Il Ticino si sposta ancora un po’ più a destra

Il Ticino si sposta ancora un po’ più a destra

Anche lo spoglio dei voti per i Consigli comunali conferma sostanzialmente quello per i Municipi; i rosso-verdi preannunciano una verifica dell’alleanza che però arriva in ritardo


Rocco Bianchi
Rocco Bianchi
Il Ticino si sposta ancora un po’ più a...

La politica è quell’arte in cui dopo un’elezione tutti affermano di aver vinto e nessuno di aver perso. Certo bisognerà capire esattamente, tra liste civiche e Avanti, quanto effettivamente la sinistra sia arretrata, ma il dato complessivo anche dopo i risultati per il Consiglio comunale è indubitabile: il Ticino si è spostato ancora più a destra. Ergo, la sinistra ha perso.

Un’emorragia dopo la scissione di Amalia Mirante per il PS era da mettere in conto (una decina abbondante i consiglieri comunali ottenuti dal movimento), ma nessuno se l’aspettava di queste dimensioni, perché una cinquantina abbondante di seggi persi non sono cosa che possa essere imputata solo alla comparsa del nuovo movimento e all’indebolimento dell’onda verde, dunque archiviata senza contraccolpo alcuno.

Non abbiamo passato a pettine fine tutti i 79 comuni in cui si è votato, ma possiamo essere ragionevolmente certi che quelli in cui la sinistra ha migliorato il suo risultato rispetto a tre anni orsono, in percentuale e/o in seggi, si possano contare sulle dita di una mano. Ammesso che ce ne siano.

Varie le cause di questa débâcle, annunciata pur se gli avvenimenti degli ultimi mesi un po’ di spinta all’area avrebbero dovuto darla. Tra queste il fantomatico o per meglio dire fantasmatico progetto di area-rosso verde, annunciato in pompa magna due anni orsono, che avrebbe dovuto portare a medio-lungo termine addirittura al raddoppio della rappresentanza in Consiglio di Stato ma che finora nessuno ha visto (e se c’è chissà dov’è, per dirla alla Gaber).

Sintomatico in questo senso la dichiarazione del presidente PS Sirica, che a La Regione, dopo aver ammesso che del progetto finora “non si è visto molto” ha annunciato “per i prossimi mesi la richiesta di un incontro ai Verdi per fare un’analisi complessiva di queste tre tornate (elettorali, ndr.) prima del nostro congresso per riflettere insieme”. Sarò probabilmente ingenuo e fors’anche sprovveduto, ma svolgere al termine del classico trittico elettorale Cantonali-Federali-Comunali una riunione in cui fare il punto sia un atto dovuto e di semplice buon senso, per cui avrebbe dovuto essere convocata già da tempo. Il fatto che così non sia la dice lunga sui non rapporti intessuti e intrattenuti in questi due anni tra i vertici dei due partiti interessati.

Sia come sia, per una sinistra che piange c’è una destra che ride. Non sguaiatamente, ma per lo meno con soddisfazione. Il PLR ha certo lasciato sul campo una trentina di poltrone, non confermando appieno il buon risultato del giorno precedente ottenuto nei Municipi, ma si conferma comunque e di gran lunga il primo partito cantonale, mentre Centro e Lega/UDC tutto sommato confermano le loro posizioni. In segno più anche i Verdi Liberali, mentre è da segnalare l’ingresso di rappresentanti di Helvethica in alcuni comuni.

I veri vincitori di giornata sono però le liste civiche, spesso di difficilissima definizione e dunque collocazione politica, che fanno segnare quasi 60 seggi in più. Più o meno tanti quanti ne ha persi la sinistra: sarà un caso?

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