Una soluzione innovativa
È da tempi geologici che la Vallemaggia è chiusa a nord. Naturale quindi che da quando si sono sviluppati i mezzi di trasporto moderni si sia cercato un modo per ovviare a questa situazione. È almeno dagli anni 1960 che si parla di un collegamento stradale con la Leventina comprendente lo scavo di una galleria (Traforo del Sassello). Questa proposta era contemporanea allo smantellamento della ferrovia in valle, a favore del trasporto su gomma, ma è restata a lungo lettera morta. L’ultimo capitolo in questa storia è stato scritto per iniziativa del Governo ticinese, che nel novembre 2023 – fatti eseguire dall’amministrazione cantonale gli studi del caso – ha presentato un messaggio col quale aveva l’intenzione di richiedere al Parlamento di sostenere l’elaborazione del progetto di massima per la realizzazione di una… funivia tra i comuni di Fusio in Alta Vallemaggia e Ambrì in Leventina. Questo progetto, accolto come innovativo, sorprendente e addirittura spiazzante da alcune parti in causa, è risultato il più ragionevole dopo un’attenta analisi di diversi tracciati stradali e di tre varianti via fune. La Commissione gestione e finanze del Parlamento che si è chinata sul messaggio è stata convinta dall’analisi presentata e dalle testimonianze raccolte, e ha perciò proposto l’approvazione del credito richiesto per la fase progettuale (800’000CHF). Non si è quindi capito perché il Governo abbia ritirato il messaggio proprio prima che questo dovesse essere discusso in plenaria.
Contro
Le varianti stradali sono state valutate in modo approfondito, anche se ognuna avrebbe probabilmente disturbato diversi valmaggesi che vedono un valore nel loro isolamento, e anche diversi leventinesi che subiscono già troppo il traffico motorizzato lungo l’asse del Gottardo. Di fatto, queste varianti sono risultate tutte meno interessanti della soluzione via fune tenendo conto degli investimenti richiesti, delle spese di manutenzione, e dell’impatto socio-economico. Il progetto di funivia ha quindi già superato diverse verifiche. Ciò malgrado subisce delle critiche, di cui alcune virulente. Prima di considerarle più da vicino, è bene familiarizzarsi con il progetto.
Si tratterebbe della costruzione di una funivia che collegherebbe la stazione FFS di Ambrì con Fusio, dove sarà collegata alla rete degli autobus. Con i suoi 8,1 chilometri di lunghezza sarebbe—ci dicono—la funivia (del tipo “va e vieni”) più lunga al mondo e permetterebbe di trasportare in 18 minuti da una stazione all’altra una sessantina di persone (12 posti a sedere, e 48 in piedi), questo 7 giorni su 7, 18 ore al giorno, 340 giorni all’anno. Il costo della realizzazione si aggirerebbe sui 33 milioni di franchi, e la manutenzione sul mezzo milione all’anno.
Cominciamo con le critiche di quelli che sentono di essere proprietari dei luoghi. Vi sono da un lato coloro che vi risiedono e che vogliono mantenere la loro pace. (I responsabili politici non sono tra questi, perché non vedono come rispondere altrimenti allo spopolamento e all’impoverimento dei servizi.) Da un altro lato vi sono coloro che considerano le montagne come il loro parco giochi, dove vogliono continuare a cacciare, pescare, passeggiare, arrampicare, e andare in bicicletta tra di loro, come ora, senza condividere. Alcuni di questi sostenevano l’idea di una funivia, ma hanno cambiato idea quando hanno appreso che il progetto non prevedeva una fermata in vetta, che avrebbe fatto loro (!) comodo.
