Nazi Trump: le rivelazioni dell’ex consigliere John Kelly e l’invidia del tycoon per l’uomo autoritario
Anche John Bolton conferma: «Predilige confrontarsi con gli autocrati»
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Anche John Bolton conferma: «Predilige confrontarsi con gli autocrati»
• – Redazione
L’intervista di Francesco alla RSI e le polemiche suscitate dal suo appello a quello che considera ‘un gesto di coraggio’
• – Aldo Sofia
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• – Redazione
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• – Andrea Ghiringhelli
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• – Federico Franchini
Il prestigioso Politecnico federale di Losanna (EPFL) sta valutando la possibilità di limitare i posti per gli studenti e le studentesse che provengono dall’estero, al fine di mantenere la qualità dell’istruzione
• – Redazione
Nell’intervista alla RSI di cui parla il mondo intero il pontefice chiede a Kiev di avere il coraggio di negoziare, come ‘atto di coraggio’ e non di debolezza. Come prevedibile le sue parole hanno suscitato reazioni infuocate
• – Redazione
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• – Simona Sala
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• – Gianluca Verga
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• – Orazio Martinetti
Anche John Bolton conferma: «Predilige confrontarsi con gli autocrati»
Gli aggettivi anzitutto: Orban? Fantastico. Xi Jinping? Brillante e intelligente. Putin e Kim Jong-Un? Persone ok. L’estensore di questi giudizi secchi e netti è Donald Trump e la rivelazione degli apprezzamenti dell’ex presidente per alcuni leader mondiali è contenuta nel libro The Return of Great Powers di Jim Sciutto, giornalista della Cnn esperto in sicurezza nazionale e un passato nella comunità di sicurezza federale.
Le confidenze sui gusti trumpiani vengono da diverse fonti dell’ex cerchio magico di Donald Trump, due persone su tutti: il generale John Kelly, già capo dello staff; e John Bolton, consigliere per la Sicurezza nazionale. «Hitler – disse Trump a Kelly – ha fatto alcune cose buone». Alla richiesta di Kelly di elaborare un po’ il pensiero, Donald spiegò che Hitler «ha ricostruito l’economia tedesca, anche se poi l’ha rivoltata contro il suo popolo e il mondo». Il collaboratore obiettò: «Signore, non si può dire nulla di buono su quell’uomo. Niente. E intendo che al suo confronto Mussolini andava bene».
L’ammirazione di Trump per Hitler andava oltre ai successi economici conseguiti dal fondatore del nazionalsocialismo. Secondo Kelly, Trump quasi invidiava la capacità gi Hitler di mantenere sotto controllo la leadership militare. Ricordando la conversazione con l’allora presidente, il suo capo dello staff la riassume evidenziando pure la mancanza di conoscenza della storia da parte del tycoon: «Parlava della lealtà dei militari nei confronti di Hitler, ma io ho gli ho ricordato che i generali tedeschi non erano proprio un gruppo così devoto a lui, e infatti tentarono più volte di assassinarlo. Lui ignorava totalmente queste cose».
Al contrario l’idea di Trump era che «una volta portati i generali all’interno del sistema, noi (Kelly era appunto un generale, n.d.r.) saremmo stati fedeli a lui e avremmo fatto ogni cosa che lui voleva facessimo».
«Difficile credere che Trump avesse scordato l’Olocausto, e difficile da comprendere come abbia scordato i 400 mila soldati americani uccisi nei teatri di battaglia in Europa», ha raccontato Kelly, aggiungendo: «Io penso ci sia qualcosa di più, ed è quel richiamo all’uomo forte».
La fascinazione di Donald per le figure autoritarie non è una novità. John Bolton ha ricordato che anche lui «si percepisce come un uomo forte. Ama confrontarsi con i potenti, e uomini forti come Erdogan che manda la gente in prigione senza dover chiedere il permesso a nessuno».
Il portavoce della campagna elettorale di Trump, Steven Cheung, ha diffuso un comunicato nel quale ha attaccato Kelly e Bolton evitando però di entrare nei dettagli delle loro accuse. «John Kelly e John Bolton si coprono di ridicolo, soffrono di un grave caso di sindrome da squilibrio di Trump. Hanno bisogno di un aiuto professionale, l’odio che nutrono sta consumando le loro vite vuote».
Il giudizio su Xi Jinping Trump lo ha reso pubblico in un townhall organizzato dalla Fox News nel luglio 2023. Disse. «Pensate al presidente Xi: perfettamente nel ruolo, persona brillante. Quando dico brillante, tutti mi dicono: “oh questo è terribile”. Ma lui guida 1,4 miliardi di persone con il pugno di ferro: intelligente, brillante, ogni cosa fatta bene. Non c’è nessuno a Hollywood come lui».
Le accuse sugli elogi di Trump per Hitler erano già emerse in precedenza e lo staff del tycoon le aveva smentite. Ma Donald anche di recente è stato criticato per essere ricorso a una retorica simile a quella del dittatore nazista quando aveva definito – in novembre – i rivali «parassiti da sradicare»; o parlato, in dicembre e poi alla vigilia del voto in Iowa per i caucus, degli immigrati come «un veleno nel sangue della nazione». In agosto poi la sua campagna era finita sotto il fuoco delle critiche per aver paragonato le incriminazioni del tycoon (ne ha 91) al clima degli anni Trenta nella Germania nazista. Un altro libro nel 2022 – The Divider: Trump in the White House – di due reporter americani, Peter Baker del New York Times e Susan Glasser del New Yorker, denunciava le pressioni di Trump sui generali del Pentagono che avrebbe voluto agissero come gli ufficiali hitleriani. Ivanka Trump aveva anche detto al suo avvocato che il padre teneva sul comodino una raccolta di discorsi di Hitler. Circostanza – rivelata in prima istanza nel 1990 in un articolo su Vanity Fair – ma poi smentita dallo stesso tycoon.
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