Apple, 18 miliardi di multa grazie a un’inchiesta giornalistica
La strabiliante sanzione in seguito alla denuncia del caso irlandese partita da un’investigazione del Consorzio di giornali dell’ICIJ
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La strabiliante sanzione in seguito alla denuncia del caso irlandese partita da un’investigazione del Consorzio di giornali dell’ICIJ
La notizia che Apple, la grande azienda informatica a livello mondiale, è stata condannata dalla più alta istanza giudiziaria dell’Unione Europea a pagare la strabiliante somma di 18 miliardi di dollari allo Stato irlandese conferma l’idea che mi sono fatta (“Azione” del 24 giugno): quella che l’era dei “whistleblowers” à la Assange può dirsi chiusa nel suo “versante eroico” per affermarsi su un piano organizzativo di maggiore efficacia grazie all’avvento di un consorzio internazionale di testate giornalistiche con sede finale negli Stati Uniti: l’International Consortium of Investigative Journalists.
Era partita sette anni fa dalla ICIJ la denuncia del caso Irlandese: un espediente che ha fatto guadagnare alla Apple milioni di dollari di imposte “eluse” – come si dice.
Non si tratta dunque di una volgare omissione di pagare imposte dovute: la Apple è un’azienda seria, di livello mondiale, e in Irlanda ha sede a Cork, dove dà lavoro a seimila persone…
Gli espedienti usati per… risparmiare sulle imposte erano di una qualità straordinaria, come si conviene al lavoro di servizi oggi insediati al vertice delle più grandi imprese. Impiegano personale di altissimo rango, uscito dalle migliori università, pagato il dovuto.
Uno sport, quello dell’evasione fiscale, di ieri di oggi e di domani, che ormai si gioca ad altissimo livello.
Nell’immagine: dipendenti al lavoro nel “campus” Apple di Cork
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