Ai piedi della diga

Ai piedi della diga


Gino Ceschina
Gino Ceschina
Ai piedi della diga
BLU

Sei morta lì. Ai piedi di una diga, senza un perché.
Dicono che sei morta di droga, Blu. Ma non è vero. Sei morta di paura, di tristezza, di insicurezza e di solitudine.
Sei morta sola in mezzo a cento ragazzi come te, che non sapevano che fare. Che sono come te. In un posto che non c’entra niente con te.

Che magari, magari. Se c’era un posto più vicino a te, un posto raso al suolo, non morivi. Magari.

Sei morta perché credevi di avere una Missione ma non sapevi quale. E comunque credevi di non esserne all’altezza.

Blu, non ce ne sono di missioni.
E, Blu, andiamo tutti a tentoni. Tutti. Anche se facciamo finta che no. Anche se abbattiamo i posti in centro dove fare i rave.

Capiscici, Blu. Capiscici: domani ci dobbiamo alzare e andare a lavorare.

Però, te lo dico, questa cosa di essere all’altezza, di essere giusti, di essere utili e importanti, Blu, è una cazzata. Te lo dico adesso. Te lo dico anche se è troppo tardi.
I cadaveri dell’ultimo barbone di New Dehli e del Presidente del Mondo per i vermi hanno esattamente lo stesso sapore.

Dice che prendevi le droghe, ma non si chiede perché le prendevi. Dice che non avevi un vero lavoro, che eri ai margini. Ai margini di che?

Siamo così bravi a darvi regole. Ma le regole sono la morte del buonsenso. Rientra per mezzanotte. E se perdi una scarpetta, la troverà un Principe Azzurro che ti picchierà e ti violenterà.

Le regole. Dare una regola costa 1. Dare un principio costa coraggio, costa fatica, e implica il mettersi in gioco. Ma le regole ci permettono di non prenderci responsabilità. Di non essere consapevoli, di non cedere all’ironia. Sono comode, le regole.

Blu, non hai sbagliato. E nemmeno i ragazzi che stavano lì hanno sbagliato, Blu.

Hanno sbagliato quelli che hanno fatto i blocchi a valle. Quelli che sapevano, ma a salir su era troppa fatica. E abbiamo sbagliato noi.

Consapevolezza, responsabilità, ma soprattutto ironia. Dovevamo insegnarti a vedere il lato buffo della vita, Blu. Perché senza ironia non viviamo mica, al massimo sopravviviamo. Male.

Vi sommergiamo di esami, di prove, di voti e di giudizi. Per essere pronti. Per essere efficaci, e produttivi, e utili alla società.
Ma a te servivano risposte. Blu. Spiegazioni, fili da seguire.

Non ce ne sono, Blu. Quelli che vedi, quelli che hanno successo, hanno paura quanto te. Io ho paura quanto te.

L’unica risposta è che noi, noi vecchi, noi Membri Costruttivi della Società, di risposte non ne abbiamo.

Bastava dirtelo.

Invece sei morta, ai piedi di una diga, uccisa da un punto interrogativo.

Dal nostro archivio

L’insostenibile casualità della condizione umana e la politica per Kundera
Naufragi

L’insostenibile casualità della condizione umana e la politica per Kundera

A 94 anni la scomparsa del più noto autore cecoslovacco, esule in Francia dopo essere stato fra gli intellettuali promotori della Primavera di Praga

Pubblicato il Aldo Sofia
Il Lenin dei Russi nei pensieri di oggi
Naufragi

Il Lenin dei Russi nei pensieri di oggi

A un secolo dalla scomparsa, l’atteggiamento di cittadini e pensatori russi nei confronti dell’artefice della rivoluzione bolscevica: incontro a Mosca con il filosofo marxista e...

Pubblicato il Yurii Colombo