Di Antonello Guerrera, La Repubblica
Dopo aver recentemente ammesso in tribunale la rara possibilità di pericolosi effetti collaterali, talvolta anche letali, Astrazeneca ha ritirato dal mercato il suo vaccino anti Covid. La decisione è ufficiale e le fiale di Vaxzevria, come era conosciuto nel mondo scientifico, non saranno più disponibili. In Unione Europea ciò è già diventato realtà il 7 maggio, ma presto capiterà lo stesso anche nel Regno Unito, dove le pratiche burocratiche sono prossime ad essere completate. Negli Stati Uniti, invece, Vaxzevria non era stato mai approvato dalle autorità mediche e farmaceutiche.
L’ex primo ministro britannico Boris Johnson aveva definito il vaccino di Astrazeneca come “un trionfo della scienza britannica”. Leader come Mario Draghi avevano difeso il suo utilizzo dopo i primi dubbi, facendoselo somministrare nei primi durissimi e tragici mesi di pandemia. Una delle luminarie che aveva supervisionato la sua preparazione e produzione, Sarah Gilbert, era stata accolta da applausi scroscianti al torneo di tennis di Wimbledon. Ora, il Vaxzevria non verrà più distribuito. In alcuni rarissimi casi il vaccino avrebbe causato fenomeni di coaguli di sangue, una diminuzione delle piastrine e patologie gravi come le trombosi con sindrome trombocitopenica. Lo ha ammesso lo stesso gigante farmaceutico svedese-britannico durante un’udienza all’Alta Corte di Londra in queste settimane.
In oramai oltre tre anni di utilizzo e tre miliardi di dosi somministrate nel mondo, al vaccino di Astrazeneca sono stati imputati 81 decessi nel Regno Unito per sospetta trombosi con sindrome trombocitopenica e gravi effetti collaterali in centinaia di altri casi. Numericamente, una porzione minuscola rispetto alle tante inoculazioni nel globo e alle milioni di vite salvate, in un momento in cui il Covid aveva una mortalità relativamente alta, soprattutto nelle persone più anziane o fragili. Tuttavia, almeno cinquanta famiglie hanno fatto causa alla multinazionale negli ultimi anni, perché le imputano la morte dei propri cari. I processi sono ancora in corso in tutto il Regno Unito.
Tuttavia, Astrazeneca non giustifica il ritiro del suo vaccino per tali effetti collaterali ma perché il Vaxzevria si era basato soprattutto sulla prima variante del virus, quella cosiddetta di “Wuhan”. Le tempistiche delle cause giudiziarie, per l’azienda, sono una coincidenza. In un comunicato, Astrazeneca scrive: “Siamo incredibilmente orgogliosi del ruolo che Vaxzevria ha giocato nel mettere fine alla pandemia globale da Coronarivus. Secondo stime indipendenti, oltre 6,5 milioni di vite sono state salvate solo nel primo anno di utilizzo, mentre oltre tre miliardi di dosi sono state somministrate globalmente. I nostri sforzi sono stati riconosciuti dai governi di tutto il mondo”.
“Tuttavia”, continua l’azienda, “nel frattempo sono stati sviluppati altri vaccini contro le nuove varianti e dunque c’è un surplus di prodotti. Ciò ha provocato un declino della richiesta per Vaxzevria, che in questo momento non è più prodotto o distribuito. Dunque, Astrazeneca ha deciso di ritirarlo, a iniziare dal mercato europeo. Dunque, con partner e legislatori, ci muoveremo nei prossimi mesi per concludere questo nostro capitolo e importante contributo nella pandemia da Covid-19”.