Il nuovo Zar si dice “pronto ad andare fino in fondo”
Putin ha preannunciato una revisione della dottrina militare russa per ridurre ulteriormente la soglia che consente l'uso delle armi nucleari
Filtra per rubrica
Filtra per autore/trice
Putin ha preannunciato una revisione della dottrina militare russa per ridurre ulteriormente la soglia che consente l'uso delle armi nucleari
• – Yurii Colombo
Nella disperata corsa ad appiattirsi a destra il Partito liberale rinnega i principi che sono alla base delle sue stesse origini - Di Manuele Bertoli
• – Redazione
Si è concentrato di più tra le donne, i giovani, gli operai, i disoccupati, i piccoli imprenditori e artigiani e i meno istruiti
• – Redazione
Stampa / Pdf
• – Franco Cavani
L’ex direttore dell’Economist dà un giudizio positivo della conclusione della vicenda. Più articolato quello sull’attivista, che ha fornito rivelazioni molto importanti
• – Redazione
Domenica prossima la sfida elettorale quasi impossibile del presidente sconfitto nel recente voto europeo, che ha visto l’avanzata della le Pen
• – Aldo Sofia
Se non ci fosse da piangere ci sarebbe da ridere
• – Gino Banterla
Invece di abbandonare il caso, l'amministrazione Biden ha ottenuto una dichiarazione di colpevolezza e ha creato un pericoloso precedente per i giornalisti di tutto il mondo
• – Redazione
L’attacco in Daghestan dimostra che il presidente russo non è riuscito a risolvere il problema islamista. E dopo essere stato il trampolino della sua ascesa, il Caucaso diventa la sua spina nel fianco
• – Redazione
Gli esperti stimano che le milizie siano pronte ad attaccare con sciami di droni
• – Redazione
Putin ha preannunciato una revisione della dottrina militare russa per ridurre ulteriormente la soglia che consente l'uso delle armi nucleari
Venerdì scorso, senza tanti clamori, Putin ha annunciato in una riunione di cadetti dell’Accademia Militare la revisione della dottrina atomica russa. Questa revisione verrà svolta sulla base dell’idea della cosiddetta “triade” come “come garanzia di deterrenza strategica e di conservazione dell’equilibrio di potere nel mondo”, ha detto il Presidente durante un incontro con i diplomati delle scuole militari superiori al Cremlino.
Il giorno prima il Presidente russo aveva detto che stava pensando di cambiare la dottrina nucleare, in quanto “il probabile avversario sta lavorando su nuovi elementi legati all’abbassamento della soglia per l’uso delle armi nucleari”. Secondo il Capo di Stato, i Paesi occidentali stanno sviluppando “dispositivi nucleari esplosivi di bassissima potenza”, che sono pronti ad utilizzare.
La triade nucleare, segnala RIA Novosti, composta da forze missilistiche, nonché da forze navali e aeronautiche strategiche.
Si tratta di una scelta che fino a poco tempo fa era stata esclusa. Nell’ottobre del 2023, Sergey Karaganov, capo del Consiglio di politica estera e della difesa, in occasione di una riunione della Conferenza di Valdai , ha invitato il Presidente a modificare la dottrina nucleare della Russia e ad abbassare la soglia per l’uso delle armi nucleari, ma all’epoca Vladimir Putin aveva ritenuto che tale misura non fosse necessaria. “Dobbiamo cambiarla (la dottrina nucleare)? Perché dovremmo? Tutto può essere cambiato, ma non ne vedo la necessità”, aveva detto all’epoca lo “Zar”.
Come si può interpretare questa svolta repentina, che rischia di far tornare l’Europa al periodo della corsa agli armamenti degli anni ’80 dello scorso secolo? Ancora prima che in chiave militare vediamo cosa essa significa in chiave politica.
In primo luogo il regime putiniano resta un sostenitore della tesi delle “zone d’influenza” e della “dottrina Breznev” che ne stava alla base. La Federazione Russa, o meglio il gruppo dirigente russo attuale, non intende accettare i mutamenti avvenuti dopo il 1989 e il successivo allargamento della Nato ad Est. In ultima istanza ciò spiega anche l’intervento in Ucraina nel febbraio 2022. Negli ultimi mesi Putin però sembra voler portare lo scontro con l’Occidente fino al limite dell’azzardo.
In una conferenza stampa dopo le sue visite in Corea del Nord e in Vietnam la scorsa settimana, il Presidente russo ha affermato che i Paesi occidentali “continuano ad alzare il livello dello scontro, a voler far degenerare la situazione, e vogliono la sconfitta strategica della Russia sul campo di battaglia”.
Tuttavia secondo Putin “una sconfitta strategica significherebbe la fine della sua statualità, e la fine della storia millenaria dello Stato russo. E allora sorge la domanda: perché dovremmo avere paura? Non è meglio andare fino in fondo?”
Di “andare fino in fondo” nessuno lo aveva ancora prospettato al Cremlino: né Stalin, né tanto meno Krusciov. Ma anche l’idea del bluff non appartiene all’attuale presidente russo.
La revisione della dottrina atomica non rappresenta neppure, da questo punto di vista, un artificiale aumento della spesa pubblica per continuare a sostenere la crescita economica russa (+2,6% del Pil nel 2024). Essa si basa già adesso sulla “permanent war economy”. Si tratta piuttosto di un vero cambio di passo strategico in cui nessuna opzione viene a priori esclusa, neppure quella atomica.
E qui entriamo, più specificamente, negli aspetti militari.
L’attuale decreto presidenziale “Sui fondamenti della politica statale della Federazione Russa nel campo della deterrenza nucleare” è stato firmato da Vladimir Putin il 2 giugno 2020. Il documento prescrive quattro situazioni in cui il Capo di Stato può decidere di utilizzare le armi nucleari:
L’asticella Usa non è mai stata posta a un livello così basso. La “Nuclear Posture Review” del Pentagono, del 2022, afferma che “gli Stati Uniti prenderanno in considerazione l’uso di armi nucleari solo in circostanze estreme per proteggere gli interessi vitali degli Stati Uniti o dei suoi alleati e partner”. Un linguaggio simile era contenuto nei documenti dottrinali delle amministrazioni di Donald Trump e Barack Obama. E lo scopo della revisione annunciata da Putin è di ridurre ulteriormente la soglia per l’uso delle armi nucleari.
La Russia, sempre di più, ritiene che la superiorità complessiva, economica e militare, dei Paesi della Nato ponga la questione di uno scontro che preveda anche l’uso di armi non convenzionali come una delle varianti possibili. Se la Prima Guerra Fredda aveva regole definite, questa sembra non averne o non averne ancora trovate. Difficile immaginare una prospettiva peggiore.
Il seducente bifrontismo dell’Udc, il partito che invoca i valori popolari ed è diretto da un’élite di miliardari
I drammi politici obbligano a scelte laceranti. In questo caso fra democrazia e assolutismo