Per salvare la Posta un appello alla politica
Bisogna reagire contro il progressivo smantellamento di un servizio pubblico essenziale - Di Graziano Pestoni
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Bisogna reagire contro il progressivo smantellamento di un servizio pubblico essenziale - Di Graziano Pestoni
• – Redazione
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• – Redazione
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• – Redazione
L'alto valore del franco svizzero è di nuovo considerato lo scudo principale contro l'inflazione. Ma perchè il costo della vita per il cittadino rimane comunque un problema?
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Necessaria una riflessione su un confronto basato troppo spesso sul pregiudizio - Di Paolo Rossi
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• – Redazione
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• – Boas Erez
I calcoli non vengono fatti, né si ragiona cifre alla mano: l’importante è invece accarezzare la narrazione di chi ha deciso l’attacco ideologico alla SSR, pensando così di disinnescarla. Cos’altro è l’annuncio fatto ieri dal Consiglio federale sulla riduzione del canone?
• – Aldo Sofia
Bisogna reagire contro il progressivo smantellamento di un servizio pubblico essenziale - Di Graziano Pestoni
Le modifiche, secondo il CF, consentirebbero alla Posta di risparmiare 45 milioni di franchi all’anno a contare dal 2026. Questo comunicato fa seguito alle dichiarazioni del direttore della Posta, Roberto Cirillo, di chiudere 170 uffici postali e di quelle del presidente del Consiglio di amministrazione della Posta, Christian Levrat, dello scorso mese di novembre secondo il quale andava soppresso l’obbligo di distribuire i giornali entro le 12.30; di distribuire le lettere solo un paio di giorni la settimana; di sopprimere il pagamento in moneta presso l’autopostale.
Tutte queste proposte, ufficialmente, sono motivate dai costi troppo elevati. Si ignora che la Posta svolge un servizio pubblico di grandissima importanza. Per 150 anni essa ha realizzato un disavanzo annuo medio di 500 milioni, compensati dai guadagni realizzati dalla telefonia, nel frattempo privatizzata. Lo scorso anno la Posta comunque ha realizzato un utile di 254 milioni di franchi.
Il Consiglio federale e i responsabili della Posta abbondano inoltre di informazioni scorrette. Vediamo qualche esempio:
Inoltre, non è inutile ricordarlo, molte decisioni della Posta allontanano l’utenza. Sono quelle che si potrebbero chiamare le attività dissuasive:
Siamo quindi confrontati a un processo di distruzione di un servizio pubblico di alto valore. Per questa ragione l’Associazione per la difesa del servizio pubblico ha rivolto un appello ai consiglieri nazionali e ai consiglieri agli Stati ticinesi affinché intervengano per porre fine a questa politica.
Graziano Pestoni è il presidente dell’Associazione per la difesa del servizio pubblico
Nell’immagine: quando la Posta offriva un lavoro sicuro
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