L’atroce assassinio di un bracciante e l’orrendo teatrino collettivo
In Italia la tragica morte di un immigrato irregolare fa “scoprire” la tragedia della schiavitù nell’agricoltura; una vergognosa farsa politica, a destra e a sinistra
Filtra per rubrica
Filtra per autore/trice
In Italia la tragica morte di un immigrato irregolare fa “scoprire” la tragedia della schiavitù nell’agricoltura; una vergognosa farsa politica, a destra e a sinistra
• – Aldo Sofia
“Attento a te Ps, ti stai scavando la fossa!”. In termini coloriti ed esagerati, è questo il messaggio che l’editorialista de laRegione (Scarinci, 13.6.24) lancia al partito...
• – Martino Rossi
Il Madagascar è oggi il principale fornitore di zaffiri per le marche svizzere di gioielli e orologi, come Cartier o Gübelin. Ma lo Stato malgascio e le decine di migliaia di piccoli minatori che li estraggono difficilmente beneficiano di questa preziosa risorsa
• – Roberta Bernasconi
Ieri manifestazioni in tutta Israele per un accordo sugli ostaggi e contro il governo. E lo scrittore avverte: “Ora o mai più”
• – Redazione
I sindacati denunciano da anni, la politica non raccoglie
• – Redazione
Stampa / Pdf
• – Franco Cavani
Tutto capita come se gli avvenimenti caotici, anche del nostro tempo, si moltiplicassero e si rafforzassero reciprocamente, fino a una forma di destabilizzazione generale del nostro sistema
• – Silvano Toppi
Il vescovo Viganò - anticonciliare e grande contestatore di papa Bergoglio - è accusato dal Sant'Uffizio di essere scismatico. Perché il pontefice ha deciso di riportare in primo piano un caso quasi dimenticato
• – Aldo Sofia
Bisogna reagire contro il progressivo smantellamento di un servizio pubblico essenziale - Di Graziano Pestoni
• – Redazione
Non ci sono solo sessismo e razzismo da combattere. La società moderna penalizza anche le persone più avanti con gli anni. E secondo gli studiosi sta diventando una vera emergenza sociale
• – Redazione
In Italia la tragica morte di un immigrato irregolare fa “scoprire” la tragedia della schiavitù nell’agricoltura; una vergognosa farsa politica, a destra e a sinistra
Il bracciante irregolare Satnam Singh, dunque. Il “signor capo del governo” che vuol essere chiamata “Giorgia” parla dell’atroce episodio come di “atti disumani che non appartengono agli italiani”. Gran balla, e assoluzione collettiva. Come quando nelle forze dell’ordine, comprese quelle carcerarie, si moltiplicano gli atti di violenza, ma la prima preoccupazione è di ribadire che “comunque il Corpo è sano, i casi sono isolati, gli agenti in generale vanno ringraziati perchè mettono a rischio la loro incolumità”.
Dal Sud al Nord, dalla Puglia al Mantovano, dalla Calabria al Veneto, l’importante è che frutta e verdura arrivino sulle tavole della nazione. E che ci arrivino arricchendo chi paga salari da fame, e ancor più nutrendo a costi contenuti chi si sfama in cucine popolari o in eleganti sale da pranzo. Lo si sa da anni, lo si sa da sempre: è questa doppia, semplice, brutale verità che indirettamente rende tutti silenti, e complici, fra i consumatori ma soprattutto nel mondo politico. Destra e sinistra. Nessun governo ha mai voluto affrontare il problema con un minimo di serietà. Toccare questo sistema schiavistico e di cui molti, moltissimi profittano scatenerebbe infatti proteste politiche e insoddisfazioni vorrebbe, e intende, affrontare. Se pagati almeno dignitosamente, i braccianti irregolari (ma anche quelli che sarebbero in regola) farebbero aumentare di almeno il 30-35 per cento il costo dei generi agricoli più venduti. Non può dunque sorprendere che meno di 7.000 aziende agricole su 400.000 che conta la Penisola abbiano accettato di iscriversi alla “Rete di controllo agricolo di qualità”, che certifica anche l’eticità del lavoro.
E i controlli? Un vuoto quasi assoluto. Ricordo che al primo viaggio in Puglia per occuparmi di “invisibili” sfruttati nei campi mi accompagnava il timore di non riuscire a trovarli, perché probabilmente al lavoro soprattutto in terreni discosti, più difficili da individuare. Ingenuità. Ci si muoveva lungo la strada principale, si gettava un’occhiata, e facilmente potevi vederli nei campi, africani arabi o europei orientali. Te ne accorgevi anche perché i primi a reagire erano i sorveglianti del caporalato. Insulti e minacce. E se arrivavano poliziotti e carabinieri era soprattutto per convincerci a lasciar perdere, sempre il controllo dei nostri documenti, mai di quelli che stavano nel campo e dei loro generosi datori di lavoro. Lo stesso, all’alba: individuato il punto di raccolta dei braccianti, bastava aspettare l’arrivo dei “caporali” incaricati della selezione e del trasporto dei braccianti; mai visto un controllo delle autorità. Che, volendo, e con comodo, avrebbero anche potuto fare una mappa dettagliata degli infami luoghi di “residenza” degli immigrati: piccole e cadenti fattorie abbandonate, stalle, grotte, tende, villaggi di lamiere, i servizi igienici manco a parlarne, tutti improvvisati e insalubri. Con gli abitanti locali ad accomodarsi nel suo piccolo rendiconto: casalinghe con i prezzi abbordabili al mercato, proprietari di case con l’affitto di locali fatiscenti e affollatissimi che nessun altro avrebbe potuto accettare, piccoli negozi o supermercati soddisfatti di averli – quegli schiavi – come clienti poveri ma regolari
Invisibili ben visibili, in realtà. Dove i giornalisti potevano incontrare facilmente una umanità che per i ‘caramba’ era composta di fantasmi, per certi sindacalisti più che altro un fastidio, per le autorità locali una rogna da evitare, e per i partiti risultavano irrilevanti rispetto alla volontà di tenersi stretto il consenso degli elettori.
Così, per dirne solo una, per cento ragioni fu anche comprensibile la protesta dei trattori dello scorso anno, dei contadini mandati a manifestare fino a Bruxelles, delle rivendicazioni di sussidi da parte di un settore già super-sussidiato dalla disprezzata Europa. Ma non che si fosse alzata una sola voce per ricordare che anche fra i mitici agricoltori della nostra romantica fantasia qualcuno andava anche richiamato alle sue responsabilità in fatto di sfruttamento. Silenzio. Fino a Satnam Singh. E, tranquilli, anche dopo Satnam Singh.
Nell’immagine: il povero Satnam Singh
I finanzieri della City risultano distruttori e non creatori di ricchezza: distruggono 47 volte più ricchezza di quanto ne creano. Mentre i maestri o le infermiere d’ospedale...
Le reazioni e le manovre del clero tradizionalista americano e dei suoi sostenitori all’operato decennale di papa Francesco