Le Pen a caccia del voto ebraico
La leader nazionalista attacca la sinistra dopo lo stupro antisemita di una dodicenne: «Alimenta l’odio contro Gerusalemme». Macron: «Fondamentale l’educazione a scuola»
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La leader nazionalista attacca la sinistra dopo lo stupro antisemita di una dodicenne: «Alimenta l’odio contro Gerusalemme». Macron: «Fondamentale l’educazione a scuola»
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PARIGI. Sulle già movimentate legislative francesi è piombato all’improvviso lo spettro dell’antisemitismo, con un caso di cronaca finito al centro del dibattito. Quello di una 12enne violentata a causa della sua confessione religiosa da tre suoi coetanei a Courbevoie, a ovest di Parigi. Un incubo cominciato sabato scorso, quando la giovane viene bloccata in strada da due ragazzi vicino a casa sua mentre rientrava da un pomeriggio passato con un amico.
L’accaduto ha gettato ancora nel terrore la comunità ebraica, già profondamente scossa dall’impennata di antisemitismo registrata in Francia negli ultimi mesi, culminata con l’incendio appiccato alla sinagoga di Rouen il mese scorso. Un’ondata «senza precedenti», ha affermato il grande rabbino di Francia Haïm Korsia.
Immediato il coro di sdegno della politica, dal quale è spiccata la voce di Marine Le Pen: «La stigmatizzazione degli ebrei» che va avanti «da mesi da parte dell’estrema sinistra attraverso la strumentalizzazione del conflitto israelo-palestinese è una vera minaccia per la pace civile».
Nel mirino c’è La France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon, finita sotto accusa per alcune posizioni assunte dopo l’aggressione di Hamas a Israele. Come il parallelo tra l’attacco del 7 ottobre e «l’intensificazione della politica di occupazione israeliana». Ma mentre il tribuno della gauche più radicale si diceva «inorridito» da quanto accaduto e denunciava il «razzismo antisemita», il Rassemblement National ritirava l’endorsement alla candidatura di Joseph Martin, uno dei suoi candidati alle legislative del 30 giugno e del 7 luglio, che nel 2018 ha pubblicato un tweet antisemita mai cancellato o rinnegato. Una mossa simile anche tra le fila dei Repubblicani, dove il tanto contestato presidente Eric Ciotti, in rotta con la sua formazione per il progetto di alleanza con i lepenisti, ha rinnegato il sostegno a Louis-Joseph Percher, in corsa alle prossime legislative, per «dichiarazioni antisemite, omofobe e scurrili». Un clima di tensione alimentato anche dai nuovi dettagli emersi ieri sullo stupro. La ragazzina è stata portata di forza in un ex asilo abbandonato, dove si aggiunge subito un terzo aguzzino, che comincia a darle della «sporca ebrea». Secondo BfmTv, a quel punto il gruppetto comincia a diventare ancora più violento, fa domande su Israele e chiede con insistenza alla vittima perché nasconde la sua religione. Lei risponde che non ne parla per paura di subire aggressioni.
I tre cominciano a picchiare la 12enne, la spingono a terra, le tirano i capelli e la filmano con i loro smartphone. Uno di loro minaccia di darle fuoco avvicinando al suo viso la fiamma di un accendino. Momenti di terrore che continuano con la violenza sessuale. La giovane viene costretta a rapporti orali, per poi essere stuprata dal branco. Una volta terminato, i tre lasciano la ragazzina minacciandola di morte nel caso in cui avesse raccontato l’accaduto alla polizia, intimandole poi di tornare il giorno dopo con 200 euro. Lei riesce a rientrare a casa da sola e racconta tutto ai genitori. Le analisi mediche confermeranno poi la sua versione dei fatti.
Il lunedì seguente alla tragedia, due adolescenti vengono iscritti nel registro degli indagati, mentre un terzo viene posto sotto lo status di testimone sebbene sia sotto inchiesta per minacce di morte, ingiurie e violenze antisemite. I tre hanno tra i 12 e i 13 anni e, una volta arrestati, si sarebbero mostrati pentiti.
A colpire, questa volta, è soprattutto l’età dei protagonisti della vicenda, che ha gettato un’ulteriore ombra sul problema. Per questo il presidente Emmanuel Macron è intervenuto sull’argomento durante la riunione del Consiglio dei ministri, evocando l’importanza di dedicare nelle scuole del Paese del tempo per parlare di antisemitismo e di razzismo affinché «i discorsi di odio non si infiltrino» tra i giovanissimi.
Un annuncio condannato dai sindacati degli insegnati, che hanno parlato di una strumentalizzazione. Intanto, il governo prova a dimostrarsi deciso, con il premier Gabriel Attal che ha promesso «determinazione» nel lottare contro il problema. Ma lo shock è stato forte, come dimostra il raduno che si è tenuto ieri sera a Parigi, davanti alla sede del municipio dove si sono ritrovate centinaia di persone.
Una piaga in continuo aumento in Francia. A inizio maggio il premier Gabriel Attal ha annunciato per il primo trimestre dell’anno un aumento del 300% dei casi di rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre l’università di Tel Aviv ha stimato al 284% l’impennata tra il 2022 e il 2023. Sempre lo scorso anno il Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche di Francia (Crif) ha annunciato in un rapporto 1.676 episodi, contro i 436 dei 12 mesi precedenti. Un fantasma onnipresente nella République, che torna a infestare tutta l’Europa.
Nell’immagine: Parigi , manifestazione contro l’antisemitismo
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