Elezioni federali, diamo i numeri
Ormai si vota. La deputazione ticinese si rinnova: ecco i seggi che traballano
Filtra per rubrica
Filtra per autore/trice
Ormai si vota. La deputazione ticinese si rinnova: ecco i seggi che traballano
• – Fabio Dozio
Il vertice a Lussemburgo - Si potranno rinviare le persone nell'ultimo paese di transito, anche se non europeo
• – Redazione
L’affare Ticiconsult ai tempi della Ticinodisco
• – Federico Franchini
Sono oltre 40 milioni le persone costrette a sfollare con la forza. Ma pochissime di queste arrivano, di fatto, in Europa
• – Roberta Bernasconi
C’è qualcosa che possiamo ritenere essenziale, a scuola, per quell’ “educazione all’affettività” che invochiamo a ogni fatto di cronaca che vede coinvolti adolescenti?
• – Redazione
Ingenuità o affinità elettive? Le preoccupanti frequentazioni dell'UDC, a cominciare dal gruppo di estrema destra “Junge Tat”, che ha compiuto sabato un’azione a Bellinzona
• – Simona Andreoli
Il “caso Patti Chiari”, con una puntata bloccata dal Tribunale di Ginevra, ripropone il tema dei provvedimenti “cautelari” nei confronti del lavoro giornalistico
• – Rocco Bianchi
Attacco laico contro una cerimonia religiosa all’aperto, organizzata senza rispettare la norma che vieta la separazione di uomini e donne negli spazi pubblici
• – Sarah Parenzo
Stampa / Pdf
• – Franco Cavani
A sinistra si litiga, ci si denuncia, ci si distingue, con il risultato di lasciar campo libero alla coesione dei tanti No della destra
• – Silvano Toppi
Ormai si vota. La deputazione ticinese si rinnova: ecco i seggi che traballano
Qual è la posta in gioco in Ticino?
Innanzitutto il Consiglio degli Stati, dove si eleggono due rappresentanti per Cantone. Quattro anni fa Marina Carobbio, sostenuta dalla sinistra unita, battè Filippo Lombardi, uscente PPD, per 46 voti. Marco Chiesa, UDC, con l’appoggio della Lega venne eletto con 42’548 voti.
Ora, per gli Stati, sono in lizza undici candidati: l’uscente Chiesa, il liberale Alex Farinelli, il centrista Fabio Regazzi, Bruno Storni per i socialisti e Greta Gysin per i Verdi, più qualche candidato minore. Chiesa avrà senz’altro l’appoggio del suo partito e della Lega. La sinistra ha già perso, bando alle illusioni: i voti che quattro anni fa garantirono il successo di Carobbio non ci saranno con una sinistra oggi disunita.
Per avere un’idea della partita per la Camera dei cantoni, è utile dare un’occhiata ai dati del 2019 per il Nazionale. Alex Farinelli incassò 30’036 suffragi, un successo indiscutibile. Rocco Cattaneo, deputato e politico di lungo corso, già presidente del partito liberale radicale, si fermò a 26’285. Greta Gysin fu eletta con 19’952 voti. Storni con 13’737 subentrò a Carobbio, eletta agli Stati. Fabio Regazzi ottenne 24’989 voti.
Sul prossimo successo di Farinelli alla Camera alta si può scommettere, così come sul fatto che la sinistra non riconquisterà il seggio lasciato anzitempo da Carobbio.
Rimane da assegnare la seconda poltrona: Chiesa o Regazzi? Il primo, quattro anni fa, superò Lombardi con oltre seimila voti, potrebbe quindi essere di nuovo favorito, anche perché corre solo per gli Stati, mentre Regazzi si ripropone al Nazionale. Chiesa avrà il sostegno di UDC e Lega. Regazzi, per farcela, deve ottenere consistenti appoggi esterni al Centro, da chi vota Farinelli o Chiesa al secondo turno, ma basteranno?
Per il Consiglio nazionale il risultato dipende molto dalla forza dei partiti, perché vige il sistema proporzionale.
Quattro anni fa il PLR ottenne 20,5%, il PPD 18,2, il PS 14,1, la Lega 16,9. Tutti i quattro partiti di governo in perdita rispetto al precedente quadriennio. L’UDC ottenne l’11,7, i Verdi conquistarono il 12,1%, con un balzo dell’8,6: un successo enorme per le consuetudini elvetiche. Il risultato dei Verdi spiega il successo di Gysin al Nazionale e di Carobbio agli Stati.
Lo scorso aprile, alle cantonali, i Verdi hanno racimolato solo il 5,4% per il Gran Consiglio, un salto indietro di quasi il 7%, rispetto alle nazionali del 2019.
Il Ticino dispone di otto seggi al Nazionale. Rocco Cattaneo (PLR) e Marco Romano (Centro) non si ripresentano. La Lega perse un seggio quattro anni fa e tenterà di recuperarlo, per affiancare Lorenzo Quadri che si ripresenta. Il Centro cercherà di conquistare il secondo seggio accanto all’uscente Regazzi. I liberali avranno due seggi liberi se, come probabile, Farinelli venisse eletto agli Stati. Storni e Gysin si ripresentano senza la forza di quattro anni fa. I giochi sono molto aperti, alcuni seggi possono traballare per una manciata di voti e gli equilibri mutare.
Interessante ricordare l’andamento recente dei partiti, dal 2003 al 2019, al Consiglio nazionale. Il PS ha perso l’11,7% dei consensi, il PLR 9,3, il PPD 6,4, mentre la Lega ha fatto un balzo in avanti del 10%, l’UDC del 4,1, i Verdi del 9,1. L’affluenza alle urne diminuisce in continuazione: quattro anni fa si è attestata al 49,8%.
La sinistra ticinese ha fatto errori macroscopici e ha perso la bussola: ha lanciato il progetto rossoverde come strategia futura, che è rimasto nel limbo delle buone intenzioni, e a Lugano si è già sgretolato, mentre a Berna si propongono due candidature contrapposte per gli Stati. Il PS ha provocato una scissione alla vigilia delle elezioni cantonali (Mirante sarà in lizza anche alle federali rosicchiando voti al PS) ed è stato incapace di ricostruire una larga coalizione di sinistra. La campagna elettorale è fiacca e spenta. Quanto costeranno questi errori e questa apatia?
L’ultimo sondaggio della società SOTOMO, realizzato per conto della SSR, prevede, a livello nazionale, una crescita dell’UDC e un arretramento dei Verdi. Comprensibile se si pensa che quattro anni fa i Verdi ebbero una crescita fuori misura rispetto alle tradizioni svizzere.
È però interessante notare che le preoccupazioni degli svizzeri, secondo il sondaggio, danno in testa le spese per la cassa malati (39%), seguite dal cambiamento climatico (37%), dall’immigrazione (33%), dal carovita e sicurezza sociale (25%).
Ecco ancora una conferma della fragilità della sinistra, che ha mancato l’occasione di cavalcare il tema forte delle spese per la salute: un anno fa avrebbe dovuto proporre un’iniziativa per la cassa malati unica proporzionale al reddito, che sarebbe stato un ottimo spunto per una campagna elettorale permanente, persistente e, forse, vincente.
Gli argomenti con cui la Lega contesta ufficialmente, anche come partito, la nomina di Lorenzo Erroi a responsabile del Dipartimento Cultura e Società della RSI
Come gli abitanti di un villaggio nel Canton Turgovia hanno sorpreso decidendo una ‘prima assoluta’ sul tema asilanti