Francia – Lei sì primo ministro!

Francia – Lei sì primo ministro!

Il NFP si accorda sul nome di Lucie Castets, ma Macron guarda a destra e la sinistra potrebbe scendere in piazza


Boas Erez
Boas Erez
Francia – Lei sì primo ministro!

Ecco, è bastato aspettare una quindicina di giorni e il Nouveau Front Populaire (NFP) ha trovato un’intesa sul nome di una primo ministro: quello di Lucie Castets. L’NFP ha pubblicato la sua proposta il 23 luglio, un’ora prima della prima intervista televisiva del Presidente Macron dopo le elezioni. Il Presidente non sembra interessato a prenderla in considerazione, almeno non prima della fine dei Giochi olimpici, magari anche soltanto dopo quelli para-olimpici, e cioè magari verso il 10 settembre. Chissà, forse ci sarà un po’ di movimento indesiderato nelle strade durante i Giochi.

“Macron compatible” ?

La France insoumise (LFI) di Mélenchon si era opposta alla proposta dei socialisti di nominare Laurence Tubiana, economista di 73 anni, che LFI ha considerato troppo “Macron compatible”. In gioventù Tubiana aveva militato nella Ligue communiste révolutionnaire, ma poi non ha fatto carriera politica e si è soprattutto distinta per il suo impegno sulle tematiche legate all’ecologia, che l’ha portata per esempio a presiedere la Convention citoyenne pour le climat, istituita nel 2019 su richiesta del primo ministro Edouard Philippe. È stata anche in lista per partecipare al Governo: nel 2018 per rimpiazzare Nicolas Hulot alla Transizione ecologica, e nel 2020 per succedere a Philippe stesso a Matignon. Si è poi espressa in termini positivi sulle posizioni di Macron riguardanti l’ecologia, come durante la COP27 del 2022. Come non bastasse, Tubiana ha firmato una piattaforma apparsa in Le Monde l’11 luglio che incitava l’NFP a “tendere la mano agli altri attori del fronte repubblicano per discutere di un programma di urgenza repubblicana”. Insomma, non si può negare che Tubiana non fosse su una linea di rottura con la linea politica dell’attuale Presidente. 

Ricordiamo che le dissoluzioni dell’Assemblée hanno sempre portato con loro il rischio reale che il presidente francese dovesse coabitare con un o una primo ministro che non fosse sulla sua linea. La particolarità della situazione attuale, è che l’elezione non ha designato una maggioranza assoluta in Parlamento. Il che non implica però automaticamente che il Governo debba essere un governo di coalizione. 

Un’esponente della società civile

LFI aveva anche rimproverato a Tubiana di non far parte del serraglio politico, ma di essere un’esponente della società civile, si vede che ha però abbandonato questa obiezione per quel che riguarda Lucie Castets. Di fatto, neppure lei è una politica: attualmente è direttrice delle finanze e degli acquisti della città di Parigi, e in precedenza ha lavorato alla direzione generale del Tesoro e della Banca mondiale. La 37enne Castets, conosciuta come femminista, è alto funzionario, ma anima anche lotte associative per la difesa e la promozione dei servizi pubblici. Nel 2021 ha co-fondato Nos services publics di cui è una dei tre portavoce. In un’intervista a L’Humanité del 2023 diceva: “Il servizio pubblico soffre. Non si tratta più di una lenta degradazione, stiamo arrivando a un punto di rottura. Non si può trattare il servizio pubblico come si tratta un’impresa [e] abbiamo un bisogno impellente dello Stato per lottare contro il riscaldamento climatico”. Basta vederla (su youtube) affrontare il Ministro della Trasformazione e della Funzione pubbliche, Stanislas Guérini, durante il dibattito televisivo che l’ha fatta conoscere al grande pubblico, per convincersi che ha molte delle qualità richieste per essere primo ministro. Era il 29 novembre 2022, e durante l’emissione C Ce soir si discuteva di come in Francia le società di consulenza hanno sostituito i funzionari, occasionando costi supplementari e diminuendo la capacità di azione dello Stato (che ha perso 180’000 funzionari tra il 2006 e il 2018). In particolare, Castets ha rimproverato al Governo di non aver creato un numero sufficiente di posti legati alla transizione ecologica e energetica. Riguardo al programma dell’NFP, Castets si è detta pronta a portare l’abrogazione della riforma delle pensioni, e a lavorare per aumentare il potere d’acquisto, che ne sono due punti chiave. 

Macron tergiversa e guarda a destra

Durante la sua intervista, il Presidente ha sì ammesso la sconfitta della maggioranza che lo sosteneva, ma ha soprattutto insistito sul fatto che “nessuno ha vinto”, contrastando poi le ambizioni dell’NFP ricordando che il suo candidato alla presidenza dell’Assemblée nationale, il comunista André Chassaigne, è stato battuto dalla presidente uscente. Macron vuole “concentrarsi sui Giochi” e vedere come avanzano le discussioni. Mentre il Presidente tergiversa e fa l’occhiolino all’estrema destra, di cui gli dispiace che non abbia ottenuto una posizione in seno all’Ufficio presidenziale dell’Assemblée, la Droite républicaine ha pubblicato un “patto legislativo” che ha il sentore di un programma di governo arrivato dopo la battaglia nelle urne. Non contiene niente di troppo sorprendente: misure per il controllo dell’immigrazione, affermazione dell’autorità dello Stato, valorizzazione della “Francia che lavora”, promozione di un’ecologia fondata sulle realtà economiche e dell’energia nucleare, ecc. Il Patto indica insomma le condizioni per delle alleanze a destra, e in particolare con il Rassemblement national  di Le Pen e co. Macron ha detto che  va nella buona direzione …

Non penso che l’NFP starà a guardare questi giochetti dalla finestra, e forse deciderà di mobilizzare le sue truppe nelle strade. Magari non a Parigi, sotto l’occhio delle centinaia di telecamere di videosorveglianza algoritmica installate per i Giochi, ma nel resto della douce France, con giusto quello che ci vuole di insouciance.

Nell’immagine: Lucie Castets (fotografia di Livia Saavedra)

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