L’Europa verso il bipartitismo
Lo scenario politico si sta americanizzando: le destre estreme peseranno molto e tutto deve cambiare
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Lo scenario politico si sta americanizzando: le destre estreme peseranno molto e tutto deve cambiare
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Lo scenario politico si sta americanizzando: le destre estreme peseranno molto e tutto deve cambiare
Lo scenario politico europeo sta per americanizzarsi. È ineluttabile, ormai è auspicabile perché, a prescindere dal bilancio finale della battaglia alle europee, in parlamento le estreme destre diventeranno inevitabili.
Lì le estreme destre non saranno maggioritarie ma, a Strasburgo come in tutta Europa, peseranno quanto pesarono negli anni Trenta e cercheranno di unire le loro forze, come già Viktor Orbán e Marine Le Pen hanno invitato a fare. Se ci riuscissero, potrebbero dar vita al secondo gruppo politico più importante dietro ai conservatori del Partito Popolare europeo e in ogni caso, anche se dovessero attestarsi al terzo o al quarto posto, continueranno ad affermarsi in alternativa all’insieme delle altre forze, di sinistra e di destra, che hanno dominato lo scacchiere europeo per circa ottant’anni.
A poco a poco, l’emiciclo di Strasburgo andrà riconfigurandosi in due blocchi. Da un lato siederanno i nazionalisti eletti, la cui voce si farà sentire in modo più forte rispetto a oggi, e quanti tra i conservatori si allineeranno ai primi in convergenze in un primo tempo sporadiche e poi sempre più regolari. Dall’altro lato – sul versante opposto e in modo similmente più strano di quanto possa sembrare – si siederanno tutte le altre forze politiche. Ciascuna di esse manterrà la rispettiva denominazione. Non sarà necessariamente amore folle e di sicuro non nell’immediato, ma da una parte dell’estrema sinistra a una gran parte dei conservatori, passando per i Verdi, il centro e la sinistra, sempre più spesso i voti andranno nella medesima direzione.
Quando si tratterà di dare sostegno all’Ucraina, di impedire il dissolversi dell’unità europea o di lottare contro il riscaldamento del clima, tutto avverrà senza che sia necessaria una concertazione. Per altre tematiche, perlopiù economiche e sociali, sarà necessario mettersi d’accordo e trovare compromessi che possano sbarrare la strada all’alleanza delle destre estreme e “dure”. Non sempre sarà possibile e funzionerà. Potrà capitare che il Partito Popolare faccia blocco comune con le estreme destre oppure che le sinistre lascino vincere le destre piuttosto che aderire a proposte troppo lontane dalle proprie.
Questa trasformazione andrà incontro a naturali rallentamenti e accelerazioni ma, fino a quando non emergerà una destra che si potrebbe definire trumpiana, le urne delineeranno a Strasburgo un fronte di democratici, plasmato da un rifiuto della regressione nazionalista, dal declino della democrazia e dagli attacchi allo Stato di diritto. Molti elettori non si rispecchieranno in questo e freneranno questa trasformazione. I più colpiti da un’evoluzione che sembra ostacolare l’aspirazione della loro sinistra a rinascere dalle proprie ceneri potrebbero essere i francesi, ma la necessità di far fronte comune non impedisce di affermare la propria identità e il parlamento europeo a quel punto non farà che ampliare una strada già tracciata a livello nazionale.
In Germania a tenere le redini in mano sono tre: liberali, Verdi e socialdemocratici. Nei Paesi Bassi come in Finlandia, in Svezia come in Italia, invece, sono le estreme destre, le destre e perfino i centrodestra a governare insieme. In Polonia, alleandosi ai liberali, la sinistra e la nuova democrazia cristiana hanno saputo rispedire all’opposizione le destre reazionarie e nazionaliste. Davanti al fronte delle estreme destre, il vecchio Partito laburista israeliano ambisce a confluire, con altri, in un Partito democratico tutto da inventare.
La risurrezione delle estreme destre sta riconfigurando i nostri scacchieri già ora. È un dato di fatto e questa realtà porta l’Europa a reinventare il bipartitismo americano nel quale, a fronte di repubblicani assetati di ordine, di manicheismo e di nazionalismo, i democratici fondono un centro monocromatico a tutte le sfumature della sinistra.
Tanto a destra quanto a sinistra, questa trasformazione epocale urta la nostra cultura politica e i nostri ricordi. In che cosa sarebbe riprovevole? Perché dovremmo rifiutare che un Partito del movimento subentri a una sinistra spossata, quando un Partito dell’ordine è già subentrato a una destra agonizzante – o addirittura defunta, nel caso della Francia? Perché dovremmo voler restare chiusi in un passato che non esiste più, quando questo campo di macerie ci offre l’occasione di poter ridare finalmente un’idea, un programma, un’ambizione alla lotta per la democrazia e a tutti coloro, così numerosi, che non ammettono di spegnere i Lumi e di rinunciare alla Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo, all’universalismo e alla richiesta di giustizia sociale? Non soltanto è indispensabile non respingere un simile cambiamento epocale: occorre lavorarci su e accelerarlo.
Traduzione di Anna Bissanti
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