Centovallina 1944: salvate quei bambini!

Centovallina 1944: salvate quei bambini!

Compie 100 anni la ferrovia Locarno – Domodossola. Linea ferroviaria tra le più belle d’Europa ed esempio da imitare per riuscite operazioni umanitarie - Questa sera il documentario alla RSI


Ruben Rossello
Ruben Rossello
Centovallina 1944: salvate quei bambini!

A rileggere la storia della Ferrovia Locarno Domodossola – che proprio in queste settimane compie i 100 anni di vita – verrebbe da dire che di ferrovie così ce ne vorrebbero molte e in tante parti del mondo.

L’episodio più carico di significati, simbolici e umanitari della lunga storia di questo treno risale al 1944, quando la gran parte della Val d’Ossola e della val Vigezzo a ridosso del confine svizzero erano riuscite per un breve periodo a liberarsi di nazisti e fascisti e costituirono – con la guerra ancora in corso – un territorio libero, poi chiamato Libera repubblica d’Ossola. Una repubblica civile, sorretta dalle armi dei partigiani.

L’esperimento durò solo 40 giorni, e grazie alle personalità che lo animarono (basterebbe ricordare il grande linguista Gianfranco Contini, poi rifugiatosi in Svizzera) costituì il più importante tentativo di anticipare le istituzioni democratiche che la nuova Italia avrebbe poi garantito dopo la guerra. La Repubblica d’Ossola fu un eccezionale laboratorio di idee, di discussioni e di vita democratica. Ma tutto finì poi in tragedia. E qui viene la parte significativa della ferrovia Domodossola – Locarno.

Il 10 di ottobre del 1944 ben 5’000 uomini della Wermacht e delle milizie fasciste assalirono il territorio liberato e nel volgere di due settimane ebbero ragione della disperata resistenza partigiana.  Viste le minacce di rappresaglie sulla popolazione civile continuamente ripetute da nazisti e fascisti, le autorità della Repubblica d’Ossola prima del crollo finale organizzarono, con la collaborazione della Croce Rossa Svizzera, il trasferimento di migliaia di bambini oltre confine.

Si trattò di una eccezionale operazione umanitaria, pienamente riuscita. Per giorni e giorni i bambini dell’Ossola vennero trasferiti in treno oltre confine, ognuno con un vistoso un cartellino al collo della Croce Rossa. La maggioranza venne portata a Briga attraverso il Sempione. Alcune centinaia invece vennero fatti salire sui vagoni della Vigezzina – Centovallina (interrotta al confine, ma sempre efficiente anche i quei giorni) e portati in salvo a Locarno, dove vennero accolti da famiglie ticinesi per il resto della guerra.

Basta vedere le fotografie di quei giorni drammatici per rivivere la gioia della salvezza offerta a migliaia di piccoli sventurati. Un treno cosi, carico del sorriso di bambini sottratti agli orrori della guerra, servirebbe oggi in molte parti del mondo.

La storia della Centovallina naturalmente è molto altro ancora e i motivi di interesse per questa splendida linea ferroviaria sono tanti. Considerato uno dei percorsi ferroviari più belli d’Europa, è tutto un susseguirsi di panorami magnifici, attraversati da una linea ferroviaria ardita, monumento di ingegneria e di lavoro. Ponti, gallerie, massicciate che oggi sembrano far parte da sempre di questi territori.

Quando venne inaugurata il 25 novembre del 1923 la Centovallina-Vigezzina costituì un potente strumento di progresso civile ed economico, per le Centovalli e la val Vigezzo. Era e resta un fondamentale collegamento est – ovest tra la linea del Gottardo e quella del Sempione, e la via più rapida per collegare il Ticino alla Svizzera francese.

Sopravvissuta a mille vicissitudini che avrebbero potuto decretarne la soppressione, la Centovallina festeggia oggi il suo centenario in piena salute, un po’ servizio pubblico e un po’ treno turistico. E, appunto, con una lunga e gloriosa storia; alla quale potrebbero ispirarsi anche in altre parti del mondo. Di volti di bambini da sottrarre alla guerra ce ne sono purtroppo ancora molti.

  • Ruben Rossello è autore del documentario “Lungo quei binari”, piccolo diario sui 100 anni della Centovallina, in onda nella rubrica “Storie” su RSI La 1 questa sera, domenica 14 gennaio 2024

Nelle immagini: fotografie tratte dal film presentato qualche giorno fa in anteprima a Camedo

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