I “valori svizzeri” dell’anarco-capitalista Pamini

I “valori svizzeri” dell’anarco-capitalista Pamini

Ecco il vero volto del neo consigliere nazionale UDC. Chi l’ha votato sa che vuole abolire l’AVS e lo Stato sociale?


Fabio Dozio
Fabio Dozio
I “valori svizzeri”...

L’elezione al Consiglio nazionale ha elettrizzato Paolo Pamini, fiscalista che, se fosse per lui, abolirebbe il fisco e resterebbe disoccupato.

Sull’ultimo numero de “La Domenica”, il settimanale del Corriere del Ticino, viene invitato a commentare il tema del carovita. Pamini si esprime senza contradditorio: il giornalista non pone nessuna domanda, lo lascia parlare a ruota libera.

La battuta regina proferita dal deputato dell’Unione democratica di destra (e ripresa, guarda un po’, nel titolo dell’articolo) è questa: “La Svizzera ormai è di fatto uno Stato socialista”. Ohibò, ma qual è il partito di maggioranza a Berna? Sotto accusa da parte dell’ultraliberista sono la previdenza, la sanità e tutti i sussidi a favore delle fasce più deboli della società, oltre alle odiate imposte.

Ricordiamo a Pamini, ossessionato dalle spese statali, che il sostegno ai più deboli è un dettato costituzionale. Poi, un politico – anche di ultradestra – dovrebbe sapere che se lo Stato non è sociale e non garantisce il Welfare, addio “comune prosperità e coesione interna”, come afferma l’art. 2 della Costituzione (liberale, non socialista!)

Pamini, obnubilato dal suo liberismo, sottolinea che le maggiori spese sono solo quelle statali e che non ci sono esplosioni di costi in ambito privato. Basta interrogare le famiglie che faticano a far quadrare i conti, per farsi spiegare: casse malati, bollette dell’energia, affitti e tassi ipotecari, inflazione? E come la mettiamo con le imprese acciaccate che chiedono soccorso allo Stato? UBS, Credito Svizzero, Axpo (energia), che chiedono liquidità e poi incassa miliardi di profitti. 

Perla fra le perle paminiane, il “progressivo spegnimento dell’AVS”! Pamini consiglia di liquidare l’AVS e invita i giovani a investire nel terzo pilastro, ossia nel risparmio privato. Una proposta da enfant gâté che ha poca idea di come funziona il mercato del lavoro oggi, soprattutto per i giovani. “Se un sistema come quello dell’AVS – sostiene il deputato UDC  – venisse utilizzato nel privato, i suoi responsabili se la vedrebbero con il Ministero pubblico. Non esiste che un anziano vada da un giovane e lo obblighi a pagargli la pensione”. Banche multate, multinazionali processate, fiduciari sotto processo… ma per favore!

Gli attacchi della destra all’AVS durano da quando l’assicurazione è nata nel 1948. Ciò che non va giù ai liberisti è il concetto di solidarietà. Aiutare i più deboli? Giammai! Ridistribuire la ricchezza? Scordatevelo! L’AVS fa pagare in proporzione al reddito, e quindi i ricchi pagano di più, ma distribuisce uniformemente. Pertanto i milionari ci perdono e Pamini non se ne fa una ragione.

Rimane da porre una domanda cruciale: chi ha votato Pamini, l’elettorato popolare della Lega, dell’UDC e dintorni, è cosciente della scelta che ha fatto? Sa che il suo idolo vuole smantellare l’AVS e lo Stato sociale? Sono tutti elettori benestanti o fra di loro c’è qualcuno che appartiene alla folta schiera – in Ticino 80 mila! – di persone che sono a rischio povertà? E cosa dice la Lega, con la sua cosiddetta anima sociale, forse morta con Nano Bignasca, che proponeva la tredicesima mensilità AVS?

Chiudiamo con un richiamo all’educazione civica, osannata dall’UDC, con una citazione dalla Costituzione (liberale, va ribadito, non socialista!): “Chi è nel bisogno e non è in grado di provvedere a sé stesso ha diritto di essere aiutato e assistito e di ricevere i mezzi indispensabili per un’esistenza dignitosa».

Nell’immagine: la legge del più forte, il progresso sociale secondo Pamini

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