Lo stesso pacemaker: 2’200 franchi a Lucerna, 12’900 franchi in Ticino

Lo stesso pacemaker: 2’200 franchi a Lucerna, 12’900 franchi in Ticino

L'opacità del sistema sanitario consente ai produttori di guadagnare miliardi sulle spalle degli assicurati


Mario Conforti
Mario Conforti
Lo stesso pacemaker: 2’200 franchi a...

Lo ha detto Alain Berset: tra i colpevoli degli aumenti dei premi delle Casse malati ci sono anche i pazienti. Ma non sono certo gli unici, e le loro “colpe” sono in buona parte ancora da verificare e dimostrare. Nel contempo “sono molti i fattori di costo della salute pubblica di cui nessuno parla. Si tratta di aziende che producono, ad esempio, valvole cardiache artificiali, pompe per insulina, stent o dispositivi per la chemioterapia. Impianti e altri dispositivi medici che spesso salvano vite umane.”

Lo dicono due importanti testate nazionali, il Tages Anzeiger e 24 Heures nell’articolo “Des groupes médicaux arnaquent les assurés avec des prix excessifs” di Catherine Boss e Roland Gamp, che danno le cifre (il settore svizzero della tecnologia medica genera ogni anno un fatturato di 9 miliardi di franchi, corrispondente a circa il 10% dei costi totali del sistema sanitario svizzero) e svelano il segreto del successo delle aziende che producono e vendono tecnologia sanitaria: la segretezza dei prezzi.

L’unità investigativa di Tamedia, racconta l’articolo, si è posta l’obiettivo di svelare questo meccanismo, scontrandosi con un muro di silenzio. Nessuna informazione viene fornita sui prezzi dei prodotti.

L’inchiesta si è concentrata su di un piccolo dispositivo argentato chiamato Edora 8 DR-T del produttore Biotronik. “Il tipo di pacemaker di cui hanno bisogno ogni anno milioni di persone in tutto il mondo. Ma quanto costa l’Edora 8 DR-T quando arriva negli ospedali svizzeri?”

Nonostante le bocche cucite e gli ostacoli burocratici i giornalisti hanno potuto scoprire un dato strabiliante: la differenza di prezzo per lo stesso prodotto venduto in cantoni diversi era superiore a 10.000 franchi. E citiamo: “i prezzi nel cantone di Soletta andavano da circa 2.200 a 8.100 franchi, mentre nel cantone di Lucerna erano compresi tra 2.200 e 7.000 franchi. Per l’Ente Ospedaliero Cantonale in Ticino il prezzo ha raggiunto i 12.900 franchi – un record in Svizzera.”

Evviva, un altro record negativo per il cantone con il maggior rincaro dei premi per il 2024.

Stando a quanto pubblicato, per Doris Giulieri, Capo Area Finanze e Controlling dell’EOC, l’alto prezzo pagato per l’Edora 8 DR-T nel 2020 era dovuto alla piccola quantità ordinata. “All’epoca avevamo acquistato solo un’unità. Da quando il Cardiocentro Ticino è subentrato all’inizio del 2021 sono stati ordinati molti più pacemaker. Di conseguenza, i costi per unità sono diminuiti notevolmente”.

Insomma, non c’è un listino con prezzi fissi, chiari e uguali per tutti, ma un tira-e-molla commerciale fatto per spremere il più possibile gli ospedali e i pazienti. La casa produttrice Biotronik, a quanto risulta dall’articolo, non ha voluto rispondere a molte domande. “Il gruppo tace anche sull’accusa di vendere prodotti a prezzi eccessivi sulle spalle di chi paga i premi.”

“Le enormi differenze nei prezzi dei pacemaker – commentano i giornali d’Oltralpe – sono una chiara dimostrazione di come il sistema sanitario generi costi che permettono ad alcuni di fare profitti mentre altri pagano conti salati. In pratica, funziona così: se un ospedale ha bisogno di un dispositivo medico può acquistarlo direttamente dal produttore. Il prezzo non è regolato dallo Stato. L’ospedale paga quanto ritiene giusto o quanto richiesto dal fornitore. L’ospedale viene poi rimborsato interamente dalla cassa malattia, almeno nel settore ambulatoriale.”

Dall’inchiesta emergono anche altre informazioni sui meccanismi di questo mercato. Due anni fa il Controllo federale delle finanze ha osservato che “nel settore ambulatoriale i fornitori non sono incentivati a negoziare prezzi interessanti, perché possono trasferire il prezzo d’acquisto all’assicurazione sanitaria” e ha dichiarato che c’è un notevole potenziale di risparmio per gli ospedali “perché le aziende produttrici forniscono la Svizzera a prezzi a volte significativamente più alti di quelli di Germania, Francia e Austria”.

Insomma, il ragionamento di chi acquista questi apparecchi è questo: non fa niente se pago troppo, tanto qualcuno mi rimborserà. E con tale logica non stupisce che i premi siano in continuo aumento.

Patrick Müller, responsabile degli acquisti dell’ospedale cantonale di Winterthur, citato dal Tagi e da 24 Heures, descrive la situazione come anomala. E la colpa non è solo della mancanza di trasparenza. Secondo lui, “la colpa è anche e soprattutto dei legami di interesse”. È vero che la maggior parte degli ospedali ha acquisitori professionisti, e alcuni formano anche gruppi di acquisto per ottenere condizioni migliori attraverso ordini più consistenti. “Ma i medici
hanno ancora una grande influenza”, continua Patrick Müller. Spesso insistono per un determinato prodotto, a prescindere dal prezzo. Per abitudine. O proprio perché sono legati ai produttori”.

Quanto ai modi per combattere i prezzi elevati, secondo l’articolo vi sarebbe quello di indire gare d’appalto pubbliche per gli acquisti. “Questo è il sistema applicato in Svezia. Le autorità regionali acquistano i dispositivi medici seguendo una procedura pubblica. Questo porta a prezzi molto più bassi, ben al di sotto dei prezzi più bassi della Svizzera.”

E ancora Patrick Müller: “Nel 2017 abbiamo reso pubblici alcuni prezzi, abbiamo avviato una collaborazione strategica con diversi produttori e abbiamo indetto una gara d’appalto per diversi prodotti”, spiega. “Abbiamo messo in competizione i concorrenti e abbiamo ottenuto riduzioni di prezzo, alcune delle quali sostanziali. Di conseguenza, dal 2018 possiamo importare a condizioni migliori. Questo ci ha permesso di acquistare cateteri in Germania, ad esempio, a un ottavo del prezzo che avremmo normalmente pagato”.

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