Masochismo, tafazzismo e insulso “polling game”
A sinistra si litiga, ci si denuncia, ci si distingue, con il risultato di lasciar campo libero alla coesione dei tanti No della destra
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A sinistra si litiga, ci si denuncia, ci si distingue, con il risultato di lasciar campo libero alla coesione dei tanti No della destra
• – Silvano Toppi
In Slovacchia vittoria elettorale dell’ex premier Fico (oggi iper-populista, xenofobo, e pro-Putin) costretto 5 anni fa a dimettersi per pesanti sospetti per l’assassinio di un giornalista
• – Aldo Sofia
In Russia stamane il record storico della moneta americana nei confronti rublo; per Putin si complica l’obiettivo di contrastare il dominio del dollaro, un pilastro della sua strategia internazionale
• – Yurii Colombo
Biden senza seri rivali per le primarie democratiche. Ma dov’è finita la sinistra, che dietro Bernie Sanders era sembrata così forte alle ultime elezioni?
• – Redazione
A Pregassona la Lega presenta la proprie liste elettorali… a tavola
• – Enrico Lombardi
Al MASI di Lugano, nella sede del LAC, 300 capolavori della Graphische Sammlung del Politecnico federale di Zurigo in mostra fino al 4 gennaio 2024 – Un’esposizione da non perdere
• – Michele Ferrario
Il Teatro Sociale di Como inaugura la stagione 2023/24 con "Die Zauberflöte" di Mozart - Di Sabrina Faller
• – Redazione
Uno spot pubblicitario sta facendo discutere tutta Italia (a cominciare, naturalmente, dai politici)
• – Paolo Di Stefano
Una nuova raccolta di poesie dell’intellettuale troppo trascurato nella Svizzera italiana
• – Sergio Roic
Il vecchio Rupert molla, ma non è detto che sia una buona notizia
• – Redazione
Sosteneva Jack London che “le più belle storie cominciano sempre con un naufragio”. Sarà vero? Noi, nemmeno sappiamo come finirà la nostra, di storia. Dove potrà sospingerci, su quali casuali rotte e verso quali invisibili approdi, la navigazione che cominciamo oggi. Perché chiamarci “naufraghi/e”? E rispetto a cosa? Una deriva può anche essere volontaria, cercata, attesa. Ed in effetti è un po’ così. Siamo “naufraghi/e” per scelta. Salpati con l’idea di allontanarci (forse anche solo temporaneamente) dalla terraferma dei resoconti banali, scontati, ombelicali per affrontare il mare aperto, anche agitato, anche minaccioso di questi tempi, ma che ci impegni in una sopravvivenza più cosciente, più ragionata, più motivata. E più sociale. Sì, sociale. Collettiva.
Del resto, per restare al già citato Jack London, lo scrittore visionario ambientò nel 2013 (proiettandosi di oltre un secolo rispetto alla sua epoca) la “Peste scarlatta”: racconto e monito di come l’umanità possa distruggersi, tra virus auto-indotti e feroci egoismi. Anche Howard Smith, il docente narratore del libro, si era dovuto allontanare per sopravvivere. Per capire. E per testimoniare.
Quindi, buon viaggio.
Se non fosse chiaro, il nostro naufragio è metaforico. È un naufragio mentale, non una condizione di vita, o di morte. Con tutta la comprensione e solidarietà per chi ne vive il dramma e la tragedia.
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