L’ONU non minaccia affatto la neutralità svizzera
È una fandonia affermare che la partecipazione al Consiglio di sicurezza compromette la neutralità e i buoni uffici della Svizzera
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È una fandonia affermare che la partecipazione al Consiglio di sicurezza compromette la neutralità e i buoni uffici della Svizzera
• – Daniele Piazza
La Finlandia trae le conclusioni dalla guerra in Ucraina, vuole rinunciare alla neutralità e aderire alla Nato. Impensabile in Svizzera, eppur qualcosa si muove
• – Daniele Piazza
Gli orrori in Ucraina sfruttati cinicamente per gonfiare le finanze dell’esercito che non sa neppure come spendere tanti soldi
• – Daniele Piazza
La guerra in Ucraina scatena un’accesa controversia che rimette in discussione il sacrosanto principio della neutralità
• – Daniele Piazza
Scendono in campo anche tre ex consiglieri federali. Il duello più acceso è fra Micheline Calmy-Rey e Christoph Blocher. Più pacato, ma altrettanto determinato, Kaspar Villiger
• – Daniele Piazza
La Svizzera si è inizialmente rifiutata di consegnarli ritenendoli… materiale bellico, mentre agli oligarchi russi vengono sequestrati solo 6 dei 120 miliardi depositati nella Confederazione
• – Daniele Piazza
L’arrogante strafottenza di Roger Köppel (UDC) smascherata dalla coraggiosa denuncia dello scrittore russo Vladimir Sorokin
• – Daniele Piazza
Dopo le incertezze iniziali il Consiglio federale prende una decisione storica seguendo l’Europa nelle sanzioni anti-Cremlino
• – Daniele Piazza
È il severo ma comprensibile giudizio dei giornalisti d’investigazione di mezzo mondo che hanno indagato sui Suisse secrets rivelando le enormi dimensioni dell’ennesimo scandalo del Credit Suisse
• – Daniele Piazza
Il no all’abolizione della tassa di bollo e il sì al divieto della pubblicità del tabacco sono altrettanti cartellini gialli ai boss dell’economia globalizzata
• – Daniele Piazza
È una fandonia affermare che la partecipazione al Consiglio di sicurezza compromette la neutralità e i buoni uffici della Svizzera
«L’obiettivo dell’ONU non è realizzare il paradiso in terra, ma evitare l’inferno”. È l’insegnamento formulato oltre sessant’anni fa dal leggendario segretario generale dell’ONU Dag Hammarskjöld. Ed è più attuale che mai con le 3 ipoteche che sconvolgono il pianeta, la guerra in Ucraina, la pandemia e i cambiamenti climatici con le conseguenti carestie e fame nel mondo.
Gli aiuti umanitari, la cooperazione internazionale e la difesa dei diritti umani diventano ancor più urgenti e indispensabili. Sono i valori fondamentali della tanto cara e decantata tradizione umanitaria della Svizzera. Adesso ha una grande opportunità di scendere in campo e schierarsi in prima fila. È la partecipazione per i prossimi due anni ai lavori del Consiglio di sicurezza. È l’organismo più importante delle nazioni unite di cui fa parte una ristretta cerchia di 15 paesi sui 193 membri dell’ONU.
La Svizzera si ritrova sulla ribalta della politica internazionale a tu per tu con le grandi potenze. Ha voce in capitolo, può sostenere i propri orientamenti politici, i propri valori, può intercedere e far opera di mediazione. Il rovescio della medaglia è l’impasse del Consiglio di sicurezza di fronte al diritto di veto delle 5 potenze con un seggio permanente, Stati Uniti, Russia, Cina, Gran Bretagna e Francia.
Un esempio ci viene proprio dalla guerra in Ucraina. Il Consiglio di sicurezza è impotente, è bloccato dal veto della Russia. D’altro canto però la stessa Russia non ha potuto opporsi ai buoni uffici dell’ONU che ha organizzato e sorvegliato, assieme alla Croce Rossa Internazionale, l’evacuazione dei civili dall’acciaieria di Mariupol, un intervento voluto sostenuto dal Consiglio di sicurezza appunto. È proprio in casi come questi che entrano in gioco i piccoli paesi, senza ambizioni egemoniche, neutrali e non, come la Svezia, la Finlandia, la Norvegia, l’Austria o l’Irlanda che hanno già partecipato in passato al Consiglio di sicurezza. Hanno dato impulsi decisivi a diversi negoziati di pace e a operazioni sul fronte come la creazione di corridoi umanitari in Siria.
Sono esempi irrefutabili, dimostrano senza ombra di dubbio che è una fandonia affermare che la neutralità e i buoni uffici della Svizzera sono minacciati dal mandato di due anni nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Certo ci si deve esporre, prendere posizione, accantonare i calcoli opportunistici, avere il coraggio di battersi senza riserve per i valori del diritto internazionale e dei diritti umani, avere il coraggio di assumersi anche dei rischi, di incappare in passi falsi, importante è poi correggerli. In definitiva si tratta, parafrasando Dag Hammarskjöld, di evitare l’inferno globale: il paradiso in terra non esiste.
Nell’immagine: una seduta dell’UNSC (UN Photo/Eskinder Debebe)
Video della serata di discussione con Elly Schlein, Marina Carobbio e Greta Gysin Elly Schlein, La nostra parte, Ed. Mondadori
Già riproposta da Sting in una nuova versione all'inizio della guerra, la sua canzone "Russians", pur pensata in un altro contesto, torna di drammatica attualità in questi giorni