Cara Meloni, non accettare le dimissioni del ministro Sangiuliano
Se non ci fosse da piangere ci sarebbe da ridere
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Se non ci fosse da piangere ci sarebbe da ridere
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Se non ci fosse da piangere ci sarebbe da ridere
Abituati come eravamo all’egemonia culturale della Sinistra, che ha dominato la Repubblica sin dalla sua nascita nel dopoguerra, sorprende che ci si sorprenda per l’ultima esternazione del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano da Napoli, curriculum d’oro nel giornalismo e nell’accademia: «Cristoforo Colombo non ipotizzava di scoprire un nuovo continente ma voleva raggiungere le Indie circumnavigando la Terra, sulla base delle teorie di Galileo Galilei».
È pur vero che la scoperta delle Americhe avvenne nel 1492 mentre Galileo nacque nel 1564, ma non ha senso estrapolare una singola frase da un discorso complesso e profondo. Bisogna considerare il contesto, i concetti d’insieme eccetera eccetera eccetera. E poi: vuoi mettere che magari tra le grandi doti del navigatore genovese ci fosse anche quella – sinora ignota agli studiosi – della preveggenza, poiché basò le sue esplorazioni sulle teorie elaborate da Galileo un secolo dopo?
Invece… che spettacolo indegno. Sul web è tutto uno scatenarsi di sfottò contro il povero ministro. Gente cattiva sicuramente di sinistra che lo mette alla berlina: «Eppur governa», scrive il diabolico Mangino Brioches parafrasando la celebre frase «E pur si muove», pronunciata – forse – da Galileo davanti al tribunale dell’Inquisizione.
Le virtù del ministro sono straordinarie. In un’intervista durante la finale del Premio Strega, lui, membro della giuria, a proposito dei libri finalisti rispose candidamente a una esterrefatta Geppi Cucciari: «Sono tutte storie che ti prendono, che ti fanno riflettere, ecco, proverò a leggerli». E l’intervistatrice con imbarazzo: «Ah, non li ha letti?». Lui imperterrito: «Sì, li ho letti perché ho votato, però voglio, come dire, approfondire questi volumi». Geppi impietosa: «Cioè, oltre il risvolto di copertina».
Vien da dire: finalmente un giurato sincero.
Se ha fatto storia la conferenza stampa durante la quale collocò Times Square a Londra, confondendo la celebre piazza di New York con Piccadilly Circus (una gaffe dovuta all’emozione, per sua stessa ammissione), di ben altro rilievo è l’analisi che Sangiuliano fece durante una kermesse di Fratelli d’Italia a Milano: «Io ritengo che il fondatore del pensiero di destra nel nostro Paese sia Dante Alighieri, perché quella visione della persona, dell’umano che troviamo nella sua opera, ma anche la sua costruzione politica, sono profondamente di destra».
Vien da dire: finalmente una lettura controcorrente dell’opera del Sommo Poeta.
Sui social media corrono le ironie e addirittura gli insulti. Qualcuno osa chiedere: «Sangiuliano, dimettiti». Non sia mai. Cara Giorgia, se a Gennaro da Napoli saltasse in testa di inviarti una lettera di dimissioni, ti prego, rifiutale. Facci ridere per altri tre anni.
Nell’immagine: il ministro Sangiuliano mentre confida a Giorgia Meloni che l’Intelligenza Artificiale è lui
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