Di Enrico Franceschini, La Repubblica
Il piano del governo britannico per deportare in Ruanda i migranti illegali che attraversano la Manica è infine diventato legge nella notte tra lunedì e martedì. Ottenute alcune concessioni da Downing Street, la camera dei Lord ha abbandonato l’opposizione al progetto, che aveva rinviato per ben cinque volte alla camera dei Comuni. “Entro luglio” i primi aerei con a bordo migranti clandestini partiranno da Londra per lo stato dell’Africa centro-orientale, commenta il primo ministro Rishi Sunak. Ma l’iniziativa, criticata dall’opposizione e dalle associazioni per la difesa dei diritti umani, potrebbe ancora essere bloccata da ricorsi giudiziari.
Il leader conservatore la presenta come una vittoria politica. “Questo non è solo un passo avanti, bensì una svolta fondamentale sulla questione dell’immigrazione”, dice il premier. “Avevamo promesso che la legge sarebbe entrata in vigore a primavera, c’è stato un lieve ritardo, ma nel giro di dieci-dodici settimane cominceranno a partire gli aerei per il Ruanda. Sarà un deterrente contro l’immigrazione illegale, proteggendo vulnerabili migranti dal compiere un viaggio pericoloso e colpendo le gang criminali che li sfruttano”. Per tragica coincidenza, la Guardia Costiera francese ha annunciato questa mattina che cinque persone, tra cui un bambino, sono morte cercando di attraversare il canale su una piccola imbarcazione.
Lanciata dall’allora primo ministro Boris Johnson nel 2022, l’idea di deportare i migranti illegali in un Paese africano era stata fermata lo scorso anno prima da una sentenza della Corte Europea dei Diritti Umani, quindi da un analogo verdetto della Corte Suprema britannica, secondo la quale il Ruanda non dava sufficienti assicurazioni in materia di diritti umanitari. Il braccio di ferro legislativo fra camera dei Comuni, dove i Tories hanno la maggioranza dei seggi, e camera dei Lord, dove non ce l’hanno, si è concluso alle ore piccole di stamani. Nel ping-pong fra le due camere, sono comunque i Comuni (i cui deputati vengono eletti dal popolo, non nominati dal governo come i Lord) ad avere l’ultima parola.
Fra le concessioni ottenute dalla camera alta, c’è quella che una speciale commissione esaminerà le richieste di asilo di afghani che hanno lavorato per le forze britanniche durante la guerra contro i Talebani. Non è ancora sicuro, tuttavia, che a luglio le deportazioni in Ruanda avranno inizio. Il Labour definisce il piano “un esercizio inutile a fermare i migranti ed estremamente dispendioso”: in effetti è già costato 300 milioni di sterline al contribuente britannico e ne costerà molti di più. Lo stesso Sunak parla di “uno staff di 500 persone” pronto ad assistere i voli.
Amnesty International e altre organizzazioni umanitarie criticano aspramente il progetto, preannunciando ricorsi in tribunale per fermare le deportazioni quando saranno in procinto di venire eseguite. In passato tutte le linee aeree si sono rifiutate di parteciparvi per timore che l’opinione pubblica reagisca boicottando le loro rotte di linea. E ci sono critiche anche da destra: gli esponenti di Reform Uk, un nuovo partito ultraconservatore, dicono che il piano non servirà a fermare i migranti. Per il primo ministro la vicenda è una battaglia soprattutto simbolica in vista delle elezioni di fine anno. A dispetto della Brexit, l’immigrazione legale nel Regno Unito è in vertiginoso aumento: l’anno scorso è arrivata a 700 mila persone, tre volte il numero degli immigrati prima del referendum del 2016 sulla Ue. La differenza è che ora provengono da altri continenti invece che dall’Europa.
Nonostante nulla dimostri che ciò danneggia l’economia nazionale o le risorse pubbliche, anzi tutti gli studi indichino che specie in alcuni settori il Paese non soddisfa il fabbisogno di occupazione, una parte dell’elettorato mostra risentimento verso il fenomeno. Sunak ha risposto aumentando il reddito minimo per i lavoratori qualificati, ma non è chiaro quanto questo inciderà. Allora, non potendo ridurre l’immigrazione legale, ha dato battaglia su quella illegale, la più appariscente, sbandierata in prima pagina dai tabloid popolari con le foto dei migranti sui barconi nella Manica come se fossero un attacco alla sicurezza e al benessere nazionale. Si tratta in realtà di una minima porzione rispetto al totale dell’immigrazione.
L’anno scorso i migranti clandestini entrati nel Regno Unito sono stati 29 mila, con un calo considerevole rispetto ai 45 mila del 2022, ottenuto grazie ad accordi con la Francia e a maggiori controlli.“È un piano patriottico per difendere i nostri confini”, dichiara il viceministro degli Interni Andrew Sharpe. “È una legge mal pensata, inappropriata e illegale in base agli standard internazionali e britannici, c’erano metodi migliori per fare i conti con questo problema”, è il parere di lord Carlile, uno degli oppositori dell’iniziativa in parlamento. “È un progetto vergognoso, che viola la costituzione e le leggi internazionali, mettendo sopravvissuti alla tortura e altri rifugiati a rischio con un futuro incerto in Ruanda”, concorda Amnesty International.
Anche se Sunak riuscirà a fare partire i primi voli in estate, non gli resterà molto tempo per dimostrare che la legge funziona: le elezioni sono previste entro fine 2024 e tutti i sondaggi dicono che subirà una sconfitta di proporzioni storiche. Nei centri di accoglienza o detenzione del Regno Unito ci sono attualmente 52 mila richiedenti asilo: prima che siano deportati tutti passerebbero almeno tre anni. E per allora, molto probabilmente, a Downing Street ci sarà un primo ministro laburista, Keir Starmer.