanci al giorno, senza contare quelli che sparerebbero in Libano per fermare l’invasione.
Sono numeri impressionanti quelli rivelati a Repubblica dal centro di ricerca Alma, specializzato in analisi sul Medio Oriente. L’aspetto più preoccupante è l’effetto di questa pioggia di missili: «Il numero di lanci giornalieri efficaci — cioè le armi ad alta precisione che riusciranno a bucare l’Iron Dome e a colpire gli obiettivi, spiega il direttore del dipartimento di ricerca, Tal Be’eri — sarà molto più grande rispetto a quanto visto finora sul fronte settentrionale o nella Striscia di Gaza».
Domenica il capo di Stato maggiore americano, il generale Charles Brown, ha confermato la preoccupazione del Pentagono. Gli Stati Uniti, ha spiegato, stavolta non sarebbero in grado di aiutare il loro principale alleato a difendersi con la stessa efficacia con cui lo hanno fatto durante l’attacco iraniano di aprile. Il sostegno di Teheran e la contiguità geografica tra Libano e Israele renderebbero tutto molto più difficile. Washington, ha ribadito, continua a sconsigliare di aprire un nuovo fronte entrando in forze nel Libano.
Non è la stessa cosa, spiegano anche Tal Be’eri e gli analisti di Alma, intercettare uno sciame di droni suicidi lanciati dall’Iran e da Hezbollah: ci sono distanze così ridotte da rendere il tentativo di rilevarli e i tempi di reazione una sfida complessa. «Tre anni fa — spiega Be’eri — avevamo dati solidi per stimare il possesso da parte di Hezbollah di circa 2.000 droni, ma l’arsenale è aumentato ad almeno 2.500: è una valutazione per difetto». Affrontarli sarebbe una sfida molto difficile per l’Idf: «Probabilmente Hezbollah sarebbe in grado di ottenere diversi successi».
Il riassortimento di armi ad alta e a bassa tecnologia è continuo. Nei giorni scorsi il Telegraph ha pubblicato un’inchiesta, basata su varie fonti aeroportuali, secondo cui molti carichi di casse di armi e munizioni sono arrivate recentemente dall’Iran a Beirut, ammassate in infrastrutture civili dell’aeroporto. «I trasferimenti a Hezbollah attraverso il corridoio iraniano sono continui — conferma Alma — e gli iraniani hanno trasformato il Centro ricerche siriano Cers in un cardine del corridoio». L’obiettivo di studiare e produrre armi sofisticate e precise per Hezbollah, che comunque le produce e rinnova anche in proprio.
Il ritmo del riarmo è tale che Alma sta riaggiornando le stime sul numero di razzi e missili di precisione in possesso dei miliziani sciiti. «Riteniamo ne abbiano alcune migliaia — spiega — su un totale di 75mila tra razzi e missili». Il “progetto di precisione” di Hezbollah va oltre i Fateh-110, missili balistici iraniani con un raggio di precisione di dieci metri, «in grado di centrare un’auto parcheggiata a Tel Aviv». Sono stati aggiornati anche «altri tipi di missili e vari razzi».
Per contrastare l’avanzata dell’Idf Hezbollah utilizzerebbe granate di mortaio e missili anticarro, droni e razzi a corto raggio di grosso calibro. Gli Rpg russi sono stati aggiornati dagli iraniani aggiungendo sistemi penetranti per forare le armature; e termobarici per aumentare i danni: «Gli iraniani ne hanno rifornito sia a Hamas che a Hezbollah». I miliziani sciiti libanesi stanno aggiornando anche i missili iraniani chiamati “annientatori”, già usati nella guerra tra Iran e Iraq, per trasformarli in razzi più precisi e sicuri: possono raggiungere fino a 125 chilometri. Ma la maggior parte dei razzi lanciati non sarebbero di precisione, «non serve: saranno annientati nel fuoco di sbarramento, ma ne bastano pochi ad alta precisione per colpire gli obiettivi strategici nel porto di Haifa infliggendo un danno letale. E Hezbollah ne ha migliaia».
Un’altra grande minaccia viene dai tunnel: non è lo stesso scenario di Gaza, perché nella Striscia sono scavati nella sabbia e qui nella roccia: «Crediamo che Hezbollah stia imparando lezioni e le stia mettendo in pratica». Ha diversi tipi di tunnel: quelli strategici, progettati per trasferire attrezzature, veicoli e soldati; quelli offensivi, che si avvicinano al confine e vengono usati per colpire alle spalle; e quelli tattici, nei villaggi e nelle basi militari, per muovere gli ufficiali. Poi ci sono «i tunnel esplosivi, realizzati con supporto iraniano e nord coreano: attendono solo di essere fatti saltare in aria».
I miliziani sono efficaci anche nella difesa aerea. Hanno dimostrato di riuscire ad abbattere persino i droni americani, usando batterie russe modificate. E ci sono altri due grandi pericoli, spiega Alma: il primo è l’infiltrazione di miliziani di Hezbollah in Israele. Hanno perso l’elemento sorpresa, dicono gli analisti, ma continuano ad addestrarsi anche vicino al confine. Il secondo sono le armi chimiche: «Crediamo non se ne possa escludere l’uso da parte di Hezbollah, magari primitive come quelle al cloro che sono facili da immagazzinare e usare». Se avranno le spalle al muro, spiegano, «crediamo che le useranno contro Israele e l’Idf».
Nelll’immagine: fumo e razzi durante uno scambio di fuoco tra l’IDF e Hezbollah al confine tra Israele e Libano
Negare l’unicità della Shoah è un oltraggio alla memoria. Ma la destra israeliana se ne fa scudo per rigettare le critiche sulla questione palestinese
Si avverte sullo sfondo un tintinnio di carri armati che rivolgono il loro volto minaccioso al Cremlino? Chi sa parli.