Lettera ai miei figli
Lettera di un giornalista ai due figli adolescenti uccisi la notte del 6 aprile 2009 dal terremoto in Abruzzo
Filtra per rubrica
Filtra per autore/trice
Lettera di un giornalista ai due figli adolescenti uccisi la notte del 6 aprile 2009 dal terremoto in Abruzzo
• – Redazione
Undicimila paia per strada come le vittime della guerra civile. Le ferite si riaprono davanti ai nuovi conflitti in Ucraina e a Gaza: «La macchina della morte si allarga ma la nostra tragedia ci ha insegnato che la pace è una necessità umana»
• – Redazione
Biden si affida al coetaneo e radicale Bernie per combattere Big Pharma sui prezzi delle medicine e vincere le elezioni
• – Redazione
Progetti di riorientamento della scuola dell’obbligo passano anche da un’idea di sede scolastica che a livello dei comuni potrebbe trovare forse più facilmente, nella prossimità, qualche esempio originale e innovativo
• – Adolfo Tomasini
Dei 16'590 professionisti e professioniste di origine straniera che esercitano nella Confederazione, il 9,5% proviene dall'Italia, ma la Germania continua a detenere il primato con il 50,2%, secondo l'ultima statistica presentata dall'FMH
• – Redazione
Secondo un'inchiesta dei siti di informazione israeliani +972 e Local Call dietro il massacro di Gaza c'è l’intelligenza artificiale. 37mila palestinesi «marcati» dalla IA e colpiti nelle loro case. Poca o nulla supervisione umana: «Per l’assassinio dei comandanti senior, si era disposti a uccidere centinaia di civili. Avevamo un calcolo: quanti per un comandante di brigata, quanti per uno di battaglione»
• – Redazione
Putin dice di non riconoscere il governo di Kiev con una motivazione surreale
• – Redazione
Stampa / Pdf
• – Franco Cavani
Il più grave sisma degli ultimi 25 anni sull'isola asiatica ci ricorda che Formosa copre il 60 per cento dei semiconduttori; di cui, a nostra insaputa, facciamo largo uso anche come consumatori: per auto, computer, televisori, aspirapolvere, e molto altro. L'importanza economico-strategica e il monopolio di Taiwan
• – Aldo Sofia
La paura è diventata lo strumento di un nuovo disordine mondiale dove a contare sono i sentimenti esasperati, le contrapposizioni violente, le aspirazioni egemoniche. La politica come strumento di inclusione e di dialogo fra i popoli, come servizio alla comunità, è diventata il suo contrario: strumento di odio, di prevaricazioni e di esclusione
• – Andrea Ghiringhelli
Lettera di un giornalista ai due figli adolescenti uccisi la notte del 6 aprile 2009 dal terremoto in Abruzzo
Ciao ragazzi. Eccomi di nuovo qui. Sono passati 15 anni da quella notte che per voi non è mai finita. Vergare questa lettera ogni 12 mesi è diventata una fatica. Rammendare su un foglio bianco i fili dei ricordi e tornare a legare il dolore al grande vuoto che ci avete lasciato è arduo. Anche questa volta però non voglio arrendermi e provo a raccontarvi l’anno che abbiamo alle spalle. Fra poco più di un mese tu, Maria Paola, avresti compiuto 31 anni e tu, Domenico, all’inizio di agosto, 33. Non riesco nemmeno immaginare come potrebbe essere la nostra vita se voi foste ancora qui. L’altra sera insieme a mamma Dina, con un velo di malinconia, ci siamo detti che in questa tarda stagione della nostra vita avremmo sognato di passare tanto tempo a baloccarci con i nipotini.
