Il 29 maggio 2024 data storica per il Sudafrica?
Grandi incertezze e future incognite nel voto di fine mese: soprattutto la corruzione ha allontanato molti elettori dall’ANC, il partito di Mandela, dopo trent’anni di potere ininterrotto
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Grandi incertezze e future incognite nel voto di fine mese: soprattutto la corruzione ha allontanato molti elettori dall’ANC, il partito di Mandela, dopo trent’anni di potere ininterrotto
• – Carla Ferrari
Il Sudafrica, paese sull’orlo della bancarotta, con una disoccupazione al 32%, si avvicina alle elezioni tra sfiducia e malcontento
• – Carla Ferrari
Grandi incertezze e future incognite nel voto di fine mese: soprattutto la corruzione ha allontanato molti elettori dall’ANC, il partito di Mandela, dopo trent’anni di potere ininterrotto
Da Durban, Sudafrica
Passato recente e futuro a confronto per queste elezioni permeate da indifferenza, malcontento e speranza. Trent’ anni dopo la svolta democratica di Mandela, il Sudafrica è chiamato a prendere decisioni importanti e certamente non facili. Fra la gente, in particolare fra i giovani, prevale molto scetticismo, dovuto anche alla mancanza di conoscenza civica.
I quattro principali protagonisti di queste elezioni sono: l’ANC di Mandela che, al potere da 30 anni, molto probabilmente perderà la maggioranza; la Democratic Alliance di John Steenhuisen, per molti sudafricani neri feudo dei bianchi; il nuovo partito MK dell’ex presidente Jacob Zuma, che torna alla carica dopo essere stato cacciato dal Presidente in carica Cyril Ramaphosa per gravi reati di corruzione; infine l’EFF di Julius Malema, populista scatenato al limite dell’indecenza. Poi tutta una serie di piccole formazioni, nessuna delle quali sarebbe in grado di fare la differenza.
Visto dalle nostre latitudini il quadro sembra complesso e disordinato, ma il Sudafrica è un paese fatto a suo modo: 11 lingue nazionali, un forte attaccamento alla cultura tradizionale, e in aggiunta la grande resilienza dei sudafricani.
Parlando con amici e gente del luogo traspare una profonda delusione, e il timore che questa volta i problemi creati da 30 anni di potere dell’ANC sono tanti e tali che occorreranno interventi decisi e di fondo come la lotta alla corruzione e al nepotismo nell’ANC, che quasi sempre premia l’incompetenza pur che resti in famiglia. Solo così il Sudafrica potrà finalmente ritrovare la fiducia, e beneficiare del grande potenziale dato dalle sue immense risorse naturali.
L’altra grande incognita di queste elezioni è vedere se le rivalità tribali provocheranno disordini e violenza, come purtroppo accade ancora troppo spesso. La regione più litigiosa, il Kwazulu Natal, è anche la più numerosa: ancora oggi regna un sovrano, Misuzulu KaZwelithini, proprietario di grandi distese agricole.
Ma la chiave di volta per i prossimi 5 anni è sapere con chi e a quali condizioni l’ANC negozierà una coalizione. Finora nessuno degli attori di questo girotondo elettorale scopre le proprie carte, quindi prevale il tatticismo. Anche la stampa sudafricana, che non regala nulla a nessuno, formula solo ipotesi, ma non azzarda pronostici.
Fra la gente sono 3 le reazioni alla domanda: andrai a votare? No, perché non credo più nella politica; vado a votare ma non voto ANC perché non ha fatto niente per me; vado a votare ma non so ancora per chi, tanto sono tutti uguali.
Un piccolo incentivo però basta per stimolare l’interesse. Come ad esempio dire: «ricordate che i cattivi politici sono eletti da tutti coloro che non vanno a votare». Funziona!
Nell’immagine: Julius Malema. Populisti scatenati anche in Sudafrica
Comprensibile che il ministro dica di aver deciso pensando ai suoi cari, ma ci sono anche i diritti di chi è attaccato ogni domenica