Animo, Cipputi!
Uno dei grandi personaggi creati dal geniale disegnatore e vignettista Altan, al centro di una mostra in corso a Bologna
Filtra per rubrica
Filtra per autore/trice
Uno dei grandi personaggi creati dal geniale disegnatore e vignettista Altan, al centro di una mostra in corso a Bologna
• – Werner Weick
Quelle tante volte in cui l’antifascismo italiano è finito sotto processo
• – Werner Weick
Leggendo il libro autobiografico di Ilda Boccassini si ripercorre la storia delle collusioni fra stato, politica e mafia, che hanno segnato l’Italia degli ultimi 30 anni
• – Werner Weick
Per una coscienza che sappia essere parte della vita e della natura
• – Werner Weick
La storia del noto personaggio televisivo raccontata dalla figlia in un libro appena pubblicato
• – Werner Weick
Uno dei grandi personaggi creati dal geniale disegnatore e vignettista Altan, al centro di una mostra in corso a Bologna
È il racconto di 50 anni di lavoro in Italia di Francesco Tullio Altan. Nato a Treviso, nel mezzo della seconda guerra mondiale, già da piccolo Altan ama moltissimo disegnare e raccontare storie illustrate. “Mi domando chi sia il mandante di tutte le cazzate che sto facendo” è tra le tante memorabili battute forse la più rappresentativa di quell’italianità mediocre e leggera, incapacace di responsabilità, rappresentato nelle vignette di Altan.
Le sue prime storie appaiono su “Linus” nel 1974 e da lì ci accompagnano per decenni attraverso tutte le immemorabili vicende della cronaca politica italiana, e personaggi come Andreotti, Fanfani, Craxi, Moro e Berlinguer, poi Berlusconi, Di Pietro e Prodi, poi Napolitano e Monti, poi Renzi e Grillo….L’elenco serve solo per dire che Altan, per tutti questi anni, ha retto ai massimi livelli la sfida con la cronaca.
“Altan” – scrive Michele Serra nella prefazione all’Autobiografia non autorizzata apparsa di recente – non fa satira politica, fa satira antropologica. Il Palazzo gli interessa tanto quanto l’uomo e la donna della strada, e forse un poco di meno. Il cast fisso delle sue vignette è costituito dalla gente ordinaria che la sua penna scempia con ferocia contagiosa. Massaie sciatte e ciniche, mogli sfiancate dalla noia, maschi vanagloriosi e tonti, omini prosciugati dalla fatica e sopraffatti dalla vita. Anonimi italiani a volte ributtanti, a volte soavemente ciula, e solo nei rari momenti di lucidità coscienti della propria insulsaggine”.
A Bologna la Fondazione MAST presenta fino al 10 settembre “Animo, Cipputi! Un racconto di 50 anni di lavoro in Italia nei disegni di Altan”. Il percorso è scandito per decenni in 227 opere ed è accompagnato da un catalogo edito da LiberEtà.
Altan confessa di aver visto il suo eroe tra le strade di una Milano anni 70, durante i fermenti di un’epoca segnata dal referendum sul divorzio, dalla strage di Piazza della Loggia a Brescia, dalla legge sul diritto di famiglia che sanciva la parità tra uomini e donne. Poi, con il ridimensionarsi dell’azione sindacale, non appena gli viene proposta una complicata questione aziendale (“La Fiat è in difficoltà, Cippa. Bisogna che ci andiamo in soccorso”), lui sentenzia sarcastico: “Forse al governo non ci andremo mai, ma il paradiso non ce lo leva nessuno”. E non poteva rispondere se non con ironia al collega che rimpiangeva il sole dell’avvenire: “Non farmi il patetico: ci sono delle ottime lampadine”. Alla fine del turno il collega gli chiede :”Te, che autobus prendi ? E lui, Cipputi, con la schiscetta in mano: “Qualunque. Vada dove vada, ho la mia coerenza interna”.
I pazzi di Palermo catalogati da Roberto Alajmo e quelli del Canton Ticino descritti da Paolo Nori
Un’opera ambiziosa quanto rischiosa che riesce a realizzare, nonostante tutto, un ritratto sincero e appassionato del Sommo Poet