Chiamatelo come volete, ma è comunque qualcosa di orrendo
In realtà questo articolo non dovrebbe portare la mia firma ma quella di Oxfam. Perché ci limitiamo a riproporre parti dell’ultimo Rapporto dedicato, dalla meritoria...
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In realtà questo articolo non dovrebbe portare la mia firma ma quella di Oxfam. Perché ci limitiamo a riproporre parti dell’ultimo Rapporto dedicato, dalla meritoria...
• – Lelio Demichelis
Svuotare la democrazia, obiettivo sempre perseguito e raggiunto da una minoranza che opera a proprio vantaggio e del liberismo anti-ambientalista
• – Lelio Demichelis
C'è chi tempo fa ha profetizzato la "fine della storia". Ma la storia purtroppo è ancora tutta qui, ed è quella di sempre
• – Lelio Demichelis
Per capire, e allarmarci, torniamo a leggere l’intramontabile saggio di Umberto Eco
• – Lelio Demichelis
Gli israeliani ne hanno fatto largo uso nella strage di Gaza; una volta ci si difendeva con “ho obbedito ai superiori”, in futuro affermando “ho obbedito alla macchina”
• – Lelio Demichelis
Un autore che andrebbe letto o riletto per non farsi affascinare e intrappolare da una falsa visione della tecnica e del capitalismo
• – Lelio Demichelis
Mentre di fronte all’umanità c’è la sfida vitale agli effetti del cambiamento climatico divampano le guerre ed il loro assoluto potere distruttivo, non solo sull’uomo, non solo in aree circoscritte, ma su tutto il pianeta
• – Lelio Demichelis
Per raggiungere l’obiettivo della morte della democrazia, oltre al neoliberalismo e alla tecnologia servono le zone economiche, i paradisi fiscali, i nazionalismi per la creazione di sempre nuovi stati che per vivere avranno bisogno di capitale e di capitalisti, di città-stato, di porti franchi, di hub per l’innovazione
• – Lelio Demichelis
Lo dice e lo scrive papa Francesco che bisogna uscire dal paradigma tecnocratico. Perché non riescono a dirlo anche sinistre ed ecologisti, opponendosi senza esitazioni alle logiche del capitalismo?
• – Lelio Demichelis
Con il più recente libro di Serge Latouche un'ulteriore necessaria riflessione sul senso del lavoro e sulla “decrescita economica”
• – Lelio Demichelis
In realtà questo articolo non dovrebbe portare la mia firma ma quella di Oxfam. Perché ci limitiamo a riproporre parti dell’ultimo Rapporto dedicato, dalla meritoria Organizzazione internazionale, alla situazione in Medio Oriente. Le riproduciamo di seguito.
“In un solo anno, nella Striscia di Gaza l’esercito israeliano ha ucciso almeno 6.000 donne e 11.000 bambini, un numero che rappresenta il più alto bilancio mai registrato in un conflitto nella storia recente. Questo dato, già drammatico, non include le circa 20 mila persone non identificate, disperse o ancora sepolte sotto le macerie.
A questa drammatica situazione si aggiungono oltre 25.000 bambini rimasti orfani di almeno un genitore, molti dei quali hanno subito lesioni fisiche, spesso permanenti. È la denuncia che diffondiamo oggi, di fronte all’espansione delle violenze in Libano, Cisgiordania e Gerusalemme Est che hanno ulteriormente aggravato il bilancio delle vittime, colpendo in modo devastante soprattutto i civili innocenti.
Gli orribili attentati del 7 ottobre di un anno fa compiuti dai gruppi armati palestinesi, che hanno causato 1.200 vittime tra cittadini israeliani e stranieri – tra cui 282 donne e 36 bambini, con 250 persone prese in ostaggio – si configurano come crimini di guerra, ma niente giustifica la morte violenta di innocenti. A questo si aggiunge la complicità dei paesi più influenti nel contesto internazionale, che hanno continuato a rifornire Israele di armi, senza chiedere conto del massacro di civili – Paolo Pezzati – portavoce per le crisi umanitarie di Oxfam Italia.
A Gaza in media ogni tre ore i bombardamenti colpiscono un’infrastruttura civile, tra cui scuole, ospedali e punti di distribuzione degli aiuti. Le violazioni del diritto internazionale umanitario compiute da Israele nell’ultimo anno sono di una gravità tale da poter essere considerate come crimini contro l’umanità. Il livello di devastazione causata a Gaza è indicativo di un uso del tutto sproporzionato della forza in relazione agli obiettivi militari, e della sistematica assenza di discriminazione tra obiettivi militari e popolazione civile.
A parte la pausa umanitaria di sei giorni lo scorso novembre, i bombardamenti si sono interrotti soltanto per due giorni. In media i bombardamenti dell’esercito israeliano colpiscono:
In Cisgiordania, dallo scorso ottobre, l’esercito israeliano ha ordinato la demolizione di oltre 2.000 abitazioni palestinesi, provocando gravi danni alle infrastrutture pubbliche e alle reti di comunicazione. Nello stesso periodo, più di 680 palestinesi sono stati uccisi da coloni israeliani o durante operazioni militari. Sono stati inoltre registrati oltre 1.000 attacchi da parte dei coloni contro la popolazione palestinese, che hanno devastato coltivazioni, distrutto sistemi di irrigazione e serre.
Siamo fermamente convinti che la pace e la libertà per palestinesi e israeliani possano arrivare solo attraverso una soluzione politica. Gli attacchi contro i civili non sono mai giustificabili, e chiediamo a tutte le parti coinvolte di rispettare il diritto umanitario internazionale e cessare le ostilità. Finché non si affrontano le cause profonde di questo conflitto, il ciclo di violenza continuerà”.
Fin qui Oxfam. Cos’altro aggiungere, se non condividere totalmente le sue considerazioni?
Chiamatelo come volete – genocidio, massacro, strage, rappresaglia – comunque, è qualcosa di inimmaginabile, se i numeri non ci dicessero che è la spietata realtà. Di cui Stati Uniti ed Europa (anche la Svizzera) – che armano Israele per compiere chiamatelo come volete, sapendo che Israele non vuole la pace ma solo la guerra (e rimandiamo allo splendido articolo di Domenico Quirico uscito su questo sito e all’agghiacciante intervista allo storico israeliano Benny Morris, sempre su naufraghi.ch) – sono complici: senza vergogna, senza un minimo senso del pudore, vantando una impunità del tutto immeritata, tutti insieme facendo strame dei diritti umani, del diritto internazionale, delle risoluzioni dell’Onu.
Qualcosa di sconcertante soprattutto per una Europa che ancora pochi anni fa vantava orgogliosamente le sue radici cristiane e illuministiche.
Nell’immagine: un ragazzo tra le rovine della sua casa a Rafah, distrutta durante un bombardamento dello scorso febbraio che in una sola notte ha causato la morte di 100 persone. Foto: Alef Multimedia/ Oxfam
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