Naufraghe – Una straordinaria figura di donna
Omaggio alla misteriosa e affascinante figura di Elisabeth Siddal (1829-1862), artista e musa preraffaellita
Filtra per rubrica
Filtra per autore/trice
Omaggio alla misteriosa e affascinante figura di Elisabeth Siddal (1829-1862), artista e musa preraffaellita
• – Simona Sala
Nata nel ’43, nel Sessantotto aveva 25 anni, un bebè ed un altro in arrivo. Il “sistema”, contro cui allora si combatteva, le aveva già posto condizioni che ha accettato, senza però mai perdere, nel tempo, il proprio personale senso dell’”impegno”. E la voglia di scrivere
• – Veronica Noseda
Il grande chirurgo e ostetrico francese Michel Odent ha dedicato la sua vita professionale a favorire la pratica del parto naturale, che è anche da interpretare come una forma di lotta contro la delega alla tecnologia medica di una delle esperienze più importanti per il corpo e per la psiche nella vita di una donna e di un bambino
• – Delta Geiler Caroli
Così si può evitare anche un aumento dei contributi o dell'IVA: le transazioni producono enormi guadagni, e risultano quasi esenti da imposizioni fiscali già assai ridotte
• – Aldo Sofia
Un ideale catalogo di “condizioni” per provare a sentirsi orgogliosamente “umani”
• – Silvano Toppi
Dopo l’indiscutibile successo di adesioni alle recenti manifestazioni di piazza viene da chiedersi perché i sindacati continuino a privilegiare una strategia di “trattative” tutte improntate all’automatica accettazione delle condizioni poste dai datori di lavoro, a cominciare dal Cantone
• – Redazione
Il Sudafrica, paese sull’orlo della bancarotta, con una disoccupazione al 32%, si avvicina alle elezioni tra sfiducia e malcontento
• – Carla Ferrari
Stampa / Pdf
• – Franco Cavani
Senza sorprese il voto contemporaneo in 15 Stati per le primarie democratiche e repubblicane; stravincono “inevitabilmente” Biden e Trump; ma davvero non ci sono più incognite per la loro sfida a novembre?
• – Aldo Sofia
I processi che il tycoon cercherà di evitare chiedendo anche l'immunità presidenziale, e le debolezze di Biden nonostante i buoni risultati dell'economia americana. Intervista ad Alan Friedman, giornalista e saggista americano, dopo il risultato delle primarie nel "super martedì"
• – Aldo Sofia
Omaggio alla misteriosa e affascinante figura di Elisabeth Siddal (1829-1862), artista e musa preraffaellita
Ma le donne dei Preraffaelliti in realtà furono molto più di mere muse, compagne di vita, e modelle, poiché attraverso i loro fortunati incontri con uomini altrettanto impegnati e desiderosi di dare una svolta alla società, produssero poesia e pittura, mettendo coraggiosamente a disposizione sé stesse e le loro competenze nelle lotte per la parità dei diritti. A raccontarcelo, fra gli altri, anche una pubblicazione della National Portrait Gallery, Pre-Raphaelite Sisters, e una più recente graphic novel italiana, dedicata a William Morris. Permeate come sono di una sorta di mistero, queste donne hanno avuto dalla loro il merito di sapere osare in una società che con tutta probabilità non era ancora pronta per loro, contribuendo così a mettere un altro tassello nel lungo percorso per l’emancipazione.
Fra di loro vi era anche Elisabeth Eleanor Siddal, londinese, classe 1829, di cui desideriamo brevemente raccontare la parabola esistenziale. La immaginiamo eterea, forse perfino diafana, con gli occhi grigi, la cascata di capelli rossi e il profilo delicato a evocare una finezza e una grazia congenite. La leggenda narra di come fosse stata «scoperta» da Walter Howell Deverell quando ancora lavorava in uno studio di modista. Era stata captata, letteralmente ago alla mano, attraverso una porta lasciata aperta, magari in una penombra che ne esaltava i movimenti. Siddal, in realtà, di origini umili in una famiglia numerosa, doveva avere già coltivato in sé il seme dell’arte, se è vero, come vuole ancora una delle varianti della leggenda di cui sopra, che si fa coraggio e mostra i propri disegni a Deverell, già molto vicino all’ambiente dei Preraffaelliti.
