Animo, Cipputi!

Animo, Cipputi!

Uno dei grandi personaggi creati dal geniale disegnatore e vignettista Altan, al centro di una mostra in corso a Bologna


Werner Weick
Werner Weick
Animo, Cipputi!

È il racconto di 50 anni di lavoro in Italia di Francesco Tullio Altan. Nato a Treviso, nel mezzo della seconda guerra mondiale, già da piccolo Altan ama moltissimo disegnare e raccontare storie illustrate. “Mi domando chi sia il mandante di tutte le cazzate che sto facendo” è tra le tante memorabili battute forse la più rappresentativa di quell’italianità mediocre e leggera, incapacace di responsabilità, rappresentato nelle vignette di Altan. 

Le sue prime storie appaiono su “Linus” nel 1974 e da lì ci accompagnano per decenni attraverso tutte le immemorabili vicende della cronaca politica italiana, e personaggi come Andreotti, Fanfani, Craxi, Moro e Berlinguer, poi Berlusconi, Di Pietro e Prodi, poi Napolitano e Monti, poi Renzi e Grillo….L’elenco serve solo per dire che Altan, per tutti questi anni, ha retto ai massimi livelli la sfida con la cronaca. 

 

“Altan” – scrive Michele Serra nella prefazione allAutobiografia non autorizzata apparsa di recente – non fa satira politica, fa satira antropologica. Il Palazzo gli interessa tanto quanto l’uomo e la donna della strada, e forse un poco di meno. Il cast fisso delle sue vignette è costituito dalla gente ordinaria che la sua penna scempia con ferocia contagiosa. Massaie sciatte e ciniche, mogli sfiancate dalla noia, maschi vanagloriosi e tonti, omini prosciugati dalla fatica e sopraffatti dalla vita. Anonimi italiani a volte ributtanti, a volte soavemente ciula, e solo nei rari momenti di lucidità coscienti della propria insulsaggine”.

A Bologna la Fondazione MAST presenta fino al 10 settembre “Animo, Cipputi! Un racconto di 50 anni di lavoro in Italia nei disegni di Altan”. Il percorso è scandito per decenni in 227 opere ed è accompagnato da un catalogo edito da LiberEtà.

Altan confessa di aver visto il suo eroe tra le strade di una Milano anni 70, durante i fermenti di un’epoca segnata dal referendum sul divorzio, dalla strage di Piazza della Loggia a Brescia, dalla legge sul diritto di famiglia che sanciva la parità tra uomini e donne. Poi, con il ridimensionarsi dell’azione sindacale, non appena gli viene proposta una complicata questione aziendale (“La Fiat è in difficoltà, Cippa. Bisogna che ci andiamo in soccorso”), lui sentenzia sarcastico: “Forse al governo non ci andremo mai, ma il paradiso non ce lo leva nessuno”. E non poteva rispondere  se non con ironia al collega che rimpiangeva il sole dell’avvenire: “Non farmi il patetico: ci sono delle ottime lampadine”. Alla fine del turno il collega gli chiede :”Te, che autobus prendi ? E lui, Cipputi, con la schiscetta in mano: “Qualunque. Vada dove vada, ho la mia coerenza interna”.

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