Vi sono poi quelli che pensano che sarebbero soldi spesi male. Lasciamo da parte quelli che, senza sorpresa, sono contrari a ogni spesa supplementare perché lo Stato deve risparmiare. Inaspettati sul fronte degli oppositori sono invece coloro che, malgrado il progetto potenzi il trasporto pubblico con un impatto ambientale ridotto, pensano che sarebbe meglio proseguire gli investimenti in progetti di più ampio respiro, e già avviati, come quelli legati all’Iniziativa delle Alpi (trasferimento su rotaia del traffico merci), o al trasporto pubblico nelle zone più densamente popolate del Cantone. È a uno di questi ultimi, seguace del culto della Città Ticino centrata sulla galleria ferroviaria del Monte Ceneri, che devo la prosaica descrizione del progetto che ci occupa come quello di una “funivia dal nulla al nulla”. Cosa aspettarsi di diverso da qualcuno che pensa che il Ticino sia urbano e si limiti alla “banana” che parte da Locarno, passa da Bellinzona (forse Biasca), per arrivare a Lugano (forse Mendrisio)?
Pro
Per fortuna, vi è anche chi apprezza la qualità di vita che offre la montagna, ma che ha voglia di condividere questo piacere, e vi è chi pensa che il Cantone ha un debito nei confronti della Valle. La diga del Sambuco, inaugurata nel 1956, ne ha profondamente cambiato il paesaggio, portando solo un beneficio diretto modesto ai suoi abitanti. La funivia permetterebbe di correggere questo scompenso. Da un lato aumentando il turismo, che non sarebbe di massa, viste le capacità di trasporto comunque limitate della funivia; dall’altro offrendo nuove possibilità ai residenti, che oltretutto potrebbero anche aumentare grazie al progetto.
A proposito di turismo, l’Alta Vallemaggia offre già una varietà di attrazioni e di infrastrutture di accoglienza. Risalendo la valle i visitatori troveranno: a Cevio il Museo Valmaggia, nonché (nel 2029) un centro balneare concepito da uno studio di architettura spagnolo; a Brontallo un villaggio tradizionale, vero museo a cielo aperto; nella Val di Prato una grandiosa scalinata, monumento alla vita contadina; a Peccia il Centro internazionale di scultura; a Mogno la Chiesa di San Giovanni Battista del Botta; poi il lago del Sambuco; gli alpeggi; ecc. Il tutto raggiungibile con i mezzi pubblici. “Scremando” una minima parte dell’enorme traffico che passa sulla via del Gottardo (decine di migliaia di veicoli e migliaia di passeggeri in treno al giorno), con questa nuova via di comunicazione si porterebbe un pubblico che permetterebbe di far rivivere gli esercizi pubblici, gli alberghi, l’artigianato locale, e i molti stabili abbandonati, senza intasare le strade del locarnese.
I residenti valmaggesi, oltre a beneficiare di questi sviluppi, sarebbero meglio collegati con il resto della Svizzera. Si andrebbe da Fusio: a Bellinzona in 74 minuti invece che in 126, a Biasca in 58 invece che in 152, a Lugano in 104 invece che in 139, e a Zurigo in 149 invece che in 230. Non sarebbe quindi impensabile che qualcuno si stabilisca nell’Alta Vallemaggia pur lavorando qualche giorno alla settimana a Zurigo!
Il beneficio più immediato per i leventinesi, oltre a rafforzare la collaborazione con un’altra zona montana del Cantone, sarebbe quello di consolidare l’offerta di trasporto pubblico di cui già beneficia, e che con la funivia sarà portata a servire un bacino d’utenza ben più grande. Inoltre, i turisti che decidessero di fermarsi in Leventina potrebbero approfittare di un’offerta allargata.
Conclusione
Come sottolineato nel rapporto della Commissione parlamentare, la costruzione della funivia non basterà da sola per portare tutti questi cambiamenti positivi. Ci vorrà anche un impegno delle collettività nell’accompagnare il progetto (Enti regionali di sviluppo, promotori locali, ecc.). L’atteggiamento della popolazione avrà pure la sua importanza per garantire per esempio un’accoglienza di qualità. Ma come dice il deputato Andrea Rigamonti, autore di un’interrogazione sul tema, perché il progetto parta e abbia veramente successo la gente della Valle deve “gettare il cuore oltre l’ostacolo”. E perché i cittadini non farebbero lo stesso?
Nell’immagine: in Ticino non c’è solo la “banana”