Portarli a spasso in carrozzina, cullarli per farli dormire, spazientirsi quando avrebbero fatto i capricci, preparare pranzi e cene per stare insieme come una grande famiglia. Ma ormai ci è vietato persino sognare. Quello che ci resta sono i vostri sguardi e i vostri sorrisi filtrati da 15 anni di rabbia, amarezza, nostalgia, sofferenza, notti tormentate e giorni che non fanno sconti. La vita continua fra mille incognite, bollette da pagare, inciampi a ogni angolo, salute che traballa e che ci ricorda che siamo ormai nelle ore del tramonto. Quest’anno posso dirvi che finalmente è iniziata la ricostruzione della nostra casa fra via Oppieti e via dei Calzolai. Ma c’è poco da festeggiare.
Ci vorranno quasi tre anni per i lavori. Se tutto va bene la riavremo a 20 anni da quei 20-30 secondi che l’hanno distrutta facendone la vostra tomba. Vi risparmio i dettagli di come si è giunti all’avvio del cantiere. Modello L’Aquila, ricostruzione etica, rinascita sociale. Frasi e parole buone per i convegni. La realtà è ben diversa. La nostra (vostra) biblioteca-archivio tornerà in via Oppieti e sarà scrigno di memorie vecchie e recenti. Oggi a Onna si vedono case ricostruite, macerie, qualche cantiere aperto, altri aggregati in attesa. Ci vorrà tempo per vedere la fine della ricostruzione privata. La situazione è invece all’anno zero per quanto riguarda gli spazi pubblici e i sottoservizi.
Strade, piazze, pavimentazione, slarghi, illuminazione, arredo urbano, verde attrezzato, numeri civici: tutto di là da venire. Per ora sappiamo che le vie man mano che sarà necessario saranno asfaltate (nero vivace) e così resteranno per generazioni fra una toppa e l’altra da mettere all’occorrenza. L’illuminazione sarà casuale: una lampadina dove serve e via. I sottoservizi saranno un rattoppo continuo. Le piazze, così come il selciato delle strade, saranno un antico ricordo. Il numero civico ognuno se lo andrà a comprare al centro commerciale più vicino. Pessimismo? Sì. Io continuo vedere il mondo da sotto le macerie, un mondo che sembra ormai impazzito e nel quale persino parlare di guerra atomica non è più un tabù.
Ragazzi, i vostri amici, come vi ho sempre scritto in questi anni, in compenso non vi hanno dimenticato. Cara Maria Paola, la tua amica Paola continua a portarti lettere nella cappellina del cimitero di Paganica. Nell’ultima ha scritto: “Sarai sempre la quindicenne con cui ridevo, parlavo dei primi amori, dei compiti in classe, delle nostre vite che ci sembravano cose impossibili e complicate. Ti ricorderò sempre con il sorriso”. Frugando fra le montagne di carte che mi circondano ho trovato un tema che tu, Domenico, avevi scritto quando frequentavi la scuola media. Il tema era sulla tua famiglia e in un passaggio leggo: “Le sensazioni che provo sono felicità e tanto amore perché io sto bene con i miei familiari e con gli amici perché mi vogliono bene come io gliene voglio”.
Spero che, dopo ciò che è successo 15 anni fa, tu non abbia cambiato idea. In fondo quella fiducia che avevi in me, io quella notte l’ho tradita. So che ripeto sempre la stessa cosa ma nonostante gli sforzi che faccio l’ombra del senso di colpa mi insegue ovunque. Resta la vostra memoria. L’amore spezzato. Il pianto dolce che nasce da una complice tenerezza. Ciao ragazzi. Ci sentiamo fra un anno. Se Dio vorrà.
Mamma e papà.
Nell’immagine: Giustino Parisse davanti alla casa dove morirono nel 2009 i suoi due figli: è ancora un cumulo di macerie
Se ti piace quello che facciamo dacci una mano a continuare anche nel 2024 – Clicca qui per sapere come Stampa / PdfDi Michele Serra, La Repubblica Stavo cercando il modo...
Intervista al giornalista e regista afghano Amin Wahidi: la resistenza anti-talebani, il peso delle divisioni etniche, i giochi dell'Occidente attraverso il Pakistan