Il Consiglio federale s’inchina davanti alle grandi banche
Nonostante la crisi del CS, nel rapporto “Too big to fail” si usano i guanti; è necessario un capitale netto significativamente maggiore
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Nonostante la crisi del CS, nel rapporto “Too big to fail” si usano i guanti; è necessario un capitale netto significativamente maggiore
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• – Fabio Pusterla
Nonostante la crisi del CS, nel rapporto “Too big to fail” si usano i guanti; è necessario un capitale netto significativamente maggiore
UBS è in buona forma. Come dimostra il rapporto sulle banche di rilevanza sistemica pubblicato di recente dal Consiglio federale, la recente maratona di pubbliche relazioni e l’intensa attività di lobbying dietro le quinte hanno ovviamente dato i loro frutti. La “valutazione ai sensi dell’articolo 52 della Legge sulle banche” non ha infatti conseguenze importanti per il colosso bancario creato dall’acquisizione del Credit Suisse, ma anche per Postfinance, Gruppo Raiffeisen e Banca Cantonale di Zurigo, di “importanza sistemica”.
Nessun requisito più severo in fatto di patrimoniali e liquidità
Il rapporto “Too big to fail”, lungo oltre 300 pagine, propone ventidue misure previste e sette nuovi provvedimenti per colmare le “lacune” dell’eventuale regime di crisi per le grandi banche elvetiche di rilevanza sistemica globale. D’altro canto, è evidente che non si vuole sentire parlare di requisiti nettamente più severi in materia di capitale proprio e di liquidità, anche se è proprio quello che auspicano molti esperti, ma anche, addirittura, la Banca nazionale, la Segreteria di Stato dell’economia e l’Autorità di vigilanza sui mercati finanziari (Finma) .
L’analisi approfondita del fallimento del Credit Suisse ha dimostrato che gli attuali strumenti “too big to fail” devono essere ulteriormente sviluppati e rafforzati per ridurre i rischi per l’economia, lo Stato e i contribuenti, lo ammette anche il rapporto del governo. Eppure il consiglio federale indica ingenuamente soltanto una serie di misure minori per rafforzare l’equità, come la limitazione dell’accredito del software attivato contro il capitale proprio. Misure che all’estero sono in vigore da molto tempo e che in questo paese si applicheranno solo con ritardo.
UBS – Il rischio cluster torna ad aumentare
In sostanza, il rapporto conclude che la maggiore regolamentazione delle grandi banche dopo la crisi finanziaria del 2008 è stata utile per affrontare la crisi del Credit Suisse. Certo, si ammette la necessità di miglioramenti, ma la sostanza è che non è auspicabile una rivoluzione, nel senso di una moltiplicazione dei requisiti di capitale, di restrizioni dimensionali o addirittura dello scorporo forzato di singoli settori d’ attività. Nemmeno le dimensioni di UBS non sembrano essere un problema, anche se il suo patrimonio complessivo supera ormai il doppio del prodotto interno lordo svizzero e rappresenta quindi un rischio cluster (cioè il rischio di resistenza)
Ma a cosa servirebbe se l’UBS, piuttosto scarsamente capitalizzata, dovesse in futuro, a causa delle sue dimensioni, detenere circa un punto percentuale in più di patrimonio netto rispetto a prima, quando gli esperti suggeriscono il doppio o addirittura il triplo? Quanto è realistica l’idea di aumentare la certezza giuridica nella conversione del debito in azioni nell’ambito di una ristrutturazione a livello internazionale quando gli interessi della Svizzera potrebbero scontrarsi con quelli dei potenti rappresentanti di Wall Street?
L’ipotesi che in futuro la Banca nazionale debba fornire liquidità ai grandi istituti finanziari in caso di emergenza, unitamente al persistere di quote di capitale proprio basse, ai poco chiari diritti d’intervento della Finma e ai diritti di regresso precedentemente inapplicabili in caso di comportamento illecito dei direttori bancari, è forse attrezzata con bonus, con una sospensione temporanea per evitare che le “grandi ruote” del sistema si imballino, o interverranno i contribuenti? Il fatto che attualmente UBS conceda elevati compensi al management, distribuisca notevoli dividendi e riacquisti su larga scala le proprie azioni invece di rafforzare il proprio patrimonio : tutto questo parla da sé. Lo scorso anno il rapporto tra salari e altre spese per il personale e utile normalizzato (escluse le voci straordinarie) non è stato esattamente eccezionale.
Profitto basso rispetto ai costi del personale
Critica al sistema americano di assicurazione dei depositi in Svizzera
Vista questa indecisione, nessuno può stupirsi del fatto che i rappresentanti della compagnia americana di assicurazione dei depositi bancari (FDIC) non siano molto entusiasti di come la Confederazione ha superato o sta superando la crisi del Credit Suisse. La decisione della Svizzera di fondere Credit Suisse con UBS non è stata esattamente “utile”, ha spiegato il direttore della FDIC Martin Grünberg in un’intervista al “Financial Times”. Aggiungendo che i regolatori americani non esiterebbero ad avviare un blocco immediato dell’attività in una situazione simile.
Grünberg è arrivato a questa riflessione quando la sua agenzia ha pubblicato un documento in cui ipotizzava la propria reazione di fronte al collasso di una banca di importanza sistemica a livello globale come Credit Suisse. Conclusione: è bene ricordare agli azionisti, ai creditori e ai dirigenti che non dovrebbero fare affidamento sui salvataggi governativi, come quelli ritenuti necessari per stabilizzare il sistema finanziario dopo il crollo di Lehman Brothers nel 2008.
I piani americani di chiudere una banca globale includono il licenziamento del top management, l’emorragia finanziaria degli azionisti e l’imposizione di perdite ai creditori della holding. Ora si ritiene che occorrerebbe invece garantire che le società affiliate di rilevanza sistemica possano continuare la propria attività per limitare il rischio di infezione finanziaria.
Una successiva analisi del Financial Stability Board di Basilea ha concluso che le autorità svizzere avrebbero potuto liquidare il Credit Suisse. “Avevano l’opportunità e le capacità di farlo e non lo hanno fatto”, conclude Martin Grünberg.
In estrema sintesi alcune Informazioni aggiuntive:
-UBS rappresenta un “rischio cluster” per la Svizzera dopo l’acquisto di CS
-UBS, BNP e Deutsche Bank sono cronicamente sottocapitalizzate
-C’è un’alleanza scellerata contro la ricapitalizzazione delle banche
-UBS è oggi un “mostro” indomabile
-UBS dovrebbe essere in grado di sostenere i propri rischi
-La Svizzera è ora completamente in balia di UBS
– Ci vorrebbero 13 misure efficaci per rendere UBS digeribile per la Svizzera
-Non c’era alternativa alla vendita forzata del CS con una garanzia miliardaria
-La BNS di Jordan è stata colta di sorpresa dai giocatori d’azzardo di CS
-UBS/CS riceve molti più sussidi dell’agricoltura
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