Sono anch’io un’esponente della “ideologia gender”?

Sono anch’io un’esponente della “ideologia gender”?

Anche in Ticino è in atto la strategia degli estremisti religiosi per manipolare le società europee contro i diritti umani in materia di sessualità e riproduzione


Pepita Vera Conforti
Pepita Vera Conforti
Sono anch’io un’esponente della...

A sentire gli esponenti della destra ultracattolica, quella che chiamano “ideologia gender” è una cosa terribile. Sarebbe il morbo della fluidità che si insinua nelle scuole per trasformare i nostri figli e le nostre figlie in omosessuali e transessuali, e – in età adulta – in pedofili. Per confonderli e ossessionarli. Non sia mai che il preteso “ordine naturale” raffigurato da Adamo e Eva venga stravolto.

Secondo questa narrazione le donne hanno meritato già in tempi biblici la condanna perpetua all’inferiorità, così come l’omicidio di Abele per mano del fratello Caino sembrerebbe aver sancito la nascita della nostra civiltà. Eh sì, maledette noi femministe, che abbiamo osato ribaltare il tavolo e opporci a questa visione delle cose.

Siamo state accusate di essere racchie, con i peli sulle gambe, isteriche, di voler castrare (simbolicamente e non) gli uomini. Adesso siamo accusate di propagandare questa misteriosa ideologia o teoria “gender”.

Da dove nasce questa propaganda ideologica, che a ondate sempre più lunghe sta attraversando il mondo occidentale, compresa la Svizzera?

Nel 2018 una inchiesta del Forum Parlamentare Europeo sulla Popolazione e lo Sviluppo (EPF) ha raccolto documenti che rivelano una dettagliata strategia estremista chiamata Ristabilire l’Ordine Naturale: un’Agenda per l’Europa, che dal 2013 mira ad abolire le leggi esistenti sui diritti umani fondamentali legati alla sessualità e alla riproduzione. Come il diritto al divorzio; per la donna l’accesso alla contraccezione, alle tecnologie di riproduzione assistita o all’aborto; l’uguaglianza per le persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali o intersessuali (LGBTI); o il diritto di cambiare genere o sesso senza temere ripercussioni legali.

Tutto ciò con azioni congiunte contro le legislazioni dei singoli Paesi (ad esempio la messa a punto di argomentazioni contro l’adozione della Convenzione di Istanbul), la creazione di organizzazioni capillari (con sede principale a Bruxelles [1]), finanziamenti garantiti a più di 100 organizzazioni da miliardari di ogni dove legati ai partiti conservatori di USA, Regno Unito e Messico, da duchi e arciduchi, da oligarchi russi… Tutti intenzionati a indebolire le democrazie dall’interno e senza dare troppo nell’occhio.

Javier Cercas in un articolo [2] scrive a proposito del nazionalpopulismo (legato alla medesima rete ultraconservatrice): “ha imparato che è un’ingenuità proclamare il proprio odio per la democrazia, aggredendola brutalmente, e che è molto più efficace difenderla in teoria e attaccarla in pratica, minandola dall’interno, distruggendo le sue istituzioni e i suoi meccanismi”.

Ma questi crociati dell’intolleranza conoscono le sofferenze dei/delle giovani che sentono il proprio corpo inadeguato ai propri desideri profondi, e che troppo spesso arrivano a togliersi la vita per il terrore di dichiarare e vivere pienamente la propria omosessualità o transessualità [3]?

Questi nuovi “benpensanti” sanno che la cultura dello stupro inizia nella convinzione di poter disporre simbolicamente e fattualmente del corpo dell’altro? Che inizia già quando un giovane uomo si sente autorizzato a fischiare dietro a una ragazzina, alle bambine viene prospettato un mondo tutto rosa, o ai bambini viene chiesto di essere sempre coraggiosi e intrepidi?

Certo che lo sanno. Ma per loro è più importante conculcare modelli preconcetti di comportamento che hanno fatto soffrire per secoli una parte non indifferente della popolazione.

La campagna di comunicazione destabilizzante di questi gruppi d’odio è lucidamente orchestrata. La citata Agenda definisce quattro strategie principali, le stesse che vediamo applicate da qualche tempo in Italia, e ora anche in Ticino [4].

La prima è “Usiamo le armi dei nostri avversari e rivolgiamole contro di loro. Ci accusano di essere omofobi? Noi diremo che si tratta di una calunnia contro i cristiani ultraortodossi”. E a conferma di questo hanno creato l’Osservatorio sull’Intolleranza e la Discriminazione contro i cristiani in Europa.

