Attento a te, Ps!

Attento a te, Ps!


Martino Rossi
Martino Rossi
Attento a te, Ps!

“Attento a te Ps, ti stai scavando la fossa!”. In termini coloriti ed esagerati, è questo il messaggio che l’editorialista de laRegione (Scarinci, 13.6.24) lancia al partito socialista dopo la domenica di votazioni del 9 giugno. Il giornalista intravede “un distacco sempre più grande” tra le rivendicazioni del Ps e “la rispondenza davanti al popolo”. È perentorio nel sostenere che “i ticinesi non hanno alcuna intenzione di vedersi aumentare le imposte”. Ammonisce il partito e i suoi copresidenti – che sembra ritenere un po’ duri di comprendonio – che “non si può essere a favore solo di quello che piace e contrari a tutto quello che non piace”, ma occorre accettare compromessi possibili, pena il “rischio di autoescludersi” nel governo e nel parlamento. Certamente irritante il censore del Ps, ma i suoi argomenti meritano attenzione critica.

Non esistono “il popolo” e “i ticinesi” come blocchi omogenei: questi sono concetti di comodo dei populisti etnocentrici. La metà dei “ticinesi” va a votare e l’altra no: è già una bella differenza. Guardando a chi vota sui temi fiscali, osserviamo negli ultimi anni pochi casi in cui “i ticinesi” sono apparsi compatti nel volere più o meno imposte: il più delle volte le quote di sì e di no sono entrambe consistenti. L’ultima riduzione dell’imposta sul reddito è stata accolta dal 57% e avversata dal 43%; l’aumento dell’Iva per l’Avs, accolta dal 51% contro il 49%; la deducibilità dei premi LaMal dei figli accolta dal 53% contro il 47%; l’aumento della deduzione per i figli nell’Imposta federale, dal 52% contro il 48%; la cosiddetta riforma “fisco-sociale”, dal 50,1% contro il 49,9%.

Ma hanno torto anche i socialisti quando, un po’ da neofiti, pretendono di rappresentare non più i “lavoratori” (che dal manager al magazziniere sono l’85% della popolazione attiva) bensì il mitico “ceto medio” ritenendolo danneggiato dagli “sgravi ai ricchi”. Poi, voto dopo voto, vedono che almeno per metà i membri del “ceto medio” sono favorevoli agli sgravi: o perché sono già ricchi, o perché sperano di diventarlo. Ricordiamo che il concetto un po’ vago e vacuo di “ceto medio”, per l’Ufficio di statistica comprende soggetti che arrivano fino a 8’500 franchi al mese di reddito per una persona sola, molto di più per coppie e ancora di più se ci sono figli. Giusto quindi evitare il “riflesso di Pavlov” del referendum a ogni sconfitta in parlamento. Meglio riservare l’appello agli elettori per battaglie molto importanti, semplici da spiegare, non viziate dalla coesistenza di “perdite e profitti” nel medesimo oggetto, che rende difficile scegliere per il sì o per il no.

Anche Scarinci deve però ammettere che la maggioranza di chi vota è sovente d’accordo con il Ps quando si tratta di aumentare le prestazioni sociali: in Ticino, 67% per l’assicurazione paternità, 71% per la tredicesima Avs, 58% per i sussidi che limitano i premi LaMal al 10% del reddito, 51% per le pensioni dei dipendenti pubblici…

Attenuare le disuguaglianze tramite fiscalità e prestazioni (oltre che con la lotta salariale) è una battaglia sacrosanta della sinistra ed è efficace: il benessere dei meno favoriti aumenta di molto. In Svizzera, grazie alla fiscalità progressiva e alle prestazioni sociali l’indice di disuguaglianza dei redditi si riduce di un terzo. Nell’ultimo ventennio, però, la disuguaglianza dei redditi primari (quelli di mercato) è aumentata del 15% e, nella stessa misura, anche quella dei redditi disponibili: non si è saputo/voluto frenarla.

Il Ps deve quindi scegliere su cosa concentrarsi e come, in tutti gli ambiti (economico, sociale, ambientale): quali sono gli interessi da difendere e con quali strumenti; quali sono i valori fondamentali che orientano la sua politica; come rivolgersi alla testa e ai sentimenti delle persone (di ogni ceto e funzione sociale) affinché vedano nella società una comunità di cooperazione per il mutuo vantaggio e non un assieme di individui isolati in competizione fra loro. È questo il lavoro da fare per costruire un “progetto rosso-verde” (progetto eco-socialista) necessario e vincente per il Ticino e per la Svizzera.

Articolo scritto per laRegione

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