Se ne va il supercardinale anti-pedofilia

Se ne va il supercardinale anti-pedofilia

"Non si fa abbastanza". E le dimissioni del tedesco Reinhard Marx chiamano in causa anche papa Francesco


Gino Driussi
Gino Driussi
Se ne va il supercardinale anti-pedofilia

Con una lettera datata 21 maggio ma resa nota solo il 4 giugno, Il cardinale tedesco Reinhard Marx (67 anni) ha dunque offerto a papa Francesco le sue dimissioni da arcivescovo di Monaco e Frisinga, carica che ricopre dal novembre 2007. Il pontefice gli ha chiesto di continuare il suo servizio fino a che prenderà una decisione.

Con questo gesto clamoroso, il porporato ha così voluto assumersi “la corresponsabilità relativa alla catastrofe dell’abuso sessuale perpetrato dai rappresentanti della Chiesa negli ultimi decenni”. Non una dichiarazione di colpa personale, diretta, ma la costatazione di una crisi giunta “a un punto morto – scrive Marx – ma che però potrebbe diventare anche un punto di svolta secondo la mia speranza pasquale”.

Si tratta di un vero e proprio colpo di scena, vista la statura del personaggio, che è tra le maggiori personalità della Chiesa cattolica non solo tedesca. È stato presidente della Conferenza episcopale del suo Paese dal 2014 al 2020 (adesso si capisce meglio perché, a sorpresa, non sollecitò un secondo mandato), è membro del ristretto Consiglio dei cardinali che affiancano il Papa ed è coordinatore del Consiglio per l’economia della Santa Sede. Indubbiamente, è uno dei più ascoltati consiglieri di Francesco.

Con un gesto che gli fa onore, Marx ha voluto assumersi responsabilità che non sono direttamente sue nella grave questione degli abusi sessuali sui minori ad opera del clero e compiere un atto politico nel tentativo di spingere il Papa ad accelerare su alcuni processi messi in atto sia da Francesco sia dal suo predecessore Benedetto XVI che non stanno producendo i frutti sperati.

In effetti, la battaglia dei due pontefici citati – che parte da lontano – fatta da innumerevoli documenti, dall’inasprimento delle sanzioni per i colpevoli e da una grande attenzione verso la prevenzione non sembra aver apportato grandi cambiamenti. Non sono rari i casi di omertà, di copertura di preti pedofili accertati o ancora presenti in diverse parti del mondo, nonostante gli sforzi delle varie Conferenze episcopali: pensiamo ad esempio all’Italia, alla Francia, alla Germania (dove la diocesi di Colonia è stata commissariata), per non parlare dell’America latina. E certe situazioni hanno lambito anche lo stesso Vaticano.

Secondo Marx, un punto di svolta per uscire da questa crisi può essere unicamente quello della via sinodale. Ed è proprio quella che sta vivendo la Chiesa cattolica tedesca, in pieno fermento, che all’inizio del 2020 ha intrapreso un cammino sinodale, organizzato congiuntamente dall’episcopato e dal Comitato centrale dei cattolici   (un organismo laico),  che dovrebbe durare un paio d’anni. Non mancano i temi caldi scelti per il confronto, come potere e divisione dei poteri nella Chiesa, vita sacerdotale oggi, donne nei servizi e nei ministeri della Chiesa, amore e sessualità. A questo proposito, non è mancato l’altolà del Vaticano (e dello stesso Papa), che ha messo in guardia la Chiesa cattolica tedesca da strappi che potrebbero avere gravi conseguenze. E non sono pochi quelli che temono un vero e proprio scisma.

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