“Rivoltare completamente il quadro concettuale” è la seconda strategia. Consiste nell’utilizzare lo stesso linguaggio dei difensori dei diritti umani, adattandolo però ai propri obiettivi. Come evidenzia l’inchiesta di EPF, l’Agenda “include una tabella con una lista di 14 parole ambigue, dove una colonna comprende che cosa i nostri avversari intendono con essa ed un’altra colonna è intitolata cosa significa realmente. Incoraggia inoltre la creazione di un significato alternativo per i diritti umani stabiliti e l’utilizzo di questi in lavori accademici, così da influenzare il dibattito universitario.”

“La violenza è intrinseca al programma dei nostri avversari”, dichiara poi il documento. È la terza strategia. Di colpo i violenti, gli usurpatori (con la complicità delle istituzioni) sono coloro che non condividono le loro idee. Qualsiasi argomentazione venga portata per contrastare il loro concetto di “ordine naturale” è considerata discorso d’odio.

Naturalmente per sostenere tutto questo impianto è necessario apparire rispettabili e occupare posizioni di potere (quarta strategia), e così una schiera di avvocati, medici obiettori e politici vengono fatti accedere a posti chiave nelle istituzioni attraverso liste di “posizioni di alto livello che diventeranno vacanti”.

Una tabella riassuntiva degli obiettivi definiti dall'Agenda dei movimenti ultraconservatori. Alcuni di essi in qualche paese sono già stati raggiunti

Davvero questi nuovi “difensori della morale” pensano di poter ancora dominare i corpi attraverso rituali di controllo della procreazione? E a costo di quali sofferenze vogliono farlo?

A me fanno paura loro, che vorrebbero un mondo di persone ingabbiate in rigidi codici di comportamento. Inquieta il loro tentativo di negare le ricerche scientifiche che rivelano quanto la binarietà sessuale in natura sia molto meno binaria di quanto vogliano far credere (come ha mostrato bene la premiata esposizione “Queer” del museo di storia naturale di Berna).

E anche la sistematica diffusione di informazioni false su quanto viene realmente svolto nelle scuole in ambito di educazione sessuale e affettiva rientra nei loro piani. In realtà di questa educazione ce ne vorrebbe molta di più, affinché ognuno/a conosca meglio il proprio e altrui corpo, impari a rispettarlo, impari a nominare le emozioni, a esprimere i sentimenti, a governare i conflitti, a prendersi cura di sé e degli altri. Ad amare sé stesso/a e il prossimo.

Per fortuna le persone continuano a riconoscersi, ad amarsi, a trovare i modi migliori per stare assieme e prendersi cura dei bambini e delle bambine (che siano o no frutto della propria procreazione), anche se a volte in forme famigliari mutevoli e non convenzionali.

Pepita Vera Conforti fa parte del Coordinamento donne della sinistra
Nell’immagine: una delle illustrazioni della mostra “Queer”


[1] Il blog di riferimento di Agenda europea così come altri documenti citati nell’inchiesta del Forum Parlamentare Europeo sulla Popolazione e lo Sviluppo non sono più visibili. Wikileaks ha raccolto più di 17’000 documenti che dimostrano (nell’articolo The Intolerance Network) gli intendimenti, gli strumenti e i finanziamenti di questa rete dell’intolleranza che svolge parte delle proprie attività anche a Bruxelles, nel cuore dell’Europa.

[2] Javier Cercas, Nazionalpopulismo e democrazia, citato in Colpi alla cieca, ed. Le Fenici rosse, 2023, p.123

[3] Le risque de suicide parmi les personnes LGBT e La salute delle persone LGBT in Svizzera – Riassunto del rapporto finale 2022 su incarico dell’Ufficio federale della sanità pubblica.

[4] Si pensi solo alle polemiche suscitate dalla pagina dell’agenda scolastica 2023-2024, quando il DECS è stato accusato di “diffondere un messaggio che piace alla propria area e cerca di impostare una certa idea di società” (chissà, azzardo una risposta: forse democratica e inclusiva?), al cartellone UDC in occasione del 1° agosto che, con l’”immigrazione di massa”, vuole sparare con un razzo anche la “follia gender”, o all’evento organizzato dagli Amici della costituzione e HelvEthica Ticino in occasione delle elezioni cantonali, dal titolo esplicito “La distruzione della libertà in nome della libertà? Ideologia del gender: parliamone”. Sicuramente anche la serata prevista per il 13 maggio 2024 a Giubiasco si inserisce nel medesimo filone. Il titolo è: “Cosa mi sento oggi? Gli errori della teoria gender tra i banchi di scuola”.

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