Numerosi colleghi, ricercatori e amici hanno festeggiato a Bellinzona il dottor Franco Cavalli, al quale è stato recentemente assegnato il prestigioso premio alla carriera dall’AACR, la più importante associazione mondiale di ricerca sul cancro
Martedì, ore 18.00. Un Franco Cavalli tranquillo e inconsapevole si avvicina all’entrata dello stabile che a Bellinzona ospita Bios+, la moderna cittadella della scienza, che riunisce oncologia e biomedicina. “Solo un aperitivo fra tre o quattro colleghi”, avevano detto a Cavalli. Quando si apre la porta scorrevole, la sorpresa che lo pervade di commozione.
Circa duecento persone – colleghi, ricercatori, amici, estimatori – lo accolgono con un prolungato applauso, mentre in sottofondo si alza il canto della “montanara”, l’inno della sua squadra del cuore, l’Ambrì. Un abbraccio caloroso e corale per l’omaggio al medico ticinese, che lo scorso sette aprile ha ricevuto nella californiana San Diego il più prestigioso premio mondiale alla carriera da parte dell’AACR (Associazione americana per la ricerca sul cancro, oltre 60.000 membri): nell’ambito internazionale dell’impegno medico contro i tumori, una sorta di Nobel alla carriera.
Omaggio a sorpresa (nei pochi giorni a disposizione gli organizzatori si sono dati un gran da fare affinché si mantenesse il segreto) al medico che cinquant’anni fa – quando nel Cantone ancora bisognava prendere “i treni della speranza” per recarsi in strutture specialistiche oltre Gottardo – portò e avviò in Ticino la ricerca e le cure contro il cancro. Una giornata particolare, che Franco Cavalli ha definito “uno dei momenti più emozionanti della mia vita”. Che rari non devono essere stati, pensando alla sua attività intensa, agli innumerevoli convegni organizzati, ai riconoscimenti già ottenuti negli scorsi decenni, e a un impegno politico costante, altrettanto a tutti noto.
Anche questo aspetto è stato naturalmente ricordato nella galleria dei diversi interventi-video con cui da diversi paesi (Europa, Stati Uniti, Canada, America latina) ricercatori prestigiosi, medici e operatori sono intervenuti alla festa.
“Naufraghi” ha raccolto la testimonianza di alcuni dei presenti nella gremita sala conferenze del Bios+, a cominciare da quella del festeggiato dott. Franco Cavalli, seguito dagli interventi del prof. Giorgio Noseda, della direttrice del DECS Marina Carobbio Guscetti, e dal direttore dello Ior, prof. Andrea Alimonti.
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