L’ONU non minaccia affatto la neutralità svizzera

L’ONU non minaccia affatto la neutralità svizzera

È una fandonia affermare che la partecipazione al Consiglio di sicurezza compromette la neutralità e i buoni uffici della Svizzera


Daniele Piazza
Daniele Piazza
L’ONU non minaccia affatto la neutralità...

«L’obiettivo dell’ONU non è realizzare il paradiso in terra, ma evitare l’inferno”. È l’insegnamento formulato oltre sessant’anni fa dal leggendario segretario generale dell’ONU Dag Hammarskjöld. Ed è più attuale che mai con le 3 ipoteche che sconvolgono il pianeta, la guerra in Ucraina, la pandemia e i cambiamenti climatici con le conseguenti carestie e fame nel mondo.

Gli aiuti umanitari, la cooperazione internazionale e la difesa dei diritti umani diventano ancor più urgenti e indispensabili. Sono i valori fondamentali della tanto cara e decantata tradizione umanitaria della Svizzera. Adesso ha una grande opportunità di scendere in campo e schierarsi in prima fila. È la partecipazione per i prossimi due anni ai lavori del Consiglio di sicurezza. È l’organismo più importante delle nazioni unite di cui fa parte una ristretta cerchia di 15 paesi sui 193 membri dell’ONU.

La Svizzera si ritrova sulla ribalta della politica internazionale a tu per tu con le grandi potenze. Ha voce in capitolo, può sostenere i propri orientamenti politici, i propri valori, può intercedere e far opera di mediazione. Il rovescio della medaglia è l’impasse del Consiglio di sicurezza di fronte al diritto di veto delle 5 potenze con un seggio permanente, Stati Uniti, Russia, Cina, Gran Bretagna e Francia.

Un esempio ci viene proprio dalla guerra in Ucraina. Il Consiglio di sicurezza è impotente, è bloccato dal veto della Russia. D’altro canto però la stessa Russia non ha potuto opporsi ai buoni uffici dell’ONU che ha organizzato e sorvegliato, assieme alla Croce Rossa Internazionale, l’evacuazione dei civili dall’acciaieria di Mariupol, un intervento voluto sostenuto dal Consiglio di sicurezza appunto. È proprio in casi come questi che entrano in gioco i piccoli paesi, senza ambizioni egemoniche, neutrali e non, come la Svezia, la Finlandia, la Norvegia, l’Austria o l’Irlanda che hanno già partecipato in passato al Consiglio di sicurezza. Hanno dato impulsi decisivi a diversi negoziati di pace e a operazioni sul fronte come la creazione di corridoi umanitari in Siria.

Sono esempi irrefutabili, dimostrano senza ombra di dubbio che è una fandonia affermare che la neutralità e i buoni uffici della Svizzera sono minacciati dal mandato di due anni nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Certo ci si deve esporre, prendere posizione, accantonare i calcoli opportunistici, avere il coraggio di battersi senza riserve per i valori del diritto internazionale e dei diritti umani, avere il coraggio di assumersi anche dei rischi, di incappare in passi falsi, importante è poi correggerli. In definitiva si tratta, parafrasando Dag Hammarskjöld, di evitare l’inferno globale: il paradiso in terra non esiste.

Nell’immagine: una seduta dell’UNSC (UN Photo/Eskinder Debebe)

Dal nostro archivio

Sergio Rossi – A sorpresa la BNS abbassa i tassi per la seconda volta in 3 mesi
Tre domande a...

Sergio Rossi – A sorpresa la BNS abbassa i tassi per la seconda volta in 3 mesi

L'alto valore del franco svizzero è di nuovo considerato lo scudo principale contro l'inflazione. Ma perchè il costo della vita per il cittadino rimane comunque un problema?

Pubblicato il Aldo Sofia
Un secolo dopo, l’ultimo  discorso di Matteotti nel parlamento italiano
Il meglio letto/visto per voi

Un secolo dopo, l’ultimo discorso di Matteotti nel parlamento italiano

"Non continuate a tenere la nazione divisa tra padroni e sudditi". E i fascisti decisero di eliminarlo

Pubblicato il Redazione