Elisabeth Siddal, nei nuovi ideali e grazie ai nuovi amici, sembra trovare una propria precisa dimensione esistenzial-artistica ancora giovanissima, e abbraccia così una vita molto lontana dagli standard del tempo. Si lega al carismatico Dante Gabriel Rossetti, che da parte sua non mancherà di subire il fascino magnetico di Jane Burden, originaria dei bassifondi, che aveva già stregato William Morris. Siddal sicuramente soffre per Rossetti, ma questo non basta a fermarla, a riprova di quanto si diceva di lei, e cioè che nella sua vita l’arte avesse sempre occupato un posto d’onore. È forse per questo che a ventidue anni accetta, parallelamente alla propria produzione poetica e pittorica, di prestare il proprio corpo alla realizzazione di una dipinto importante: John Everett Millais ha deciso di ritrarre Ofelia. Il personaggio shakesperiano carico di simbologia sarà rappresentato dopo la sua morte, e questo presuppone, per Siddal, lunghe sedute nell’acqua di una vasca da bagno riscaldata con le candele, “il capo adorno di strane ghirlande / di ranuncoli, ortiche, margherite / e di quei lunghi fiori color porpora” come recita la matrigna Gertrude nell’Amleto.
Un’altra leggenda, forse, come sempre, contenente un fondo di verità, vuole che la Siddal, un giorno, mentre sta immobile in acqua, si accorga di come questa si faccia vieppiù fredda poiché le candele si sono estinte. Millais, assorbito nel suo lavoro, non ci fa caso e lei, forse in nome di quell’arte che è ragione di vita, non dice nulla, rimediando una polmonite le cui conseguenze si porterà appresso per una vita intera, e contro cui nulla potrà infine anche il laudano di cui diventerà schiava.
Nel 1857 Siddal è chiamata a esporre i suoi disegni e un autoritratto al Salone Preraffaellita di Londra, e nel luglio di due anni più tardi Dante Gabriel Rossetti si risolve a sposarla, giusto in tempo per evitarle di diventare, a trent’anni, una zitella, condizione che preoccupava amici e parenti. I due coniugi freschi di unione si attivano nella decorazione della mitica Casa Rossa/Red House di William Morris e della moglie Jane Burden. Il gioiello di progettazione situato nel Kent, dove nulla è lasciato al caso, nasce da un approccio in netta controtendenza rispetto a una nazione come quella inglese, in piena esplosione industriale: Morris e i Preraffaelliti cercano infatti di tornare ai canoni naturali in ogni possibile ambito, dalla scelta dei materiali e del design fino alle armonie del giardino.
Siddal e le sorelle Preraffaellite, spesso riunite insieme a mariti, amanti e compagni nel Kent, condividono progetti di libri, di abiti, di poesie e dipinti. Allo stesso tempo sostengono i propri uomini posando per loro e fungendo da costante ispirazione vivente nella loro tensione al bello. Gradualmente cominciano anche a dedicarsi alla creazione di una famiglia, per dare continuità a un progetto esistenziale collettivo con importanti riverberi sociali.
Anche Elisabeth Siddal rimane incinta, ma nel 1861 la sua bambina nasce morta.
Già provata nel fisico, si lascia andare a una profonda depressione contro la quale il laudano farà da fattore precipitante più che da panacea. Sopraffatta dal dolore e dalla dipendenza dagli oppiacei, Elisabeth Siddal muore poco più che trentenne, forse stremata da una vita che oggi si presume piena di sofferenza.
In linea con la natura del loro amore, Dante Gabriel Rossetti seppellisce insieme all’amata moglie anche un taccuino di poesie scritte per lei, in nome del loro legame. Sette anni sono però sufficienti per fare cambiare idea al vedovo, che pur di recuperare quanto scritto e darlo alle stampe, non arretrerà né di fronte all’idea di una riesumazione né all’ira dei parenti.
A distanza di anni, quasi due secoli, in questo giorno della donna, ci piacerebbe leggere quella che all’epoca fu interpretata come una profanazione, piuttosto come il desiderio di tenere vivo attraverso le poesie a lei dedicate, il ricordo di una donna straordinaria, che nella sua breve parabola esistenziale, in un tempo e una mentalità così lontani dai nostri, ha saputo influenzare la sua epoca e gli anni successivi, e davanti a cui, come a tutte quelle come lei, oggi noi non possiamo che inchinarci con gratitudine.
Nell’immagine: Elisabeth Siddal, “The Lady of Shalott”, 1853
Fra politicamente corretto e “cancel culture“
In vista delle prossime elezioni la campagna elettorale socialista pare badare più a calcoli personalistici e di partito che non ad un cambiamento di volti e strategie per il...